Vita Nova - anno III - n. 4 - aprile 1927

(. ... I . ,.. . - - .. 1, ., '!-•' ... ;a; . - . . ,. 4 I. \ .,.- \ TA~MONJA· ' . caramella deli~iosa · alla crema~ , ' . ., - .. ' . • • I • ) . .. -NOUGA-TINE caramella· croccante· .,· ·· · di ·111.andornleocciole -e cioccolato finissimo PRIMAVERA caramella ~ alla marmellata di delicata. fragranza -·UN I C -. . . . \ \ ' I • . \ , -· \Jnione Nazionale lndust~ia C ìoccolato Affini . \ , f . .. ,. f TORINO I I .,. I ·s· ·-r ·.:feca'.G·no· - .. - I .. • 1anco · I \ • I - ' \ I . ,- I ' \. . ' . '

Conto corrente con la Posta • Pubblicazione mensile illustrata dell' Università Fascista di Bologna. Fondatore: LEANDRO ARPINA TI / Direttore: GIUSEPPE SAITT A Direzione e Amministrazione: CASA DEL FASCIO / BOLOGNA / VIA MANZONI, 4 / Telefono 4-5? - Per inserzio~i di pubblicità rivolgersi all;Amministrazione della Rivista • • ABBONAMENTO ANNUO L. 50 / ESTERO L. 100 NUMERO SEPARATO L. 5 J. ANNO III. Numero 4 APRILE 1927 (Anno V) . EDITA A CURA DELLA CASA .DEL FASCIO DI BOLOGNA ino Biànco • I •

• . ' r I I SOMMARIO ARNALDO CERVESATO - Il natale di Roma . . . . • • • • · , · · · pag. 20I FILIPPO GALLI - Le oasi di Cufra . . · . . . . . . . . . · · · · · · » 204 CARMELO SGROI - Il prefetto del fascismo . . . . . . . • • • • • • • · » 208 ARTURO LANCELLOTTI - Il cenienario di Saverio Altamura. . . . • • • )> 211 DANTE MANETTI - Gli ultimi ceni' anni della vita italiana . . . . · · . » 214 ALBERTO MocCHINO .• Nel primo centenario della morte di Foscolo • • • » 219 UGO BASSI ... Per la stirpe italica . . . . . . . . . . . . .• • • • • • • » 225 E. RAPPINI - Un affresco vaticano: la pianta più antica di Bologna • . • >> 227 C. OTT AVIO COCHE'fTI - Di Leone Lunts profeta dell'irrealizzabile . . • » 231 , FRANCESCO FORMIGARI - Romanzi e drammi di' G. A. Borgese . . . . • » 235 . 1(ASSEGNE • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Politica estera: G. M. SANGIORGI - Politica interna: CARLO CuRCIO - Politica coloniale: Uco BASSI - Politica scolastica: VINCENZO CosTANZI - Economia politica: GIACOMO DONATI - Cronacafinanziaria: Uco MARCHETTI -. Letteratura: AUGUSTO GARSIA - Filoso/i.a: ARMANDO CARLINI - Arte: NINO BERTOCCHI - Folklore: UMBERTO BISCOTTINI - Commercio: FILIPPO GALLI. 1(ECENSIONI . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . • • ' E. PISTELLI - Eroi, uomini e ragazzi - F. BERTONELLI ,., Il problema coloniale italiano (G. L. Mercuri) - RAFFAELLO FRANCHI - L'amico dei poeti - PIRANDELLO - L'Esclusa (A. Garsia). QUESTIONI DEL GIORNO • • • • • • • • • • • • • • • • • Le filosofi.a italica (FERDINANDO D'AMATO). ;J\[0/ E GLI .f/LTRI . . .. • • • • • • • • • • • • • • • • • • Spunti polemici: Grossolanità (V. CosTANZI) - Una nomina scandalosa (B. B.) - Cultura pseudoJascista (PIERO SERENI). FRA LE RIVISTE. . . . . . • • • • • • • • • • • • • • • • Note ed appunti di TITO LIPPARINI. ECHI E COMMENTI . . . ·. • • • • • • • • • • • • • • • • Nazionalismoefascismo - Fascistizzazione della scuola,..Per tagliarcorto - Di un dossier ~ Un cristiano antico (Noi). I ·'DOCUMENTI '])ELLA STORIA DEL FASCISMO • • • • • , Il nuovo ordine corporativo in un discorsodell'on. Edmondo Rossoni ali' Istituto Fascista di Cultura di Milano. LEZIONI 'DELL' UN/i/ERSITÀ FASCISTA. » 239 » 257 » 259 >> 261 » 263 >) 267 » 269 Bi·blio eca Gino s·anco -

, / . IL NATALE DI ROMA Fu il 21 ( anzi il 20) Aprile del 1483 che venne ripresa, dopo millenario silenzio, la celebrazion,e del Natale di Roma. _ Non esattamente la ,rievocazione delle classiche ·· Palilie, quali sono descritte da Ovidio nei Fasti ;· ma una più raccolta e « intellettuale » cerimonia in casa del giovane Giulio Sanseverino (passato a noi col nome che si elesse di Pomponio Leto) piccola casa ·posta tra il Quirinale e l 'Esquilino e che ci Yiene ·descritta « tutta piena di epigrafi, di scul tur•e, di monete, di frammenti classici ; con un piccolo giardino ricco d'ombre e di .pace, coltivato secondo gli antichi ·precetti di V a,rrone e ·Columella ». - In questa casa, il giovane umanista fondava L'Accademia Romana ; cronologicam-ente la prima Accade1nia archeolo,gica di Europa. E Jacopo Maffei, nel suo Diario delle cose di Roma dal 14 72 al 1484, così ci descrive l'amabile festività di quel giorno : « Sull' Esquilino presso la casa di Pomponio, di domenica, fu dalla Compagnia di letterati celebrato il Natale della città di Roma. Compì solennemente il rito sacro Demetrio Lucens~, prefetto della biblioteca vaticana. Poi~ presso il tempio del Salvatore, la Sodalitas aveva preparatoun elegante convivio per i letterati e i compagni di studio. Sei Vescovi parteciparonoa· l banchetto e numerosigiovani nobili e colti ». · · E, ancor' oggi, la poesia e la prosa poetica non _ amano ornare di umano simbolismo (e quasi esoterico) la cerimonia delle « prìmavere sacre >> che la ricerca ha da tempo rivelato semplice episodio di superstizione propizi~trice ? * * * Il problema delle origini di 1 Roma per essere (com'è ormai) ricondotto a linee che non più consentono voii di lirismo shelleyano, non è per qu•esto meno attraente nel quadro vastissimo - in· parte inatteso - degli usi ~on_diali delle genti primitive al quale si riconnette. · La ricerca è oggi - quasi memoire degli accenni della selvaggia vita pri,meva degli italici che ci hanno lasciato Lucrezio e Ovidio ~ più specialmente affidata in questo campo (dove la sola indagine storica poco può dire di più, essen1 do arrivata _sin dove poteva) alla fol~loristica e alla etn~grafìa comparata. . E Giorgio F raser, il m.aggiore etnografo vivente autore ·della g·rande opera Il virgulto d'oro (The t · golden bought) - ci -presenta nei suoi saggi su L'origine magica della sovranità -- nel Lazio originario, un paesaggio quasi settentrionale; ove le quercie e i faggi, dal fogliarne c~duco e d.agli spogli · rami invernali, non avevano ancora ceduto il posto alle vivaci piante del mezzodì, cioè il lauro, l'olivo~ Data da questa un po• commossa celebrazione, il cipresso, l'oleandro ·e ancor meno a quegli intrusi . che doveva continuarsi annualmente senza interru- al tutto moderni che sono il limone e l'arancio ... • zioni, quella interpretrazione idealistica delle origini paesaggio popolato da rare t,ribù di nudi cacciatori dell 'Urhe e della vita delle sue prime genti che e di nomadi pastori. E le ricerche dei due maestri dominò anche la tragedia francese del 600 e della nostra paleontologia - il Pigorini e il Dalsfociò nella visione neoclasSica .dell'arte canoviana. . !.'Orso - confermano e, si può dire, anticipano tale descrizione. Idealizzazione che fa pensare. a quella dell'uomo - Intorno alla fondazione di Roma sul Palatino primitivo secondo la dottrina del Roussea·u, quale si presenta nella prosa di Atala e nella poesia leo- (la quale il Pigorini presenta come una stazione terpardiana Ai Patriarchi, e grazie alla quale, allo ramaricola quadrilatera con argine a fossa, come la stato selvag•gio, l'uomo appare perfetto esemplare pièena Pianello) l'indagine relativamente recente .dà della specie e puro e felice ; così che oggi al classico mito tale vitale comice da inserirlo senz'altro nel quadro della controllata ,realtà; sufTal fra le Vaste californianeselve, frag.ando di inattese conferme le favolose narrazioni Nasce prole beata... degli annalisti latini. • • • • ca ,no 1a e • I

