Vita Nova - anno III - n. 4 - aprile 1927

\ 60 UNIVERSITÀ FASCISTA ' , avessero creduto a tali rivelazioni sarebbero stati probabilmente zitti per non favorire la politica imperiale rispetto all'Italia), comunicò quegli .importanti documenti al conte Francesco Arese, intimo di Napoleòne III. Egli inviò direttamente all'lmpe- , ratore quei rapporti documentati; cosicchè l'impe- ., riale amico· dovè ammettere ciò che non avrebbe ma~ sospettato, che ~ioè il Governo austriaco, mediante una rete di contropolizia carbonara e settaria « possedeva il segreto di qua~to si macchinava contro la sua persona ancor primà che gli attentati si affettuassero, eppure taceva, .lasciava · che si· compisse · il regicidio, e forse era occultamente causa tenebrosa e provocatrice di quanto gli esaltati preparavano nel buio delle cospirazioni contro di lui ! » , . Si •parlava infatti di altre conventicole in Svizzera, non ignote all'Austria, di cui essa non aveva rivelato nulla! Questa sembra fosse la causa · determinante che mutò l'atteggiamento dell'imperatore. Ii Cavour seppe così bene colorire la cosa, che l'Imperatore rimase convinto che l'Austria avrebbe avuto interesse che l'attentato contro di lui fosse riuscito ; e anche se questo non fosse riuscito, essa avrebbe. sempre guadagnato qualcosa disgustando· l'imp~ratore della causa italiana. Quindi, se l'imperatore v~leva impedire l'opera del pugnale, doveva impedire anche che gli austriaci rimanessero in Italia. 1 Così Napoleone Ili si .decise; e dopo che in Aprile· il Parlamento Subalpino ebbe votata la leg- . ge sulla stampa egli con indirette aperture, inta- · volò tratta.tive per giungere a una definizione diplomatica delle aspirazioni sarde mediante un'alleanza franco-sarda. Il medico di fiducia di Napoleone Ili e suo agente segretissimo, ,il dottore Canneau, venne a Torino, ed ebbe v~ri colloqui con Cavour, con cui rimase d'accordo che, non appena l'imperatore credesse giunto il momento opportuno, avrebbe avvertito; e che intanto il Piemonte si tenesse pronto. · Nessuno conobbe, nel Regno sardo, queste s~gretissime nego_ziazioni eccettuato il Re, il Cavour . -e' Alfonso Lamarmora~ ministro della guerra. Solo nei primi di luglio, il Cavour seppe che . l'imperatore l'avrebbe ricevuto ai bagni di Plom- , · bières, dove si sarebbe trattenuta non oltre il 24 del mese. Così, poco prima s'iniziassero le vacanze parlamentare, partì per il solito annuale viaggio; reBiblioteca G·no candosi anche nei Vosgi, .a Plombières ; . dove in colloqui confidenzialis·simi (20-22 luglio) che, per • maggior sicurezza, avvennero, durante passeggu~te in carrozza, furono gettate le basi dell'accordo. Cosa si stabilì? Non abbiamo da congetturare, ~oichè il Cavour. scrisse, il 24 Luglio da Baden a Vitto1io Emanuele e ad Alfonso Lamar- ' I mora, dando informazioni minute dei colloqui avuti con !;imperatore, al quale diresse, il 3· agosto una lettera, insieme con « una nota dei punti che sarebbero stati fissati a Plomb1ères » Si convenne che l'Imperatore ·sarebbe calato in aiuto del Piemonte per una guerra difensiva, perchè solo con una guerra difensiva si sarebb.e potuto trascinare la Francia ; naturalmente bisognava trovar modo che l'Austria attaccasse. P erchè l'Austria si decidesse a mandare un ultimatum al ·Piemonte, si pensò di far sì che il principato di Massa e Carrara appartenente al duca di Modena, rivolgesse un indirizzo a Vittorio_ Emanuele· Ili per chiedere l'annessione alla monarchia sarda. Vittorio Emanuele pur rifiutando, avrébbe diretto una nota mina~ciosa al duca, che avrébbe, forte dell'appoggio austriaco, risposto con impertinenza. Allora Massa sarebbe stata occupata ; l'Austria sarebbe accorsa· in aiuto del duca e così avrebbe provocato la guerra. , Giunte le cose a questo punto, 'l'Imperatore avrebbe in~iato in Italia a difesa del Re di Sardegna duecento mila uomini ; che, aggiunti ai cento mila di cui si calcolava potesse ·disporre il Pie .. monte, sarebbero bastati a condurre la campagna. Se le armi alleate fossero state vittoriose, quali sarebbero i ri~ultati politici e territoriali? La pia- - nura padano-veneta insieme con la Marca avrebbe formato il_regno d'alta Italia, su cui avrebbe regnato la casa di Savoia ; Roma col territorio limi~ trofo sarebbe rimasta al pontefice; il .r.esto dello Stato pontificio insieme col granducato di Toscana avrebbe costituito il regno dell'Italia centrale, che si sarebbe, almeno provvisoriamente, potuto dare alla duchessa ·di Parma, nel caso· della partenza di Leopoldo Il. Se Ferdinando Il si ·fosse · ritirato e i sudditi avessero cacciato la dinastia borbonica Napoleone III non. nascondeva che avrebbe visto volentieri Luciano Murat salire sul trono dell'Italia meridionale. Naturalmente da_ ambo I~ parti si ammise che le basi di questo assetto p<ttevano essere modificate dagli avvenimenti della guerra. · Questi quattro Stati avrebbero formato una ' •

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