• I UNIVE~SITA F ASClST A che lasciò questo disgraziato complesso di episodi e pre indipendenti, ma isolati mai, e quindi annunper la situazione finanziaria che era peggiorata. Il zi3va che egli intendeva di ~nirsi alla Francia e ministero Ricasoli con un prestito ~i 500 milioni ave- . all'Inghilterra per la soluzione del problema polacco · va potuto rimediare alle scadenze del tesoro i~pro- essendo scoppiata un'insurrezione in Polonia ; e rirogabili, ma nel biennio 1862-.1863 il disavanzo ef~ guardo ai due problemi ·massimi per noi, Venezia fettivo in realtà salì a 872 milioni di lire ! C'era chi.,_ ~ Roma, che il 1_ninisteroFarini spera'\ta di poter diceva, mettiamo· da parte per 15 o 20 anni, le lasciar dormire, egli· pensava insieme col nuovo mivelleità di, un'immediata unificazione politica, e in-: ·· tanto vediamo àj rimediare alle finanze. Così la pensava anche il conte Ponza di S. Martino, il quale lealmente fece queste proposte, che avrebbero, se attuate; p~rmesso una forte diminuzione delle spese militari. Vittorio Emanuele ebbe il buon senso di comprendere che l'inerzia completa nell~ soluzione d~i . · due problemi fondamentali : Venezia e Roma, avrebbe danneggiato la monarchia ; e allora si ricorse a Luigi Carlo Farini, detto il luogotenente deJ Cavour. Costui aveva attitudini al Governo maggiori del ·Ricasoli, ma in quel momento questo romagnolo, veramente energico, era · colpito da una terribile 1 malattia, da rammollimento del midollo spinale ; casicchè riusciva appena a parlare. C'erano delle questioni dificilissime da risolvere ; · e si ricorse a un uomo, ridotto in tali condizioni ! , . Egli formò un ministero moderatissimo, non piemo·ntese, ma italiano : c'erano lì dentro due ex ministri di Pio IX, il Minghetti e il conte Pasolini. --IlFarini, presidente del consiglio senza portafoglio era un capo del tutto nominale del ministero, di cui i veri dirigenti furono Marco Minghetti e Ubaldino Peruzzi. Rimase in carica pochi mesi, e il 24 Marzo 1863 fu costretto a dimettersi : la tremenda · malattia faceva progressi giganteschi, tantochè dovette · finire in una casa di salute, deve qualche anno . dopo si spense. • · Bisognò rifare il ministero, · che fu composto press'a poco come prima, con Marco 'Minghetti, presidente del consiglio. Soltanto al conte Pasolini, ministro degli esteri, fu sostituito un ex mazziniano, il marchese Emilio Visconti V enosta, che fin dal suo primo discorso incontrò moltissimo. Egli espose il suo programma dicendo chè dovevamo essere sem- . ib ioteèa Gi o • 1anco nistero, lo stesso. " I f Ma era più facile desiderare di lasciar dormire questi problemi, che effettivamente potessero dormire; specialmente Vittorio Emanuele comprendeva benissimo che l'inerzia sarebbe stata dannosa e iniziò I • indirettamente corrispondenza col Mazzini, servendo-. gli da intermediario Enrico Diamilla Muller. Altri si incaricavano di portare le risposte al Re, e -i documenti sono ben noti: Tanto il Re quanto il M~zzini si trovavano d'accordo su questo punto, che era più facile risolvere la questione di Venezia che .quella di Roma. Su questo, contrariamente a quanto · pensava il Ricasoli, non vi era dubbio alcuno ; e la corrispondenza durò un anno, senza arrivare a nessuna conclusione. Il Re intendeva di subordi~are la guerra per la Venezia al movimento che sarebbe successo nella Balcania e in Ungheria, il Mazzini invece era di parere di ·fare preced~re un movimento italiano.· Il Mazzini, in una sua lettera, dichiarava che non avrebbe avuto nessuna difficoltà di abboccarsi con Vittorio Emanuele ; ma le trattative furono interrotte. Contemporaneamente non soltanto Vittorio Emanuele, ma lo stesso ministero, desiderava di _suscitare un'insurrezione in Balcania mandando lo stesso Ga- · ribaldi a dirigerla. .Egli si trovava nella frigida Albione, dove .; aveva ricevuto accoglienze entusiastiche, e s'era messo d'accor4o col Klapka, che s'era assunto la cura di organare il inoto. Mazzini, saputo dell'azione di Garibaldi nella Balcania, il 1 O Luglio 1864, appena che il generale era tornato in Italia, pubblicò sul giornale il Viritto un comunicato che rivelava qualcosa del progetto, mettendolo in cattiva luce, Poichè lasciava 1·ntendere che · l · · s1 vo eva per rag1on1
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