... 202 ARNALDO CERVESA TO ll mito ,di Ròmolo e .Remo per opera di uno scolaro del Pigorini e del F,r.aser, il dott. Rendei Hariris, nella sua ricerca su i Gemelli Celesti, è nettamente jnserito n,el quadro della realtà etnografica, qual' è t·uttora vissuta da al trii popoli di altre plaghe. Qua'le fondamento di verità h.a la narrazione d,ei due g•emelli allattati dalla lupa? Anzitutto : come interpretava la mentalità primitiva questo avvenimento dell'eccezione della nascita dei g,emelli ? È ovvio pensaire come la comparsa di due ifìgli g,emelli fosse .natu,ralmente riguar ... data ,dall'uomo ·pri,mitivocome un fenomeno inespli-- cabile con le leggi · ordinarie della concezione , allattante le gonfie •mam,melle •urgono talora così dolorosamente che essa non esita a soffermarsi presso dei ,bimbi e offrire loro i capezzoli del suo troppo turgido seno, pur di t.rova,re un sollievo al suo • spasimo. . Fenomeno che per la su.a rarità, è causa di altre meravi,glie ,a quelli cui è d-ato osservarlo. Esso parve facilmente mir~coloso ai semplici pastori cui f.u dato di contemplarlo, non credendo qua-si ai pr~prii occhi, sulla rive paludose dell'ansa del Tevere, da presso .al 1ficorumina1e. . *** u,mana ... ,Di uno ,dei due ,figli la paternità non spetta · La venerazione pei « ge·melli » .èliede anche orif orse a un interven,to soprannaturale di spirito o di gine al culto degli idealizzati « Gemelli celesti » -<< Nume » ? Uno ,dei due deve essere adunque sac•ri... così che Castore e ,Poll-uce, i Dioscuri - figli del ·fìcato, ma « qu.ale » di essi? Il proble-ma è riso... cielo l,u.minoso e del tuono - prot,eggono uno dei Juto in ,modo sommario : con ·1, esi1 liare entra·mbi i massimi ,beni dell'Urbe primitiva : la navigazion·e neonati in u,n fosso, in un ·pantano, in una isola. fluvial~. , iLa località prescelta diventa ogg,etto di un ter- E con i 1 Dioscuri, che avevano origina,rio culto a rore sacro (Ta,bù) u.n vero e proprio Santuario; luogo Sparta, abbiamo altre coppie di gem~lli : Zethos e inviola,bile di rifugio. Mondiale fu (e riman,e) presso A,mfione a Tebe, Esaù e iGacobbe in ,Palestina,, genti di ogni plaga q,uesto c·ulto - dall'interpreta-- Giasone e T rittolemo. 1 Essi sono quasi sempre anziane al tutto inoppugnabile - special 1 mente dopo tagonisti I ',uno ali' altro ; come è portato dalla « in... gli stu.di ·del ,Fraser, che lo mostra tuttora esistente com·pati,bilità » delle reciproce o;igini avendo l'uno in tante pliag,he dell'Af,rica e della Polinesia, del- un pad·re divino (,Polluce, Romolo, Amfione) e l'all'lndi,a, della Fenicia, ,dell'Egitto. 'tro un padre umano (Castore, R·emo, Zethos)·. Il E ,M·osè - g•emello di Aronne - salvato dualismo, é spesso il conflitto, tra i .due gemelli, è dalle acq,ue dalla ;figlia del Faraone è esempio illu- talora .anteriore alla l~ro nascita stessa (Esaù contro stre 1 del momento « storico » in cui dei due gemelli, Giacobbe, ,Proito ed Acrisio, ecc.), che si manifeuno era con,dannato ad essere sacrificato, sia pure sta costantemente in diverse attribuzioni ,e attitudini, col semplice abbandono. e talora a~sorge a'll 'opposizione tipica di ,d,ue prin- ,Per 1 Roma la le,gg,enda si venne complicando cipi opposti; come nel dualìsmo persiano di Arisuccessivamente di altre note v,ersioni ;· ma è certo man.e ,ed Ormuz.d, « il buono e il cattivo spirito, ch•e la superstizione {dapprima assai crudele) sui fratelli g,emelli ». · g-emell.i, si venne mutando in venerazione per la còp... Nella leggen,da roman.a, la credenza primitiva pia infantile, ·privilegiata da'll 'intervento del Nume che uno SOio dei due gem•elli fosse figlio di Marte, fecond.atore - venerazione ,accresciuta nel caso di ci è conservata nel racconto de'll 'elevazione al cielo Romolo e Remo dall'inatteso allattamento da parte del solo Romolo, e nella· tradizione <tif.eritada Ovidella lupa, in tale zona cui i lupi giungevano forse dio della promessa dell'immortalità fatta da Giove solo per divorare i hambini e ov-e, in un antro, Fau- ad uno s0lo. L'introduzione della Vestale nella legsto cc 1 Luperco » (l 'allontanatore dei lupi) - vigi-- genda posteriore è ,diretta a spieg.are l'usanza dive ... lava appunto per cacciarli. nuta inesplicabile, dell'uccisione dei gemelli e della Al fenomeno, poi, della lupa che porge il suo madre, 'in tempi in cui la doppia figliuolanza era latte a .dei par,goli, ha già provvisto a dare spiega- supposta prova d'infedeltà della madre o d'interzioni - e sia recenti - la storia naturale; cioè vento d'uno spirito. l'os•servazione che {come fu visto ripetutamente in I particolari della leggenda di Romolo e Remo, alcuni villaggi della Russia meridionale) alla lupa il loro esilio, la costruzione della nuova città, .il / Bib i teca Gino Bianco

