Vita Nova - anno III - n. 4 - aprile 1927

NEL PRIMO CENTENARIO DELLA MORTE DI FOSCOLO 223 rompe là dentro e cambia aspetto a ogni cosa. Se Ja un 1sentimento 5empre fervido. Egili si butta intero a1He vita è _trista, essa è santificata dalla passiorne umana. cose ; da tutta la sua ainima non solo a1•:1 opera in Tra le cose destinate a perire o sulle rovine medesime, complesso, ma a ogni pagina, quasi a ogni per.iodo, a l'uomo getta il riverbero caldo non già della propria ogni verso. Egli è sempre lì, ,tutto quanto, in ogni ~Musione, ma <teiI prQPrio senti,mento. 1 immagin•e e in ogni i<lea ; perciò .la lettura continuata Amore, pietà, ricordo, ésaltazione delle cose belle delJe ,sue p,a,gine è ta•lvolta faticooa; anzi di solito e magnificazione deJle impres-e eroich-e : tutto ciò re- egli vaile più nella pagilllél staccata ch,e nel capitolo dirne 1 la vita. Ciò c1 he ìl'uomo può amare, div,enta per o nel discorso intero. ciò ,stesso degno 4i es1 ser•e vi,ssuto. Gl1i uomini passano, Scrive .le Ultime l~ttere con l'intenzione di descrima .i:lpoeta o l'oratore o Jo storico dànno alle loro pas- vere un vinto 1della vita. L'idea deft suic,idio è già sion,i i,l sigiJJo de,Ha eternità, in quanto ogni altro uomo ·latente neHe pri,me pagiine, poi domina sempre p.iù p«rà sentirle come es·se furono sentite la pr,i.ma volta. assiilainte. A .un certo pU111todel romanzo, s',inizia il Per questo il Foscolo _pone tanto alto la poesia, e in p-ellegrinaggio senza mèta di Jacopo, che è 'la carattegenere ogni forma di letteratura. L' eloquenza, che ri,stica co11sa.aliilamorte degli aUucinati. · egd1irimpiange perduta e va r.Ìlntracciando negdi scri1 t- l,l libro dovtl'el:>be es·sere un libro di ·rnOilte, e non tor.i antichi, è non tanto la forza di persuadere quanto lo è. L'ltallia che vi appare nello •sfondo dovrebbe la v,irtù di cOimnuovere; è la promotr.ioe di una corri- esser-e una t·erra avviliita, vitti,ma dalla l)erfidia straspondenza d 'amorosi ,sen·si nel significato più vasto ni1era ,e .ddlla ,ignavia indigena, ,e non ilo ,è ; tanto è deMa frase, tra uomo e uomo, ka i vivi e i morti. L' elo- · pot,ente, •sotto la de,scrizione della ,miseria attuale, iil quenza così intesa, ripeto, è Ja passione. Se il mondo frremito di ch,i vi contrappone un idea1 le di grandezza. è ,tristo, iil iSenti,men:todel,l 'uomo è di per sè un modo, Noi non possiamo pensa,re avvilita una terra che è. di esaltazione della vita. descritta con tanta passione, che è ancora tanto viva O Italiani, io vi esorto alle storie... Tutti cono- neil .cuore di uno dei suoi fìglii. Tutto nei romanzo scono jìl pa1sso famoso .. Ma, a leggerlo attentamente, tende al gr~dioiSo, sia pure per contr~sto. Jacopo apci si avvede che la storia non vi è intesa come ri-- pare un esaltato, non un deboìle: anche tSe, alla fredda cerca del vero o ,interpretazione dei fatti. Anch'essa analisi egli può riv,elare la ,sua in:ettitudine a volere vi è intesa come passione. lo vi esorto alle storie, per- e J'intima .infelicità dellia prqpria vita spirituale. Egli chè niun popolo più di voi può mostrare nè più cala- finisce ,miseramente, senz' aver compiuto nJLm-lae,&senmità da compiangere, nè più errori da evitare, nè più do,si ,esamito nel grido ·e nello sfogo•; ma come