Vita Nova - anno III - n. 5 - maggio 1927

- I. I • , 120 UNIVERSITÀ FASCISTA ... renze la-capitale produsse subito una diminuzione care dalla Germania le sue perle, ossia le regioni di eSasperazione antipiemontese, che si era notata adriatiche. Con tutto ciò, i grandi Tedeschi perdefino allora, specialmente contro T or,ino; sentimento vano seinpre più terreno. Già nel 1850 la Prussia tutt'altro che fa~orevole ali' unificazione morale e dovette soffrire 1:1nagrande um1iiazione a Olmiitz, spirituale dell'Italia. per non entrare in guerra con l'Austria; e il parInoltre, anche agli occhi dello stral}iero,e non , · tito militare pr~ssian~. asPirava a ven_dica:s!· li frasoltant9 degli Italiani, appariva ormai chiaro .che il tello del Re d1Prussia, quello che poi sara 11 famoso nuovo Regno non ~ra un Piemonte ingrandit~, ma Guglielmo I, desiderava la rivincita ; tanto che, nel un nuovo e vero organismo l)azionale..Ultima buona 1859, divenuto reggente del Regno, volle attuare conseguenza fu questa, che i Piemontesi, che non · uno profonda riforma militare in modo da ~rasforerano certo stati i più accesi nel voler Roma ca- mare l'ordinamento dell'esercito e poter ,mettere in ' pitale, ne diventarono, d'ìmprovviso, i più ardenti prima linea 400 µiila uomini. La Camera approvò fautori; e così da ,un capo all'altro dell'Italia il i ,crediti necessari per il 1860; l'anno dopo preten- . movimento tendeva a Roma. L'ul~imo· rinfocola- 1 deva la _soppressione dei nuovi reggimenti, perchè ) mento della questione si ebbe quando nel 1865 la non intendeva votare i fondi necessari. \ · capitale fu trasferita in Firenze, dove, nel magnifico Nel 1861 morì Federico IV, e Guglielmo I, palagio della Signoria, fu inaugurata -la nuov.a le- , divenuto Re di Prussia, continuò più accanita~ente gislatura. la lotta. Il _partito liberale per cedere voleva che Ma i fatti, che ho accennato, avevano reso il Re trasformasse la monarchia parlamentare, quindifficile l'esistenza del ministero: e fu necessario un di nel conflitto che sostenne ebbe contro di sè l'ocambiamento. Già le elezioni dell'Ottobre 1865 pinione pubbliea, la moglie e il figliuolo Federico, avevano reso quasi impossibile una vita fattiva per suo successore ; di modo che per vari anni, ebbe qualsiasi .~inistero, e ~osì il Lanza ·dovet e dimet- ànche a sostenere un conflitto in famiglia ; tanto tersi e, al suo posto, fu messo .il Chiaves, che era che nel 1862, trovandosi con l'acqua alla gola, e stato uno dei più furibondi avversari del trasferì- vedendo che non avrebbe avuto altra via d'uscita mento della capitale ; ma questo a nulla valse. Il che abdicare, richiamò da Pietroburgo il conte Sella fu battuto nella. questione finanziaria, perchè Ottone di Bismarck e ne fece il sua concelliere. tentava con, energia di arrivare al pareggio, e si Egli aveva un temperamento ferreo ; attacca- .. .. dimise nel 1865. Il Re diede di nuovo incarico al tissimo alla Prussia e alla sua dinastia, alle tenLamarmora di ricostituire il ministero, benchè forse denze, alle tradizioni, e ai privilegi della propria casta1 non fosse l'uomo più adatto. Intanto si erano ini- si palesò, dopochè fu salito al potere, un politico ziate le trattative per prepar~re 1•alleanza col Regno realista quanto altri mai. Persuaso essere necessità di Prussia, in maniera da poter tentare la lotta per la sua patria e per il suo Re guerreggiare l'Aucontro · I' Au~tria per rivendicare Venezia ~Il'Italia. stria, in guisa da imporre l'egemonia prussiana in Qui bisogna torniamo un po' indietro, e dicia- Germania, subordinò tutti i suoi atti a questo ca- . mo qualche cosa della Prussia e del modo col quale posaldo della sua po~itica. Siccome per prima cosa • si giunse a on accorc;lo. In Prussia come nel resto occorreva un esercito numeroso, accettò .con grande , dellà Germania, fin dal 1848, esistevano due grandi animo la lotta, che gli si,offriva di combattere con la partiti nazionali ; l'uno dei piccoli, e l'altro dei Camera. Egli governò, senza maggioranza -e senza _ grandi tedeschi. I piccoli intendevano di buttare a l'approvazione dei~ bilanci, servendosi di decreti mare l'Austria, mentre i grandi volevano conservarla; regi, imperterrito e incrollabile, in mezzo alla bue considerando questi ultimi la Venezia Tridentina, fera di ostilità e di riprovazione generale ; mentre la Venezia .Giulja e la Dalmazia come le perle cercava di creare i~ Europa una condizione diplodella corona tedesca, non· volevano staccarsi dal- matica tale da potere attuare il suo disegno. La l'Austria. Questa fu la pr-incipale ragione, per la ~ituazione int~rna giunse a tale che il Re gli riquale Federico Guglielmo IV, scrivendo a uno dei volse questa domanda « Caro Bismarck, che cosa più grandi fautori delresclusione dalla Germania dobbiamo fare~ Ritengo che, se io non voglio fare dell'Austria a Enrico Dahlmann, fra le altre ragioni la fine di Luigi XVI, devo abdic~re; e voi, se del suo rifiuto della corona tedesca, poneva quella non _date retta a questa gente, finirete col salire il che si sarebbe vergognato di aver contribuito a stac- patibolo. » Biblioteca Gino • 18 CO I

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