' IL NATALE DI ROMA 203 diritto di asilo accordato ecc., non lasci.ano alcun dubbio che l'origine di Roma si riconnetta ad un santuario di gemelli. Oltre agli esempi di attuali città di gemelli nell'Africa Orientale, non mancano . prove di altre « città di gemelli » nel ,mondo GrecoRom.ano : Amifissa, Delo, forse ,Delfo, Samotracia, Preneste ed altre. - ' Sarebbe int:eressante seg•uire- nelle tracce del1 'Harris - il culto dei Gemelli nella tradizione cristiana, da Cosma e ·Damiano, ador.ati come protettori della navigazione in un Santuario presso l 'Eufrate, a Giacomo e Giovanni, a Gesù mede5imo (venerato in Edessa altresì quale gemello di Tommaso apostolo) ~ e, risalire a-nche alla· tradizione Biblica, dove la stessa ostilità reciproca di Caino e Abele presenta una delle caratteristiche più notevoli di dioscurismo. *** Ma questo cammino ci ·porterebbe troppo lontano ·dalla Roma primitiva - e dal gìorno sacro ai Fati, in cui l'aratore mitico tracciò sul Palatino i limiti della città quadrata, sollevando, là ove doveva essere il posto delle porte nelle mura futu,re, • I • I I « l'aratro augurale, poichè altrimenti, sacra essendo la traccia del solco, nessuno avrebbe potuto oltrepassarla ». L'indagine p1ù recente ci mostra, adunque, l'uomo primitivo assai discosto da quella statica idealizzazione già celebrata aalle -lettere e dalle arti, che ne vorrebbe fare un eccelso prototipo, u~ urmensch della stirpe ; e lo riporta a quegli inferiori gradini della scala civile lungo i quali è il suo vero posto. Così a Roma. E il senso della vita del Ro- • mano primitivo è tutto dominato, assai più che da fioriti culti allegorici, da una incoerci,bile superstizione che lo rende sbigottito continuamente al cospetto dei fenomeni di natura, dalla necessità di placare le forze naturali dominatrici che propizia con ,perenni ·riti e con crudeli sacrifici, gettando vittime pelle voragini del suolo v•ulcanico e, periodicamente, nelle acque del Tevere e del lago Paterno. · Ma poi evolverà rapidamente, il Romano antico, ve.rso la luce, verso la serena umanità; e creerà, per sè e per il ,mondo, il suo ca,polavoro inuguagliato : le ·sacre· regole dell'alta giustizia u,mana e civile, nel mondo . ARNALDO CERVESATO • Veggonsi a og'}' ora e beneficii che ti fa l'avere buon~ nome, l'avere buon.a /ama ; ma sono pochi a comparazione di quelli che non si 11eggona, che l1engono da. per sè e sanza che tu ne sappia la causa, condotti da quella buona opinione che è di te : però disse ' prudentissimamente colui che più -vale1'a il buono nome che molte ricchezze. F. GUICCIARDINl - Ricordi ,, • I I ca Gino o •

( . • I . . NEL. CUO.~E ·:_,DEL· DESERTO LIBICO • . . .te Oasi di. Cùfra ... ·. .. . · La parte meridionale di Cufra è la più importante. In essa abbiamo la cittadina di El Giof, che ha belle casette all'araba, strade ampie e comode, un suk ove sorge la Zauia El Ghibli, la più vecchia scuola senussi di Cufra, la moschea, la Sceria, le abitazioni dei più facoltosi ikuan e numerose botteghe. Caratteristica è la visita al mercato settimanale che si tiene nel suk. Vi si trovano mescolati nella più strana confusione cartucce di carabine vecchie di 30 anni, conserve italiane di pomodoro irì scatole variopinte provenienti da Bengasi, calico azurro e bianco di Manchester importato · dall' Egitto, avorio e piume di struzzo del Uadai e cuoio. . Ma i. prodotti dell' Uadai , vengono ora difficilmente a Cu- . fra, vi capita soltanto qualche ! • • • mere 9nte _per sue rag1on1, v1 passa d~rétto verso l'Egitto o la Cirenaica·. Le ferrovie dell' Afri- .. ca eq~cJ~orialefrancese, e quelle del Sudan, le str·ade camionabili ., di tali territori, hanno fatto deviar-e tale commercio, aggravato anche dal fatto dello stato di ostilità che esiste in Cirenaica. I {Continuazione vedi num. 2) le palme, il cu{ numero supera certamente i) milione~ sono dappertutto, ma a differenza delle altre oasi ove crescono isolate, qui si inceppano. Si trovano quasi sempre in macchioni alti fìno a 20 metri, con una circonferenza dai 30 ai 50 metri, ed in ciascun cespuglio vi si sviluppano da 20 a 60 tronchi d~ palme ed anche più. La proprietà della terra e degli alberi di datteri e divisa in Cufra fra gli Zueia e i Senussi. Quando gli Zueia invitarono Sidi ~ Ibu El Senussi a venire a Cufra, ognuno di essi diede ai Senussi un terzo delle sue proprietà di terre e alberi di datteri. Ma la · proporzione di uno a due con l'andar del tempo per quello che riguardava la proprietà delle pal- ' . ' . me torno ancor p1u a vantaggio degli Zueia, poichè questi, abitando regolarmente l'oasi, piantarono continuamente nuovi alberi, cosa che i Senussi fecero con più lentezza. Si possono vedere nelle oasi i muri che dividono le proprietà dei Senussi da quelle degli Zueia. Un commercio ancora abbastanza attivo a Cufra, fatto preferibilmente dagli Zueia, è quello degli schiavi per I' agricoltura, che servono a loro per la coltivazione dell'orzo, ·del mais e del miglio. I Senussi in fatto di agricoltura sono più progrediti, essi coltivano meloni, cocomeri, Anche il commercio degli schiavi è diventato più difficile ed il loro prezzo e salito data la vigilanza delle autorità francesi nel Uadai da dove provenivano di preferenza. I Beduini per sfuggire a questa vigilanza ricorrono al matrimonio; sposano una ragazza nel Uadai e poi la portano nel loro paese, divorziano e IN VISTA DI ERDI la vendono. Nel 1919 afferma uva, banane, melanzane, pomidori, cipolle e nei loro orti non mancano olivi, melograni, albicocchi, limoni, aranci, peschi e mandorli. Una cultura a cui pure si dedicano i Senussi è quella delle rose e della menta, da cui traggono l'acqua di rose e l'essenza di menta, entrambi essenziali nelle loro cerimonie di ospitalità. Gli animali che più si trovano sono i cammelli, le pecore, gli asini e pochi cavalli e pollame in ger1ere. Però la carne a Cufra è un cibo caro e prelibato es&endovi poco pascolo. Il prodotto principale di tutte le oasi è il dattero; · Hassanein Bey si poteva avere una .ragazza schiava per sei luigi d'oro (120 franchi), ora 11 prezzo varia da 30 a 40 sterline. I maschi costano meno. I Beduini sposano qualche volta le loro schiave e se da esse nasce un figlio maschio la madre diventa automaticamente libera. I Beduini non hanno i pregiudizi del colore così avviene che se una schiava da al capo della tribù il suo maschio primogenito, il ragazzo diviene alla morte del padre capo della tribù, anche se di color nero. _I figli d~gli schiavi sono schiavi; il figlio di una schiava e d1 un uomo libero e sempre libero, anche

