Vita Nova - anno III - n. 4 - aprile 1927

GLI ULTIMI CENT'ANNI DELLA VITA ITALIANA 215 I I. Ma perchè ricordare tutte le sue pubblicazioni? E come lo si potrebbe qui? Basta, oggi, questo cenno di presentazione, come premessa necessaria a far intendere tutta la bellezza suggestiva e la precisione . storica della sua vecchia e recente opera: / liberatori. Vecchia perchè sono ormai trascorsi vent'anni da quando Pasquale De Luca ebbe l' incarico dalla direzione della Patria degli Italiani di Buenos Ayres di scrivere un volume documentato delle vicende del nostro Risorgimento. Lo scopo del giornale era evidente: richiamare al1a memoria dei nostri connazionali lontani dalla patria le glorie, i dolori ed i martiri che condussero alla emancipazione del loro paese. Il compito non era facile: ma Pasquale De Luca ha saputo armonizzare le esigenze editoriali con · quelle delle storico fedele, preciso, scrupoloso, e tenendo presente quanto finora è stato scritto su uomini · ed avvenimenti, ha narrato - nel breve ciclo di trecento pagine - la nostra faticosa, sanguinant~ lotta contro il nemico, partendo dalla prima guerra dell' indipendenz~, 1 combattuta da Gioacchino Mural.·· nelle Romagne, per conchiudere con • Basta rammentare le Memorie della guerra d'Italia degli anni 1848-49 di un veterano austriaco. L'autore dopo aver premesso che l' Italia sotto la dominazione di Francesco Giuseppe si era « sollevata a tal grado di floridezza qual non era mai stata conosciuta in passato », si accinge a trinciare giudizii su uomini e avvenimenti con una sicumera che quando non indigna fa pietà. I patrioti? Non ce n'era uno che avesse la fedina criminale pulita: gente da corda, « professori di barricate >> che un altro governo avrebbe relegata in qualche penitenziario. Invece la polizia austriaca, sempre gentile, umana, generosa,· la lasciava libera la Breccia di Porta Pia; si è indugiato sui singoli atto.ri del grande dramma mettendo in evidenza, senza preconcetti, gli errori e le virtù d'essi, facendo giustizia di giudizi dovuti più alla mancanza degli elementi apparsi dopo che a malanimo COMBATTIMENTO NELLA SFORZESCA (21 MARZO 1848) I Dalla serie u Guerra dell'Indipendenza Italiana, Campagna dell'esercito piemontese nel 1849 • o settarismo. Lavoro arduo e quanto mai poderoso eh' egli col suo stile terso "e suggestivo, con qualche scorribanda attraverso il campo delle lettere, della politica e della satira, ha compiuto mirabilmente, tanto che quelli che poterono vederlo s 'augurarono che tutti gli italiani potessero leggerlo. · ·· A soddisfare questo desiderio degli studiosi ha provveduto l' Istituto Italiano di Arti Grafiche di Bergamo il quale ha profuso nel volume - quasi completamente rifatto dall'autore sulla scorta di nuovi documenti di recente venuti in luce - tutta la sua arte che meritamente lo pone in prima fila fra gli editori non soltanto nostri, illustrandolo riccamente di ben 474 nitide riproduzioni di ritratti, di monumenti, di battaglie, di stampe dell'epoca; e con 14 Jac-simili, ricavati dal De Luca nella maggior parte dalle preziose raccolte del Museo del Risorginemto di Milano. La bella serenità, l'equanimità di Pasquale De Luca nel giudicare anche le azioni del nemico, mi richiama, per antitesi, ai libri di storia che circolano in Austria e, purtroppo, non in Austria soltanto. ■ n 1anco pur conoscendon·e i nomi. « Ne fu forse arrestato uno solo? Ne fu uno solo punito?)), si chiede lo storico fedele. Sembra una menzogna eppure non è che la verità con una lieve striatura d' ironia. Pasquale De Luca pubblica, infatti, una nota delle spese per bastoni, sale, aceto, ghiaccio e bende per causare e poi cicatrizzare le ferite prodotte ai patrioti dal paterno governo del Feld-Maresciallo Radetzky; ma che prova ciò? Che i puniti, i torturati non furon·o. mai... « un solo >). Le cinque giornate di Milano? Una cosa amena, esilarante. Figuratevi: ebbero origine dai « cigarri». Già. S' iniziarono con le « insolenti provocazioni fra il Teatro della Scala ed il caffè Cova dove i promotori di tali disordini incoraggiavano i Ìoro satelliti contro gli ufficiali che erano tuttora autorizzati a vestire l'abito civile. I quali ufficiali passeggiando sul Corso si videro strappar fuor di bocca il « cigarro >>. Gli ufficiai i risposero « alla canaglia comprata, gettando il guanto agli eroi del Club >) ma quelli non risposero. Per paura , naturalmente. Poi avvenne un piccolo •

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