I • · della Venezi"a fino dal 9 giugn~, per passarla a noi; e i ~ ranceai intendevano inviare perfino truppe! · SiccoÌne la Francia era furibonda, perchè rlmperatore si diceva aveva fatto una politica italiana ~ non francese, cosi il Governo francese voleva infliggere a noi la massima umiliazione. Certo Venezia ci fu trasmessa dal rappresentante ài Napoleone lii I Fu proprio Napoleone, che ridusse al minimo l'affronto; ma evidentemente fu una umiliazione diplomatica, che s'aggiungeva a quella militare. Il Ricasoli avrebbe voluto fare il plebiscito prima della consegna del Veneto ma non potè ; e questo ebbe luogo soltanto il 21-22 Ottobre ; i risultati furono 647,246 ,,oti favorevoÌi e 69 contrari: il 4 Novembre furon presentati in Torino a Vittorio Emanuele. La Prussia, non ostante il nostro contegno · leale e sopta tutto nell'ultimo periodo, che avevamo senza accorgercene favorito le s~e mire di accordarsi con l'Austria, ci. ingannò; · e il Ricasoli non si sarebbe mai imaginato questa manovra. E non solo .si dovevano trangugiare tanti fatti dolorosi, la sconfitta- militare, le umiliazioni diplomatiche, le frontiere così delimitate, ma si ebbe anche la rivolta di Palermo· e precisamente , , ' ., Bib ioteca ■ 1n • 1anco 129 dal 1-6al 22 Settembre, quando la pace con l'Austria non ·era ancor fatta ! Il malcontento, prodotto dall'andamento militare e politico della guerra, le gravi condizioni fi.. nanziarie, perchè l'erario era vuoto e l'aggio, al~ lora pareva gran cosa, era salito al 15 °/o e la rendita scesa a 36, mentre non era mai arrivata così in basso, questo stato di cose aveva fatto rialzare la testa nell'Italia meridionale ai caporioni borbonici, i quali speravano in qualche fatto che fosse la scintilla,- a cui tenesse dietro un vasto incendi o rivoluzionario. Specialmente in Sicilia dove l'unificazione aveva u.rtato contro le tradizioni locali, come la coscrizione, alla quale gl'isolani non erano abituati, che dal l862 al 1864 fu un affare molto serio poterla applicare, la soppressione di gran parte dei conventi, che erano tanto popolari . e sovven;vano i ceti più miseri, questo complesso di fatti rendevano la situazione difficilissima. ·Non è quindi da meravigliare, se in Palermo, dove alcuni alti ufficiali si p~lesarono inetti e deboli, ~i ebbe la sorpresa della rivolta al grido di S. Rosai ia. Come vedono, l•anno 1866 finiva molto male. ... I •
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