.. . NEL CUORE DEL 0,ESERTO LIBICO 205 se povero ; e, se il padre muore,. lasciandolo orfano, egli non può mai divenire schiavo. Però la sorte migliore è quella dello schiavo favorito. Essi sono tenuti dai loro padroni in maggior considerazione e più confidenza degli stessi uomini liberi. Sono ben vestiti e ben nutriti, poichè se così non fosse sul loro padrone cadrebbe un cattivo ri ... flesso. Ad uno schiavo è permesso comprare una ragazza schiava. A circa due chilometri da El Giof sorge su una collina rocciosa alta 475 metri · sul mare la Zauia El Tag. Rohlfs non parla di tale località o per lo meno non ·le dà tal nome, ma è da ritenere che la Zauia ·El lstat (Zauia di Sua Santità) che egli nomina corri..- sponda almeno in parte all'attuale· El Tag. Nè ad -egli nè ai suoi compagni fu permesso di penetrare in quel luogo santo; il solo F ranz Eckart di Apolda che si recò- nel giardino di Sidi El Hussein potè alla -distanza di un chilometro gettare una occhiata su questo luogo misterioso. ., La descrizione che il Rohlfs ne fa coincide ali' incirca con quella di El T ag. Eccola: « La Zauia era posta su un colle roccioso, nudo, probabilmente dove per lo innanzi elevavasi un Gasr. Il luogo · circondato da alte mura ha tutto l'aspetto di una fortezza e dovette essere fabbricato a quel modo, IL FIGLIO DEL GOVERNATORE DICUFRA • I perchè nei primi tempi della sua fondazione il villaggio di Giof non esisteva e gli lkuan che ave- . . vano qu1v1 stanza non . ' erano cosi numerosi come ora. Tutte le volte che gli Zueia emigravano verso il nord, gli lkuan che rimanevano in Kelabo, . erano costretti a cercare un riparo dentro le mura della zania contro le eventuali scorrerie dei Te..- bu.... Nell' interno vi è una grande moschea, una abitazione vastissima per lo scheik della zauia, una medresa e alcune botteghe. La zauia giace a 6 km. da Balma verso occidente e circa a metà distanza da Giof verso nord-est.» Questa determinazio- • ne abbastanza esatta deHa 1ocalità fa senza dubbio identificare El Istat di un un tempo con El T ag di . oggi. La descrizione che ne fa il Rohlfs corrisponde Bianco anche con quella del- )' Hassanein Bey, il quale dirigendosi a Cufra da nord fu sorpreso dallo spettacolo che gli si pre- ' sento. . Egli camminava su un terreno che gradatamente saliva verso una cima di non grande altezza che gli chiudeva l'orizzonte. Improvvisamente e sul1 'orlo della vetta si delineò il contorno di un gruppo di edifici, le cui ripide pareti si distinguevano appena dalle roccie alle quali erano simili nel colore e nella forma. Da El T ag si domina quasi a picco tutta la bella vallata di Cufra lunga circa 40 _km. e larga 20; vi si vedono le varie oasi e El Giof con accanto il piccolo lago azzurro i 1 quale, se rincuora e rinfresca la vista del viaggiatore, gli dà anche un'amara delusione poichè anch 'es ... so, come i suoi confratelli UN PRINCIPE SENUSSI A cUFRA delle varie oasi, è salato. Ii nipote di Saied Idrls . Non si deve pensare che i Senussi, questi predicatori del ritorno ai puri e semplici principi del Corano, questi propugnatori d'ogni rinunzia, vivano una vita da anacoreti nei loro romitaggi inaccessibili e fuori del mondo. Saied El Abid, il cui viso di gaudente padre guar ... diano è riprodotto dalla fotografia, fu da Hassanein Bey trovato ammalato di gotta e la casa di questo lkuan, cugino di Saied ldris e governatore di Cufra non è la nuda celletta di un frate. Essa è attraversata da un labirinto di corridoi (ali' uso arabo) pieni di porte dietro le quali vivono i membri della famiglia. Le stanze sono adorne di finissimi tappeti, di sete, di damaschi, cuscini e mobiletti intarsiati. Il gottoso El Abid possiede anche una raccolta di orologi, di termometri e barometri di ogni epoca, _marca e dimensione, che formano la sua gioia. Egli con infantile delizia si diverte a fare andare tutti gli orologi della sua collezione contemporaneamente. Nel sacro e impenetrabile recinto di El T ag, il Vaticano della Senussia, esiste anche una moschea, la quale nulla ha di particolare e di diverso dalle comuni moschee della Cirenaica e del deserto. Sol ... tanto in essa si trova deposta in un angolo sul terreno la bara..-sarcofago ove sono raccolti i resti di El Mahdi. Questo sarcofago di legno massiccio e pesante ha la forma di una portantina, con il tetto spiovente. •

• • 206 FILIPPO GALLI T aie forma si ·spiega dal fatto che quando i Francesi cominciarono l'occupazione. del Tibesti, per paura · che, giungendo a Curo, ove era morto e sepolto El Mahdi, profanassero la sua tomba, trasportarono a· Cufra a mezzo cammelli la sua salina. . Un'altra cosa degna di nota a El Tag è la biblioteca di Saied ldris. Essa si trova in una stanza che fu adornata da un artista fervente seguace del Senussismo, venuto appositamente dalla Tunisia. 1 Però, data la continua assenza di Saied ldris, che passa il suo tempo divertendosi ali ~europea, al Cairo,· la biblioteca è alquanto trascurata. La mag ... I gior parte dei libri è posta in casse pronte per essere caricate sul dorso dei cammelli e ciò in caso di fuga. Fra i molti volumi che essa contiene ve ne sono dei pregiati e rari, e_non mancano 'libri moderni stampati al Cairo e in India. Parecchi manoscritti sono rac-- chiusi in preziose copertine di marocchino; parte di essi provengono dal Marocco, Tunisia e Algeria. Ad eccezione di pochi libri di lingua persiana, tutti sono in arabo. Alcuni manoscritti del Corano sono miniati in oro; non mancano opere di filosofia, teo-- logia, sofismi, misticismo, talismani, magia, poche <li poesia e parecchie che trattano della lingua araba. Cufra, come abbiamo detto, rappresenta oggi, · dopo l'occupazione nostra di Giarabub, l'unico centro importante della Senussia e~ è da essa che parte e si muove ogni azione di rivolta contro di noi in Cirenaica, ove le basi più attive dell'azione senussa sono Gialo e Augila~ I Senussi sono i veri dominatori politici del de ... serto libico e quindi di Cufra, ove hanno un governatore un Uakil (rappresentante del Senusso) e un Kaimakan. Posseggono anche delle truppe regolari le quali però sembrano destinate soltanto al servizio di polizia. Il loro numero non è rilevante m~ sono equi ... paggiate completamente all'europea, con tenute kaki, fucile moderno a baionetta pieghevole, bandoliere, cinturoni e giberne di cuoio. Lasciando C~fra da sud l' ultimo pozzo che si incontra è quello di Ezeila. Attorno ad esso, come a Zighen, ma più limitata, se estende una vasta zona di hatab dopo la quale comincia il deserto alquanto più vario che nel tratto prececente, ma più difficile a . percorrersi. . Al serira succedono zone cosparse di pietre rosse o nere, liscie, gare numerose appaiono qua e là ai lati del percorso. Spesso il terreno si rompe in an-- fratti, o da piatto diventa collinoso e pietroso intralciando la marcia a uomini e cammelli. Spesso questi tratti difficili da attraversare hanno lunghezze di 1 O o 12 Km. e fanno perdere molto tempo. Le colline che si incontrano, se così possono chia ... marsi tali gibbosità, non sono molto alte: esse vanno dai 3 ai 1 O metri al massimo. . L'unica elevazione verame11te i1r1portante che si incontra nel percorso fra Cufra ed Arkenu è l' Uadi Er Maharig. In prossimità di Arkenu un altro rigonfiamento Bibli teca Gi o an·co del terreno lungo circa 2 Km. e alto fino a 100 m .. sbarra il cammino, ed è un miscuglio di sabbia e di pietre. · . . . . · Dopo sei giorni d1 marcia le montagne d1 Arkem .. appaiono sull'orizzonte e all'alba il sole le indora facendone una fantastica visione di castelli medioe..