una virtù ch'e oi Jacciano rispettare, nè più grandi- anime fi,gura inti,mam,ente eroica ,buttata fuori del ,suo cli,ma degne di essere liberate dalla oblivione... La storia, adatto, consumato d,al dolo.re di non poter essere scriverà neila st,essa pagina, è consolazione a1llla' gonia g,rande, di non ipotere amare niè una patria, nè una di chi muore dopo· aver compiuto qualche cosa di donna. Si ucoide perclhè è una forza di,sperata di non nobiìle. Non è ,la storia itipo Mura.tori; è la sto.ria poter servire a ru.ilda. · come ·sarà in Miidielet. L'idea fondamentale è ,se,mpre È iil si,mboJo idea.le della giovinezza ardente che la medesima : ·str,ing,eretra g.li uomini ,la cor,ri,spondenza d'amorosi ·sensi. sempre giudica sè stessa .superiore al pr~prio t,empo,t · e non sapenrdo proporsi un limite, si crede illlimiil:ata. Storia e poesia, son dunque per iii F oscodo una cosa unica. Peir questo egli, che vi-.neal -tempo del Quando egl:i immagina di giustificarsi davanti a Dio Canova e s.i crede classico e ama le .favole pagane, (Cf,,e se il Padre degli uomini mi chiamasse a rendi.; è già un romallltico, di quel roma:nticismo robus.to che mento di canti ... ), vo.i sentite che questo vinto ha una der.iva, più O meno consciamente, daU' entusiasmo ossatura micheilangiOilesca. E le -Ultime lettere pote~ settecentesco e non ha quasi nulla di comune coli ro- rono perciò tramutarsi in un breviar,Ìo spiritua:le per .i manticismo moriboso di un Hoelclerlin O di un No- giovani, tra ,iJ 1820 •e il 1848. va!l1i 1 s. C-ercare in 1 lui la cc creaz:ione pura d,el:l' Io», N,e,i Sepolcri, solo il ~itolo è veram,ente ,sepolcrale. come ora ,si è tentato, mi 1sembra un eriore. · C'è in•vece Tutto i'l resto,, a non lasciarsi trarre in inganno da l'éllffemnazione d,ell'Uomo, che è tutit',altra cosa. L'.idea ailcune frasi ·buttate qua e là, come .brevi zone d'ombra deriva da1U'i 1 llu•min,ismo, co1me tutti sanno: se non che · entro una 1uce d.i fuoco .. è ,esaltazione della vita oltre nel Foscolo non e' è più l'uomo in astratto, staccato la to,m,ba, 01 litre .iii ten1po e -la di_mentioanza d,egli uo-- dalila società e •b'asferito ìn una natura id,eale, bensì -mini. 1,1 senti,men•to d'amore perpetua la vita, ,come Ja l'uomo concreto, buttato n,ella storia e nella società, poesia perpetua ,la storia. E, per ch1i legga bene, ile travolto da 1l suo osauro destino d'uomo• ma ~alvato da sciagure umane che a1 ppaiono proprio ne.lil'ultimo verso, ' ciò che ,il suo cuore -sa •crear,e. non possono dare il tono 1definitivo del carme: immerse Se badate a ciò, f()[,se vi riuscirà più compren-- come ·sono nel clangore d.i gloria degli ultimi ve1is-iet si1 biile come le sue opere abbiano sempre un tOIIlOdi- direi quasi, nella gran luce del sole dhe ti.splenderà verso da qud1o che logicamente dovrebbero avere. eterno insieme con ,esse. Alla pri:ma lettura, ne abbiamo un' impressione di I ,di,scorisi Della servitù d'Italia, la Lettera apolotroppo sostenuto, che può parere di derivazi01ne reto- getica, pare che vogliano ,suggerire nul'la più che la rica; poi ci accorgiamo che è la tensione natura,le di rassegnaziorne d,ignitosa ai governi stranieri; e ,suggeri- ' ' ' ibli eca Gin • . '

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