- , BOLOGNA 121 « Bismarck gli rispose : Per un militare la vita non è gran cosa ; del resto tanto vale morire di malatt\à nel proprio letto, quanto. sul patibolo, purchè noi compiamo il nostro dovere ». La crisi polacca offrì al Bismarck il mezzo di amicarsi e acquistarsi la gratitudine della Prussia ; talchè alla fine ·del 1863, la Prussia si trovava in condizioni oltre modo propizie; amico com'era, d'una poténza formidabile, quale era la Prussia, e avendo di . . fronte nemici divisi ed incerti, come Francia, Austria e Inghilterra. · Nella questione danese si vide come egli avesse ben intuito .la situazione. Nel 1863 moriva Federico VII Re di Danimarca, e il suo successore Cristiano IX voleva annettere al suo Stato i tre ducati Schleswig. Holstein, Lanebourg che, secondo la convenzione di Londra nel 1852, erano sol~ un possesso personale di lui. La confederazione tedesca sostenne che in tal modo si sarebbe violata la convenzione di Londra, e nella dieta federale si voleva riconoscere sovrano dei ducati il duca di Auguste.nburg ; ma il · Bismarck invece · che intendeva di conquistarli per la ·Prussia dichiarò che per rimanere nei termini del trattato londinese e non destare apprensioni in Europa, non poteva accettare questa soluzione. Così la Prussia s•atteggiava a sostenitrice dei trattati e moveva guerra alla Danimar~a. L'Austria si dovette unire alla Prussia ; altrimenti tutti i vantaggi li .avrebbe ricavati essa. / La guerra non fu, pè lunga nè difficile. Nel- . l'Ottobre del 1864 si concludeva la pace a Vienna con guesto risultato, che il Re di Danimarca rinunciava ai tre ducati. Questa vittoria però non . toalieva di mezzo il problema, che anzi si era acuito, perchè l'Austria era lontana dai ducati, coi · quali invece la Prussia confinava, e per non lasciarli in mano di essa, sosteneva un principe, che non era di gradimento della Prussia; ;nsomma l'accordo non fu~ possibile a raggiungersi. ·Eravamo allora nel Marzo del 1 865 e il Bismarc~ fece interrogare il Lamarmora, presidente del consiglio dei ministri~ per sentire che cosa a-. vrebbe fatto l'Italia ·una volta che la Prussia fosse stata in lotta con l'Austria. Il Lamarmora pur temendo ché la Prussia volesse servirsi dell'Italia per fare pressione sull'Austria e spingerla a cedere i ducati, rispose che? allorquando scoppiasse la guerra contro l'Austria, essa s ~nz'altro si sarebbe schie- · rata dalla parte della Prussia a condizione che alI • a ,no o l'Italia fosse ceduto il Veneto. Dopo questo assaggio, don ve ne furono ~Itri ; e poco dopo sembrò· che i timori del Lamarmora fossero fondati~ Infatti si concludeva l'accordo di Gastein ( 14 agosto 1865) . fra la Prussia e l'Austria. L'Austria acconsentiva che il ducato di Lussemburgo si unisse alla Prussia dietro un compenso pecuniario ; gli altri ducati erano amministrati dalle due potenze condomine ; in guisa che la Prussia governava lo Schleswig e l'Austria lo Hostein. Bismarck ebbe a dire che questa era una semplice rattoppatura, che non eliminava il dissi- · dio fra l'Austria e la Prussia; ma la Prussia non aveva dichiarato la guerra, perchè il Re non· intendeva di combattere contro l'Austria, senza es- · serne assalito. L •Austria in quel momento si · trovava in tali distrette finanziarie che doveva accettare, per il momento, qualunq~e composizione. Il Lamarmora dall'accordo di Gastein ricavò l'impressione che i suoi dubbi fossero confermati ; ma in realtà questo accordo non fece che acuire i dissensi fra i due Stati. Intanto Bismarck non dimenticava che c'era in Europa una grande potenza e precisamente l'Impero francese, di cui gli premeva assicurarsi la neutralità. Per sincerarsi del pensiero di Napoleone III approfittò · delle vacanze, che l'imperatore pigliava a Biarritz, ·dove riceveva gli amici personali, e nel settembre del 1865 si recò a visitarlo. ·L'lm- • peratore gli lasciò comprendere che prima di tutto desiderava di non intervenire in un eventuale conflitto; tutt'al più avrebbe potuto, come compenso a un ingrandimento prussiano, arrotondare il confine francese sul Reno ; in ogni modo, egli aveva l'idea · fissa di voler ottenere Venezia all'Italia. Napoleone III riteneva che l'esito della guerra fosse dubbio; che questa si protraesse a lungo, in modo che le .. due potenze tedesche nemiche si estenuassero a vantaggio suo : se il piano era bello, in realtà le cose andarono ben diversamente ! _ Infatti la. guerra, che egli ca~colava lunga ed estenuante, fu invece molto breve e vittoriosa per la Prussia, quale l 'lmperatore e i più degli uomini politici non avre~bero mai creduto. Il Bismarck che dal colloquio, avuto con l'Imperatore, aveva compreso che esso ci teneva moltissimo che l'Italia conquistasse la Venezia, ne trasse la consçguenza che si sarebb~ più agevolmente assicurata la neutralità francese alleandosi con l'Italia. A tale s~opo egli s'adoprò a convincere Gu- . \ J .. · ..
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