- vali. Esse si elevano a 500 metri dalla superficie del deserto e sono composte di enormi massi granitici .. Il nome di questa località deriva da una pianta che· in essa si trova e che i Corani, abitatori temporanei del luogo, chiamano « arkenn ». Nella stagione del pascolo vengono qui le tribù dei Corani, Beduini e Tebu a pascolare i loro armenti. La vallata di Arkenu è un karkur ossia una valle· stretta e tortuosa a cui di sacco. · Quando gli indigeni vengono a pascolare lasciano il loro gregge circolare liberamente nella valle chiudendo la stretta imboccatura con enormi massi. Presso i Corani si trova un curioso burro liquido,. dovuto alla elevata temperatura. Essi lo offrono in..- sieme a pecore, latte e sanun ai viaggiatori che arri-- . vano in segno di dia/a (ospitalità). • · La zona esplorata di Arkenu comprende un'estensione 'di 15 Km. da nord a sud e di 20 Km. da est ad ovest, ~a non si sa se verso oriente di estenda ancora di più. Dal lato dell' Egitto l'oasi più vicina. è Dacla, la quale dista ben 600 Km. tutti attraverso un terreno desertico e inesplorato. Una antica tradizione narra che in lontanissi.mi tempi esisteva una strada fra questi due punti, ma un viaggio con una. carovana dall'uno ali' altro di essi durerebbe 14 giorni e sarebbe un' impresa veramente formidabile. A poco più di una giornata di marcia da Arkenu trovasi Auinat che e l'estrema oasi del deserto libico verso il Sudan anglo..-egiziario. Le alture di Auinat sono pure di granito ed hanno alle loro falde come un poderoso basamento di massi ciclopici. La valle di Aninat è piatta, sparsa di ciuffi d'erba, d'alberi di mimosa e di pochi arbusti che mandano fragranza di menta. Sul terreno serpeggiano piante di colocintia che stende il tappeto verde delle sue foglie su cui risalta il giallo dei suoi frutti a grappolo. Di questo frutto si servono i T ebu e i Corani per fare l 'abra che è il loro piatto principale. L'acqua ad Aui.nat è abbondante, ma qui non esistono i pozzi, o bir, o matan come nel deserto,.· cioè acqua che si trova n~l sottosuolo, ma bensi essa viene raccolta dalle pioggie e infiltrandosi fra le roccie si accumùla in depositi nascosti. T aie forma di serbatoi d'acqua· si possono chiamare in arabo, in mancanza di migliore parola, ains, cioè sorgenti. Il viaggiatore egiziano Hassanein Bey scoprì in una roccia antich.issime sculture rappresentanti leoni, giraffe, struzzi, diverse specie di gazzelle e probabilmente dei buoi. Alcuni di questi disegni erano logorati dal tempo e sebbene di fattura molto rozza dimostravano nel loro autore un senso artistico. Giustamente I' Hassanein Bey osserva che fra tutti gli animali scolpiti non si vedono cammelli, che sono le bestie più comuni e frequenti del deserto, mentre I

NEL CUORE DEL DESERTO LIBICO 207 invece si trovano le giraffe che sabbia rossa cosparsa di pietre nel deserto non vivono ma han- nere; in prossimità di Erdi il no bisogno di praterie verdi e terreno si spiana e si distende di boscaglie lussureggianti. Ne coperto di verdi cespugli fino alle deduce quindi che tali sculture falde dell'altipiano. Anche la devono rimontare ad un'epoca valle di Erdi è lunga e stretta, a in cui il cammello non esisteva cui di sacco, formando un karin Africa e il deserto era una kur, chiusa da ripide pareti di verde distesa. Poichè il cammello roccia rossa. I pozzi sono identici fu importato dall'Asia nel conti- a quelli di Aninat e sembra che nente nero circa 500 anni pri- siano numerosi. Attualmente se ma di Cristo si deve concludere~· ne conoscono soltanto due, quelche tali disegni rimontano ad-· lo· indicato da Hassanein Bey, il un'epoca così lontana. quale non esclude che, oltre deriAd Auinat esiste una popola- vare dalla raccolta di acque piozione stabile di circa 150 ahi- vane, possa anche essere origitanti, il cui capo, chiamato.« Re nato da una vera e propria sordi Auinat )> è Sheikh Herri della gente, l'altro quello trovato dal famiglia dei Rezzi, una delle luogotenente colonnello francese principali famiglie dei Corani, Tilho denominato « Erdi - ma >>. il quale venne dal nativo Uadai Verso il sud, l'altipiano di Er..- in volontario esilio prima a Cufra di discende con ripida scarpata e poi ad Auinat, quando i F ran- sul vasto e sabbioso pi~no che lo cesi occuparono il suo paese. separa dall' alpitiano di Ennedi. Dopo Auinat ci inoltriamo in ' • ·. ,...Ma ormai le vie diventano più una plaga di deserto inesplorata .;;;:;:;;.;;=====~ ====~ facili e più popolate; i luoghi ahiche mai è stata visitata da euro- GIURABUD - PORTA DELLA TOMBA tati, le estensioni di pascolo, i pei. Da Auinat ad Erdi la di- DEL GRAN SENussi pozzi, sia pure di acqua non tropstanza è di ben 430 Km. con po buona, si succedono con freun da/Ja difficile e pericoloso, a percorrere il quale quenza e il viag6io · diventa meno faticoso e quasi si impiegano circa 1 O giorni. . privo di pericoli, sebbene la temperatura si mantenga Il terreno è variatissimo, attraversato spesso da sempre molto elevata. In ogni modo, molto vi è an..- dune, molto ondulato, pietroso e cosparso a tratti cora da esplorare in queste regioni che pochissimi di hatab secchi e di erba verde. europei conoscono e che nessun italiano ha mai visiQui i pascoli, sia pur scarsi e poveri, si incontrano tato. Oggi che in sussidio ali 'ardire degli uomini si più frequentemente che non prima di Cufra; ciò forse sono aggiunti mezzi meccanici perfezionati, possiamo è dovuto non tanto alla qualità del terreno quanto sperare che un raid di esplorazione aerea venga da noi ad una maggior frequenza di pioggie. È noto che compiuto su questa vastissima zona dei nostri possessi basta pochissima umidità perchè il deserto da arido coloniali e ci dia, con le osservazioni scientifiche e con e arso diventi fertilissimo. La temperatura in queste l'aiuto della fotografia aerea, una chiara visione geograzone durante il giorno ~ elevatissima e frequenti fìca di questi paesi fino a ieri misteriosi e impenetrabili. sono pure le tempeste di sabbia, minaccia e costante ·pericolo per le carovane. Alcuni tratti sono coperti di PAESE ROCCIOSOA SUD DI ERDI Bibl. ot a • IO a o FILIPPO GALLI \ LA VALLE DI AUINAT, ultima oasi libica nel confine con il Sudan anglo-egiziano •

