Vita Nova - anno III - n. 4 - aprile 1927

, / . IL NATALE DI ROMA Fu il 21 ( anzi il 20) Aprile del 1483 che venne ripresa, dopo millenario silenzio, la celebrazion,e del Natale di Roma. _ Non esattamente la ,rievocazione delle classiche ·· Palilie, quali sono descritte da Ovidio nei Fasti ;· ma una più raccolta e « intellettuale » cerimonia in casa del giovane Giulio Sanseverino (passato a noi col nome che si elesse di Pomponio Leto) piccola casa ·posta tra il Quirinale e l 'Esquilino e che ci Yiene ·descritta « tutta piena di epigrafi, di scul tur•e, di monete, di frammenti classici ; con un piccolo giardino ricco d'ombre e di .pace, coltivato secondo gli antichi ·precetti di V a,rrone e ·Columella ». - In questa casa, il giovane umanista fondava L'Accademia Romana ; cronologicam-ente la prima Accade1nia archeolo,gica di Europa. E Jacopo Maffei, nel suo Diario delle cose di Roma dal 14 72 al 1484, così ci descrive l'amabile festività di quel giorno : « Sull' Esquilino presso la casa di Pomponio, di domenica, fu dalla Compagnia di letterati celebrato il Natale della città di Roma. Compì solennemente il rito sacro Demetrio Lucens~, prefetto della biblioteca vaticana. Poi~ presso il tempio del Salvatore, la Sodalitas aveva preparatoun elegante convivio per i letterati e i compagni di studio. Sei Vescovi parteciparonoa· l banchetto e numerosigiovani nobili e colti ». · · E, ancor' oggi, la poesia e la prosa poetica non _ amano ornare di umano simbolismo (e quasi esoterico) la cerimonia delle « prìmavere sacre >> che la ricerca ha da tempo rivelato semplice episodio di superstizione propizi~trice ? * * * Il problema delle origini di 1 Roma per essere (com'è ormai) ricondotto a linee che non più consentono voii di lirismo shelleyano, non è per qu•esto meno attraente nel quadro vastissimo - in· parte inatteso - degli usi ~on_diali delle genti primitive al quale si riconnette. · La ricerca è oggi - quasi memoire degli accenni della selvaggia vita pri,meva degli italici che ci hanno lasciato Lucrezio e Ovidio ~ più specialmente affidata in questo campo (dove la sola indagine storica poco può dire di più, essen1 do arrivata _sin dove poteva) alla fol~loristica e alla etn~grafìa comparata. . E Giorgio F raser, il m.aggiore etnografo vivente autore ·della g·rande opera Il virgulto d'oro (The t · golden bought) - ci -presenta nei suoi saggi su L'origine magica della sovranità -- nel Lazio originario, un paesaggio quasi settentrionale; ove le quercie e i faggi, dal fogliarne c~duco e d.agli spogli · rami invernali, non avevano ancora ceduto il posto alle vivaci piante del mezzodì, cioè il lauro, l'olivo~ Data da questa un po• commossa celebrazione, il cipresso, l'oleandro ·e ancor meno a quegli intrusi . che doveva continuarsi annualmente senza interru- al tutto moderni che sono il limone e l'arancio ... • zioni, quella interpretrazione idealistica delle origini paesaggio popolato da rare t,ribù di nudi cacciatori dell 'Urhe e della vita delle sue prime genti che e di nomadi pastori. E le ricerche dei due maestri dominò anche la tragedia francese del 600 e della nostra paleontologia - il Pigorini e il Dalsfociò nella visione neoclasSica .dell'arte canoviana. . !.'Orso - confermano e, si può dire, anticipano tale descrizione. Idealizzazione che fa pensare. a quella dell'uomo - Intorno alla fondazione di Roma sul Palatino primitivo secondo la dottrina del Roussea·u, quale si presenta nella prosa di Atala e nella poesia leo- (la quale il Pigorini presenta come una stazione terpardiana Ai Patriarchi, e grazie alla quale, allo ramaricola quadrilatera con argine a fossa, come la stato selvag•gio, l'uomo appare perfetto esemplare pièena Pianello) l'indagine relativamente recente .dà della specie e puro e felice ; così che oggi al classico mito tale vitale comice da inserirlo senz'altro nel quadro della controllata ,realtà; sufTal fra le Vaste californianeselve, frag.ando di inattese conferme le favolose narrazioni Nasce prole beata... degli annalisti latini. • • • • ca ,no 1a e • I

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