I l I I • I • ' ? !l.ÌNIVERSIT A FASCISTA come _dittatore e lo stesso officio assumeva anche a Parm·a; a Bologna Massimo D'Azeglio rimasto fino al 19 luglio, per provvedere ai più urgenti bisogni, affidava ogni potere al conte Falicon. cipio di settembre a Firenze, a Modena a Parma e a Bologna era stato votato dalle varie. assemblee l'annessione al Regno Sardo, previa decadenza dei relativi principi spod_estati,· il govern~ piemontese . Il pericolo era indubbiamente grave per la Romagna, giacchè c·'era da temere l' atrivo di truppe pontificie, che avevano rioccupato Ancona e Pesaro e avevano preso. di vìva forza Perugia. Ma il timore non si avverò.~ I.ntanto d~accordo con Napoleone lii. si trovava impacciato p~r la ,isposta da darsi alle rispettive deputazioni. Il Re non poteva rifiutarsi ~ ~ di riceverle e, riceven~ole, cosa· avrebbe d~vuto .dire} . si sceglieva governatore della Romagnà il c8rso LeonettQ I. Cipriani; .#anche lui però nel Novembre si ritirava, cosicchè ·cario Farini finiva col diventare dittatore .di tutta I'Emilia. . .. • .. •• • .. ~ ,. • "' I ... ..·. .Quj~di si aveva un unico dittatore pe! l'Emilia in. Luigi .Carlo Fari.~i con tre ç;overni, a Modena, P ~ma; ~ , Bologna ; e ·un altro . p~r la Toscana con Bettino Ricasoli, presidente del Consiglio dei mi- ~ nistri.:..Bettino .Ricasoli palesò ferrea energia conducendo, tra ostacoli 'gravissimi, le~cose a buon porto_.. Era così testardo che il Cavour, benchè noµ fosse _più·~inistro, si lamentava dell~ sua -cocciutaggine e scri1;1endqa Marco Minghetti, presidente dell'assemblea romagnola, ebbe a dirgli : vi, compiang(?_c.he abbiate a fare con un mulo, come il Ricasoli. . 1 . - Ma il Ricasoli ebbe una costanza veramente straordinaria ; e, quando dovette m~ttersi in contrasto col Governo piemol)tese~ che non voleva intralciare le ~attative per la pace, che si conducevano ·a • Zurigo, e.perci~ faceva una politica in partita doppia egli non si adattò a cedere in· nulla, nelJlmeno nelle forme e nelle apparenze ; come ~nche nelle. lunghe . contese _fya il çoverno emiliano e quello• toscano per la questione della reggenza nella così detta, e · geograficamente mal detta, Italia centrale, cioè nel- ( 1'Emilia e nella Toscana. . . . Nell'Emilia infatti si temeva un eventuale ritorQÒ~ei duchi,• e la possibilità che il papa riconquistasse il dominio della Romagna : quindi si ragionava così: Nella peggiore ~ipotesi, se non possiamo conseguire l'annessione al Regno di Sardegna, ve~iamo almeno di costituire il regno dell'Italia centrale ; che sarà sempre miglior parti~o·che ricadere sotto i vecchi dominatori. . Ora il Ricasoli combatteva costoro ; e Marco Minghetti si adoperò a convincerlo del contrario ; finalmente si giunse a far aciettare dal Ricasoli la ~eggenza del ·Principe cli Carignano come consa- ~r.azione dell'unione votata dalle assemblee al Regno di Sardegna. Intanto, perchè fra l' agostCe? il pri~- • r Jn questo bivio si · ricorse al conte Fed~rico Arese, il quale in nome _del mi'nistero piemontese, ·, chies~ consigliQ a Napoleone lii non. come impe- - ratore dei Francesi ·ma come· amico dell' Italia : egli · dei due abbozzi di risp~sta presenlatìgli c~msigl_iò' di prescegliere quello evasivo e cioè che il ·~e ..· accettava le votazioni. co_meespressione dei desideri~- delle popolazioni ; che ring~aziava I~ popolazioni per la loro benevolenza ; e 1 che si sar~bbe fatto interprete e avvocato presso l'Imperatore dei "francesi e presso il congresso, perchè questi desideri fossero I esauditi. Così f~tta risposta venne data ai rappre- · sentanti della Toscana. e in seguito .a quelli di ' Modena, di. Parma e della Romagna con piccole · differenze di forma. · , Il Minghetti disse spiritosamente che le varianti • · relative alla Romagna erano dovute a un po' d'acqua benedetta; cioè eh~ s'era usato uri.qualche riguardo perchè si trattava del dominio temporale, questione più difficilee scottante che·quella_degli altri pr.in• cipi danneggiati. · · . · Il Governo francese dimostrò la propria indignazione contro il Re Vittorio Em-anuele, e lo stesso .fece Napoleone III sul « Moniteur » mostran- · dosi concorde, questa volta almeno nell'apparenza, . . la politica del Governo francese e quella personale · di Napoleone IIJ. . .. _ Certo ·1~imper~tore mirava a condurre le ·cose in maniera da conseguire la cessione di Nizza e Sav~a non ostante che ·no~ si fos~e ottenuta la liberazione . della Venezia, lasciando il Piemonte . ,acquistasse per altra via pari aumento di territorio. A tale scopo proseguì a sollevare sempre grandissima· difficoltà per l'annessione ; poi fece pubblicare un opuscolo, nel quale 1si sosteneva che il papa poteva rinunciare a tutto, fuorchè a Roma e al Lazio e •mandò così a mçnte il progettato çongresso. Inoltre ottenne che l'Inghilterra strappasse delle assicurazioni , che l'Au~tria non sarebbe_ intervenuta con le · armi neJle faccende italiane, anche se l~ cose si fossero svolte diver~amente dai patti stabiliti a Villafranca, · . che il 1 O novembre .furono consacrati nella pa~e di Zurigo ; mentre egli presentava a T oJino le aue • • Biblioteca G·no Bianco·
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==