• l ( I • . ' . ' • • • • • I Chi creide. 1ch,e dopo il « ma,nuale del prefetto fascista », com' e stata chiamata l·a recente circo~ lare del .Duce ai suoi più dir,etti ~ol'laboratori per ·· · I~ politica in.terna, sia spuntato d'un tratto il prefetto del f ascis·mo, è certament,e schiavo di qu1 ella menta .... lità facilona ,e miracolista che non conosce il dolo .... roso qav•aglio delle opere concrete e durature. Un tempo si •credevaeh,e a far-eil grande poeta bastasse la conoscenza della tecnic·a : oggi qualche fascista può credere che a fare il prefetto fascista basti la circolare ai prefetti. Or quella circolare è la più• chiara prova che - ancora man~cail pr1 efetto fa·scista. l1 l Duce si è so,.., stìtuito a,d ès~o per parlare alla provincia che te:nde ansiosament,e ,da par,ecchio, a istal.l'lare, sul1le orme 'del ,fascismo, una !l'innovatamoralita pubblica; ma si -diibattedietro ~empre nuove crisi .di beghismo e di incompr1ensione, a rcui solo una mano ferma, ma sopratutto u,n c·uore saldo e ·generoso potrebbe por . · .fine. La nazion·e ha Jetto con profonrda commozione . / le parole del .Primo ,Ministro e ha fìnalm•enteritroI , vato qu,ello sti,leche molto spesso è mancato a qual .... ch,e prefetto. Ma n,on crediamo sia stato saggio di..... vi1 samento qiu•ello d,e'lla pubblicistica del Regime ch,e ~ ·accanto a'l necessario encomiastico commento alla circolare, non ha trovato ,mo,do di denunziare i,l v,ero ~ig,ni&ato di que·l messa•ggioche parla non . solo ai prefetti •e al .partito ma sopratutto agli ita~ . liani nu,ovi. ' Meglio avr,eb~ero 1 prorvv•eduto alla lo,ro mis.... sione i pubblicisti de1 I 1par,tito,che molto spesso si abban.dona1:r1a0l 1 la v·uota rettorica della esaltazione, ad aiuta·re il Duce.nel.l'o·pera educaitiva, a far penetrare ne'll'animo d,elle mass·e avvezze alle blande pa .... role del comiziante, l '·ammonimen1 to sa,g,gioe rigido di ,chi, solo, in un popolo che attiend,e, antivede gli ,, avveni,menti, ·preannunzia qu,elle veriita che a stento · si fa~ scoprire dagli altri•. Il partito •ha bisogno ,di quest'opera ,di·vol·g.ar-izzaZJione, ,cm jnterpretazione 1ch,e in,diiehil'esatto orientàmento ali' Gpinione pubblica. Quel1 la che già chia·mammo la poliemica nel fasci.... smo, e che vuol dire la contiuua educazione ,del.... l'incostante istinto popolare, è una neces1 sita catego ... • I o • rica 1del partito che non può addermentarsi in ana concezione fatalistica, come se il fas1 cismo tutto abbia pensato, tutto abbia fatto, tatte le ~ete -abibia raggiu,nte.. N,uovi pro1blemi che ,esigono nuove solu.... zioni, nuove mète a raggiu1 ngere le quali occorre al .... lenar•e l ',aniffio e i nervi d1 e1 ll 'italiiano, bisogna quasi ·presentiire; e 1 ben•e vede nella p-ersonalità del D1uce chi, nella sua coscienz~, scopre l ?i,nsonneansia del nuovo, la febbre del domani, ch,e deve assor1 bir-e e ,mod1 ilìcare il ·presente. · ,Crediamo che il .coro ·di lodi seguito alla cir .... co'lare ai p[,ef.etti sia appunto il frutto di quella mentalità f,atalistica .e miracolistica. I più penso·si inv,ece'si sono preocc1 upaii ,dell" aspra via che il Duce ha aperto al partito e ai prefetti. Che vale saper com,m,entare•o-gnicapov•erso ,di ,quell'insolita circolare ,burocratica se non si sa vedere, ,dentro alle pa,.., role, le ,esigenze n•uove del regime? Hanno avver,.., tito i più, per ·esempio, che essa pone la ·prof 0nda esigenza della fusione •completa e inscindibile della vita statale ,e d1ella vita del partito. Già, ma questa e una bella scop1erta - si dira - che da tempo molti avevano fatto. E noi ris:ponderemo eh1e non è così, perchè da quel grande, origiinatl,etempista che è il Duce, solo o·ra egli ha capito che si può venire alla fusione di questi· che ifìno ad ieri erano i ,due aspetti del Regime : il pai:tito con la sua azione più o meno r,esponsa,bileda una parte, iii potere sta .... tale con le sue imprescindi,bili responsabilità dalI ',altra. Nè occorre, per far capire quel che andiamo di:cen 1do, rif ar•e la storia ,d,el,travag•lio,di Benito Mus .... solini, che dopo aver condotto le Camicie nere a Roma per conquistare il cuore della Patria, dov.ette in ,poche ore smobilitaire •centinaia 1 di migliaia di militi fed,eli che eran forse 1imasti insoddisfatti de'.l... I' incr,uenta vittoria e non avevan capito certamente ch1 e, ,con il Duce al Gov1erno, ,gli assalti erano superflui se non pure a·nacronistici. Nè occorre rricordare la soluzione data allo squ,a,drismocon il suo assorbimento nella Milizia nè la lenta scomparsa del · rassismo, logico 1 sbocco dell'azione ,del ,partito cl1e doveva,. ·nel 1 la provincia, com1battere contro le forti posizioni .inveterate dei politicanti, contro la spesso

IL PREFETTO DEL FASCISMO 209 cocciuta i.ndifferenza ,dei prefetti di conio giolit... ,prima parlavamo, sia perchè può distru,ggere motiano e nittiano, che credevano « al fenQmeno pas- ralmente il partito. Fino a,d ieri il ,partito ha avuto i . seggero » e non volevano abb·andonare al loro de- suoÌ compiti, e sotto un certo aspetto ha goduto di stino gli antichi compari. Siamo arrivati - e solo una sua autonomi,a. Oggi no : l'azione prefettizia pe,r merito del Duce - ad avere sconfitto tutti i si fa sentire n,ella vita del ·partito il cui compito resta partiti; - fenomeno che· -nella storia si verifica per più limitato ma più difficile. È sorto cioè il prefetto l,a pri,ma volta e che cela quindi ·le maggiori insidie del fascismo. perchè nessuna esperienza passata ci può amma- I,I D,uce con il suo profondo intuito ha accen ... estrare; siamo arrivati a togliere di ·mezzo molti che nato ,alìa vera soluzione nominando, prefetti, ·uomini nel passato godettero indiscussa fedeltà da parte di di sicura fede fascista che non disdegnarono il manvaste co_rrenti popolari; a trasform,are la vita e la ganel,lo ,q•uan 1 do esso occorreva, che occu·parono le struttura dello Stato e non ci siamo accorti a•ncora prefetture del ,R,egno quando queste erano i fortilizi , che. se fino ad ieri siamo rimasti nella fase prepara- quasi- invincibili del vecchio ·mondo parlamentaritoria della rivoluzione, oggi dobbiamo affrontare stico; c4e fecero i ras quando rassismo significava col cuore più saldo proprio le esigenze rivoluzio- ---:--di fronte alla decrepita anima borghese - arnarie, cioè dobbiamo pensare ri,voluzionariamente dimento, risoluzione, id,ealità. senza far subire scosse alla vita nazionale. 