Vita Nova - anno III - n. 4 - aprile 1927

, I • UNIVERSITÀ FASCISTA po~ di lui che era stato l'artefice maggiore della spedizione. Il Crispi reduce dall'esilio, aveva avuto dei colloqui importantissimi con Luigi Carlo Fa-- rini, allora dittator~ dell'Emilia senza concludere nulla di positivo; cli poi l'amico su.o Rosalino Pilo, · nel Febbraio 1860 si rivolse a Giuseppe Garibaldi, invitandolo a capeggiare una sp~dizione nella . Sicilia, non appena· vi fosse scoppiata la rivoluzione, che si veniva preparando. Garibaldi, a tutta prima, rimase un ' . po 1ncerto sia perchè comprendeva l'importanza della spedizione che gli si proponeva, sia ancora per la disposizione dell'animo suo in quanto s'immaginava di essere caduto addirittura in un tranello del partito moderato. Era il momento del cruccio e del dolore più intenso per il dramma del suo matri- ~onio con. la marchesina Giuseppina Rimondi. Pur tutta via dichiarò che, se , le circostanze fossero stat~ propizie; egli avrebbe accettato l'invito. Intanto Rosalino Pilo col Corrao veleggiava alla volta della Sicilia a preparare la insurrezione men- . . tre il Crispi rimaneva in Piemonte. I primi segni del ,movimento si palesarono il 4 Aprile 1860 con la caratteristica rivolta d -Ila Gancia, alla quale avrebbero ·partecipato vari frati del monastero stesso. A questo inizio, tenne dietro una specie di guerriglia, da non mettere però in pericolo ~l dominio borbonico ; il 7 Aprile, appena conosciuto il tentativo della Gancia, il Crispi e il Bixio s'ab- ,,. . ma, dava guarentigie sulla serietà del movimento, Così il 30 Aprile fu decisa la spedizione. Il 5 maggio Garibaldi, che aveva raccolto 1083 volontari, partì dallo scogli~ di_Qyarto sul « 'Piemonte » e la « Lombardia » ; due navi, di cui aveva simulato di impossessarsi in ..danno della società Rubattino. , · ~i mi indugio un momento su un problema storico che ha un valore grande ; l' atteggi~mento vero del Cavour riguardo alla spedizione in Sicilia. È uno dei problemi più difficili, in quanto ci mancano documenti decisivi, e in proposito abbiamo spesso delle notizie contrastanti. Esporrò quella che a mio modesto avviso, è l'opinione. più plausibile, into~·no a questo punto importantissimo. Prima di tutto il Cavour non aveva un concetto chiaro s~lle condizioni dell'Italia meridionale; tant'è ver~ che nel marzo del 1860, rivolgendosi al Vil- · lamarina, ministro sardo presso il Re delle due Sicilie,· gli chiedeva privatamente se, sopra tutto nel continente, si potesse sperare in un movimento annessionista, come quello dell'Jtalia centrale ; quanti erano i murattiani e i repubblicani, e varie altre informazioni. Nell'Aprile quando non poteva igno~are quello che si veniva preparando nei circoli del par- . tito di azione per indurre Garibaldi ad assumere la direzione dei moti di Sicilia, il Cavour cercò, su questo non cade dubbio, di dissuadere dall'accet- ' -- ,,, boccarono con Garibaldi pregandolo di mantenere tare. Naturale non lo poteva fare lui direttamente, < · la promessa di capeggiare. l'insurrezione. Garibaldi 1 in massima accondiscese con questa esplicita dichiarazione, che egli sarebbe andato in Sicilia, qualora il movimento fosse stato veramente serio, e avesse tenuto fermo, finchè egli non fosse sbarcato nell'isola. Per tutto il mese di Aprile vi fu un febbrile lavorio ; ma Garibaldi non pigliava ancora una decisione irremovibile. Dall'isola si avevano • -r le notizie più disparate ; un telegramma convenzionale di Niccola Fabrizi, spedito da Malta, par-eva accennare al fallimento del moto ; ma quàlche giorno dopo, o un altro . telegramma, ispirato dal Crispi, o, una diversa interpretazione del telegramperchè non esistevano più fra' due grandi italiani i buoni rapporti di un tempo a causa deÌla cessione di Nizza, che aveva reso Garibaldi esule in patria e anche per altre ragioni ; quindi si servì del Frapolli, legato al Cavour e nelle buone grazie di Garibaldi. , Quando parve al Cavour che una spedizione siciliana avesse probabilità di buona ritiscita, egli pensò di mettere a capo dell 'eventu~le spedizione Ignazio Ribotti, ufficiale italiano, che aveva combattuto in lspagna per i liberali eontro i carlisti. Perchè. tale preferenza? Bisogna teniamo conto delle condizioni del momento, delle lotte di partito e Bibl·oteca Gino Bianco

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