... . . ,.. I ; BÒLOGNA (' 87 tato la diplomazia e reso difficilissimo all'Imperatore concludere una pace, che avesse dato una smentita alle sue parole. Lo stesso 8 giugno, la retroguardia austriaca era battuta a Me~gnano ; il che accelerava la ritirata austriaca alla volta del Mincio. Così come si erano svolti gli avvenimenti fino all'8 giugno, tutto inclinava a favore degli alleati francosardi; ma le condttionì, nelle quali si · trovavano gli Austriaci da una parte e gli alleati dall •altra, arieggiavano le condizioni in cui era cominciata la campagna del 1848 che ebbe inizio al Mincio ; quindi si può dire che il mo~ento più importante della guerra principiasse col giugno. Il Governo v,ennese accusò il Giulay di quel1'insuccesso. Egli senza dubbio, non era uno stratega di valore ; era un mediocre soldato, però se indaghiamo lo ·svolgersi dei fatti e compulsiamo i documenti .. conosciuti, dobbiamo convenire che la colpa non fu tutta del Giulay, ma in buona _parte di Vienna, donde si pretendeva di dirigere la guerra. Raccolto ormai l'esercito austriaco nel quadrilatero, il Giulay fu richiamato e il giovane imperatore venne ad assumere il comando dell'esercito riordinato e rafforzato avendo come capo di stato maggiore il vecchio maresciallo Hess, che aveva col Radetzhy combattuto in Italia negli anni 1848 e 1849. Il nuovo comando si proponeva questo piano di guerra : ripassare il Mincio, attaccare i Francosardi prima che si fossero tutti riconcentrati nel Mincio ; dividerli spingendo gli uni verso la Venezia tridentina, gli altri verso il Po e affrettarsi su Mila~o : in altri termihi una campagna di riscossa per •riconquistare la Lombardia. A tal fine il 23 giugrio riunì le forze austriache di qua dal ·Mincio sulle alture di Solferino, di S. Martino, di ~ozzolengo e di Cavriana, cosicchè, quando i Franco-sardi, che avevano proceduto · senza tr~vare resistenza, vi giun: sero, si trovarono, il 24, improvvisamente di contro gli Austriaci, convinti che gli alleati non avessero Fcora varcato· il Chiesa. Ecco come si a~piccò la famosa battaglia di Solferino e S. Martin~ ; nella quale combatterono circa 260.000 uomini. La battaglia fu dura ; e i Francesi riuscirono a occupare le alture · di Solferino e di Ca vriana alle 5 del , pomeriggio. Invece le truppe piemontesi poterono sloggiare gli Austriaci· da S. Martino e da Pozz'olengo alle nove di sera dopo 14 ore di attacchi micidiali, ·alla baionetta. -un furioso temporale scoppiato nel pomeriggio favori l'esercito sardo ma 'l Bibliotec Gi o I neo .. impedì a quello francese d'inseguire il nemico, che batteva in· ritirata, dopo aver perso 22.000 uomini di fronte a 17.000 degli alleati. _ · ' La battaglia di Solferino e S. Martino si · disse allora, e fu innegabilmente, . la più .grande - battaglia combattuta in Europa dopo l'epoca napo·- leonica. La situazione sembrava ottima; tanto· che , gli Italiani credevano ormai questione di qualche mese la liberazione dell'Italia settentrionale dalla · dominazione austriaca. Erano giunti 35.000 uomini·= dalla Toscana, sotto la condotta di Gerolamo Napoleone, più che sufficienti a riparare le perdite · sofferte nella campagna. Intanto Venezia era in-· vestita dalla flotta franco-sarda. Si diceva esser pronto anche un corpo d'~ser-. cito che appena aperta la via di Vienna da una· nuova vittoria, sarebbe stato inviato in Ungheria · per appoggiare l'insurrezione, .ritenuta f sicura. Le: speranz~ insomma degli Italiani erano grandi ; . e nessuno si immaginava che presto sarebbero svanite e la Venezia sarebbe rimasta ancora per un· set-· tennio in mano agli Austriaci. Pochi giorni dopo · si conclusero i famosi preliminari di pace di Villa- . franca, l' 11 luglio 1859, in un abboccamento :' fra . l'imperatore Napoleone III e Francesco Giuseppe, fissandosi che questi avrebbe ceduto a Napoleone· III la Lombardia, meno Peschiera e Mantova perchè l'Austria voleva conservare il famoso quadrilatero. Le provincie lombarde, eccettuato Mantova, dovevano essere dall'imperatore Napoleone. lii con-. segnate a Vittorio Emanuele II ; quindi ·.al regno di Sardegna veniva ad aggiungersi quasi tutta la Lombardia. Il granduca di T <;>scanae il duca dì · Modena sarebbero· rientrati-· nei· loro Stati ; •il papa sarebbe stato pregato di accordare alcune· conces-; sioni ai suoi sudditi, e i vari Stati italiani, com- , preso la Venezia, avrebbeto formato la federazione i~aliana sotto la presidenza ·onoraria èlel pontefice. Come vedono l'aspetto stabilito corrispondeva . a quello che era stato il sogno del partito neoguelfo · nel 1848. Non era ricordato il · ducato di · Parma - perchè si voleva permetterne l'acquisto-: eventual-· - · mente al Regno di Sardegna. ~ I preliminari della pace di Villafranca come un fulmine a ciel sereno, dissiparono le speranze italiane. Eppure, contrariamente a quanto può sembrare fu proprio l'imperatore dei Francesi èhe fece le prime apertùre : il 4 Luglio egli ayeva telegrafato al governo inglese pregandolo di farsi megi~tore e aveva anGhe abbozzatG>le condizioni di pace. Il .. .. ' • I I I '
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