0 1 ra il prefetto del fascismo è il vero ca•po del E questo è pro,blema tremendo: pensare rivolu-- partito nella provincia. Ebbene chi può, a cuore zionaria,mente, formarsi cioè una mentalità rivolu- sicuro, dire che oggi il partito ,possa, senza grave zionaria, rÌ1 manen,do nelle forme della legalità. E danno e senza compromettere il suo avvenire, affi-· nqi crediamo che nel Partito - to.Jti quei tali che vi dare l~ sua ,direzione provinciale ai prefetti, ultimi .si sono i.ntrufolati 1per assicurarsi posizioni petsonal i venuti nei fasci ? P oichè il loro intervento non _può più o meno elettoralistiche - la g•rande maggio- discutersi, come non si discuterà dom,ani; ma oggi ranza è disposta a seguire ,con ,perfetta adesione il per giungere ·a quella unità che il Duce ha postul,ato ritmo rivol,uzionario segnato dal Duce : ma fuori con la sua cir,co'lare, bisogna far nascere •nell'animo del p.artito ? dei gregari la convinzione che i prefetti sono i più La burocrazia statale è ri~asta, specie nei più ~ensibili e austeri fascisti, com-e bisogna esigere dai alti e delicati organi, quelLa che venne formandosi prefetti una coscienza nuova, il distacco compìeto la mentalità accomodante, piatta, insensi·bi,le nel da qruel mondo di compromessi col -qu,ale a·ncora sonnolento periodo del giolittismo. Ai più alti g.radi alcuni forse son legati. si trovano oggi quelli che vissero la loro gievinezza << Il Prefetto - scrive il Duce - deve prennella ·gretta atmosfera del riformismo, dell 'insen- dere tutte le iniziative che tornino ,di ,decoro al Resibilità giolittiana; quelli che si vennero educando, gime o ne aumentino la forza e il pres,tigio, tanto intorno ,al. nov,ecento, ai compro·messi politici, alle nell'ordine sociale come in quel1 lo intellettuale ». lotte senza idea'li, alle repressioni poliziesche. ,E la Ma •per capire qu·ali siano 1 quelle iniziative occorre loro mentalità è agli antipodi di quella mentalità possedere al sommo ,g,rado la mentalità fascista, se rivoluzionaria che dev'essere ,riccadi slanci, di idea~ no si può arrivare a credere utile per la vita del re~ lità, di scrupoloso senso della respoilsabilità. Non gime ia lenta inesorabile distruzione dei fasci, attra~ si nega che molti, ad esempio, interpretano ed verso r e'liminazione sistematica dei capi fedeli per .eseguono fedelmente le direttive ,del Duce ; 'ma è •preparare .Ja rinascita di quel mondo elettoralistico ,quel calore di vita, quella passione personale che · che il fascismo vuol distruggere. E poi-chè ..:.._come solo può far sentire il nuovo alle folle che loro ancora si prescrive - il prefetto dev-eeccitare e ar~ manca. • monizzare l'attività del partito nelle sue varie 'ffia.... Quanti pre.fetti che oggi debbon far sentire le nifestazioni, - può avvenire che esso creda di docategoriche -esigenze del ,Regime, ,fino a q·ualche vere eccitare un,a manifestazione cb,e forse una menanno f.a, non credettero nel f.ascismo ! talità schietta,mente fascista non eccitereb·be. Sono •La fase che si apre per .il partito è estremamente queste le difficoltà tremende a cui va incontro il delicata, sopratutto perchè può sboccrure sia in prefetto da un l.ato, il partito dall'altro. Quando si quella fusione ·perfetta dei due elementi di cui trovan di fronte· due mentalità, il conflitto deve ' \

2.10 CARMELO SGROI I - di n1 ecessità nascere : allora si pe~petuerà quella damosa cc mezzad.ria » nel,I 7 esercizio <lell 'autorita che è fonera di totale disgregaziont, Il potere deil prefetto non può - i1 n regime fascista -::- essere ,discusso, cioè dev'essere sentito da tu~i come I' assoluto potere derivato ·dal Duce che solo serve le fortune ,del f,ascismo. V ero è ch,e il partito è sempre ,una fazione e il prefetto non può guardare ad esso per trascur1 are il resto, ma il par•tito è altresì i,l vei-ocrogiuolo del regime, è il depositario di q•u,ella•m,entatlitach·e è la base spiritual~ dell 'I ta--- ... Iia fascista di domani. Perciò se il fascis·mo -og 1 gi fosse affi.dato solamente ai ,prefetti, si dissolverebbe, per l,a natura stessa del funzionario che nolflpuò asI • I t sumere ~erti atteggiam·en,ti, nè 1può g,uidar,e folle; .. .acquisterebbe u·n carattere burocratico, pe,r·dendo impulsi, passione, febbri di rinnovamento. Il prefetto esegue ordini, non ,elabora dottrine, non pone problemi politici 1che form,ano il compito a cui il par-\ito deve dedicarsi. 4 • La sola sotluzione dunque dell'antinomia e la 1 creazione ,del prefetto d,el fascismo. Ora l'Italia f asci'Sta ha ,ancora molti eS'ponenti dell'alta bu,ro--- craz•ia, ch1e riman·gono inquad.r.ati spiritualmente nel vecchio mondo politico che il fascismo cerca di co:r~ I roldere dalle fond,amenta. Non bast.ano le riverniciat~re e i distintivi che ormai usa portaire tempestati di pietre preziose. La .revisione negli alti gradi d,elle pubbliche am·ministrazioni e il porro unum neces~ s~,i~m _del regime. Il partito ,magari potrà a-vere pe- · n?d1 d1 oscuramento ,e di degenerazione, ma il regime sarà presieduto saldamente ·dall,a burocrazia . fascista ; mentre nulla potran fare per la vita pere~ne d~l'1o Stato, un partito agguerrito, gerarchi de~m, quando a capo della vita pro"V"incialestan prefetti che no1 n vivono l'ansia ,del fascismo ma continu~no .ad emarginare pratiche e magari la~iano sopravvivere un an,acronistico squadrismo come un . beli' ornam~nto della loro azione politica, oppllle, · con mentalità che non si rinnova, credono nella fun~ ·/ z~one_di ve~chi ~omini coi- quali convissero in loggia a1. tempi beati della demo'Crazi,a. • . ' an Pro,blema dunque fonda,mentaile quello del prefetto del fascismo che, co,me il prefetto romano, deve sentire sempre presenti e o·peranti, nella sua squisi,ta coscienza, l1 e esi1 genze del regime che via via il partito fa naseere ; esigenze che debbono es~ sere ·cor,rette o inquadrate nella vi,ta nazionale proprio dai prefetti che possono -quindi rassomigliarsi a tanti piccoli centralmi rispetto al1 la grande officina in cui ;i;IGoverno Nazionale, ·pr,esieduto dal Duce che è il capo spirituale del partito, raccoglie le voci molteplici per unificarle in una superiore armonia. ,t\l problema ,anche il ,partito può dare una soluzione, in1dicando uomini preparati e degni ; uomini pensosi ,e immunizzati contro ogni epidemica febbre arrivistica. Solo aillora il lavoro del Duce, già troppo gravoso e vasto, potrà essere a.Jlievi•ato,perchè egli non dovrà piu pensare alla pro·vincia, oi,mai affidata a menti forti e intel'ligenti. Il fascismo vuol guarire l'italiano della malattia del sec. XIX : il parlamentarismo elettoralistico. M,a alla salute non si arriverà se nella ,provincia il prefe~? del r:gime invece di creare a se stesso quei comp1t1 che 11 Duce è stato costretto a segnalaroli e: a prescrivergli, si preoccuperà come fino ad o;gi s1 è preoccupato delle posizioni eletto1ta1 li dei vari deputati della su1 a 1 provincia, ai cui u,mori alle cui . . ' s1mpat1e, .alla cui azione, talvolta personalistica, non 1 ha saputo o potuto opporre ·un,a cosciente auto- ~o,mia 1 materiata di opere, ,pervasa -di id,ealità. . 1~olto adunque resta da fare in questo campo. S1 d1,ce_che. parecch,i giovani ·deputati h,an preferito la ~edag~ietta all 'ailta ca/fica di prefetto. Il Duce, as1 sa1 saggiamente, non ha i•nsistito su coloro che anc.ora sono schiavi dell'ormai decrepito parlamentar~smo. I funzionari non si creano ,d1 a un mo'mento al-: I ·altro ; e se il prefetto ancien régime non è adeg~ate a disi1 mpegna;re la sue funzioni 'Ilel'l,'ltalia fasc1st?,.meno ancora ne sarà degno chi, temendo un poss-l'b1leesont,to, non vuol perdere la già conquistata medaglietta di deputato. . : Ma la _via è tracciata e al prefetto del fascismo bisogna amva,re attraverso gli uomi:ni del partito. Anç•he questa è una sua a1 ltissi•ma fu1 nzione . .CARMELO SGROI

IL CÉNTENARIO DI SAVERIO ALTAMURA ·Cento anni fa nasceva a Foggia una degJ,i artisti che maggioomente doveva 1segnalar:si nella storia della pittura napdletana de:Ha seconda metà de,M'Otto~ cento: Saverio Altamura. Non era destinato aU 'arte. I genitori Raffaele e Sofia Perifano, quest'ultima di · origine greca, sognavano di avviarlo alla medicina, e, difatti, compiuti gli studi classici, il giovane Saverio si iscrisse a que1 lla facoltà. ,Ma fin da •ragazzo, altre erano -le sue é\spirazioni. Quando, seguiva il padre nelle lunghe passeggiate per· la pianura deJ tavoliere di Puglia, .più di una volta g_,liaccadeva di sostare ,estatico dinanzi a.Ila ibe:llezza d,i un tra,monto rosse,ggiante. E una volta, un amico di famigl,ia presente, vista l'aria atton,ita e as•sorta del fanciullo, d1isse al padre : « Questo qui o è un idiota o farà qualche cosa di 1buono. » ,f,in da alilora in Alltamura parlava, infatti, il pittore, ,il coloriista. Gli venne, quindi, i,mpartito qualche insegnamento di disegno •lineare da un archi~ertto, ma, intanto, egli frequentava Ile ,scuole degli scolopi dove ebbe insegnante i.I padre ·Borrelli, ohe fu anche un poco maestro d,i Ruggero Bonghi .. P~ù tardi, trasfel'ito a Sallerno suo padre, che era impiegato governativo, i~ figliuolo Jo seguì ed un ,giornoeb·be l'incarico di aiutarlo un poco nel copiare .in 1 buona ca!lligrafia una serqua di .nomi sopra un 1egistro i,mponente. Lavoro arido quanito altro mai, :ma che eg1li eseguì ,m,eccanicamente, ma che volle, senza avv,edersene, abbeUire con una serie di fregi a fiori e puttini ,recanti .corone e frecce o faci d'amore distribuiti isui iargh,i margini d,el l,ibro. Egli aveva infiorati i nomi dei pagatori morosi del Demanio di alllora ! Ricordando questo episodio nel caratteristico libro delle sue .Me.morie, I' Al- . ta,mura non ci dice come il genitore accoglies.se l 'albbeUimento sul registro burocratico. Ma non importa. Poco dopo Sav1erio viene mandato alJa vicina Napoli per ,stud,iare ,medicina. Vti si ingolfò ,sul principio con quelil'ardore che metteva in tut,to quello che facesse, ma. qua,ndo fu innanzi ai cadaveri ·seziionati nelle sale anatomiche, a1lla freddezza dei medici, .materi'allisti .senza scampo, ·egli, che era un'anima piena . di 1idea1lità, ne ebbe una grande repugnanza 1 ed una grande delusione. Un giorno, ·passando innan2ii al.I'Istituto di Belle Arti volle entrarvi, e ,subito vide un capannello intomo a due giovani che dalla curiosità e daU 'interesse con cui erano .seguiti dai compagn,i nel davoro, si indov,inavano primi deilla classe. Questi due giovani si ,chiamavano Dom~nico Ivlorelli e At,minio Saponieri. Ritornato aill'l,stiruto n,ei successiv,i ,giorni, egli si strinse subito ,in amicizia con ent,ram·bi. 11 Saponieri, tipo gracile di ,biondo, aveva Il ■ 1no 1an • già vinto il ,concorso di architettura e si preparava a quello d,i pittura. M·a sapeva che, in quest' ultimo avrebbe avuto a co,mpetittor-e i1 l Morelli che conosceva più forte di lui, e tanto se ne avvi,lì da ,amma,larsi e morire in età~ giovanissi,ma. iMorelli, tiqvece, un · tipo ,robusto, bruno, di occhio vivissi1mo. Tanto l'uno che J'a:ltro, quando A1 ltamura cominc1 iò a portare a1 lbum e matita ed a copiare qualche gesso lo incoraggiarono a insistere suHa via de,ll 'arte. 1V1ala :situazion1 e deH 'Altamura era fuori _del comune. Bench,è appena d,iciottenne, egli aveva già un vasti1 ssimo corredo di cognizioni classiche e scientifiche, e, tuttavia, capiva di valere molto meno del compagno analfabeta che • avesse già dimestichezza col. disegno .. Dovette cominciare dal mezz' occhio, dal naso, dalla !bocca. Questo tirocinio lento e faticoso non gli si adattava. Si dette, du-nque a cercare nuovi •metodi che gli a.bbreviassero e gli rende-ssero meno umile il ;lavoro. Ed appena seppe disegnare da.I rilievo un torso, un piede o una testa, ,invece di farlo a •sfumo, ,con la .matita, ,a,prì una .scatola 4i colori a olio e, .non ostante la proi,bizione dei maestri e .il di,leggio dei compagni, si mi.se a dipingere in:iitando le macchie di umidità che_ trovava ,sul gesso, facendo ·i,l fondo non unito ma come .reailmente lo · vedeva, con le sue asperità ,e le ,sue ..v. ariazioni di coloie. Ed una .sera si pi-esentò ne,lla sa:la dove si d,isegnava dal nudo e disegnò coi colori, riscuotendo le approvazioni di artisti come Costanzo Angelini, forti.sS1imo.disegnatore e decano d·ei pittori napoletani. ,Più ta1·di frequentò lo .studio di ,Michele di Napoli. Ma colui c:he ebbe a grande amico e guida preziosa fu Domenico lvlorelli. Leggevano insieme Dante, Byron, Shakespeare, e -facevano, poi, dei bozzetti delle scene che 1maggio11nente ,li avevano iimpressionati. Si ritraevano a vicenda ,sulla tela, compivano lunghe passeggiate nei dintorni di Napoli, entusia·sma,ndosi •pe,r le se,~pre varie beHezzze di es-si. Giunse così Saverio ai ventun anni. Bisognava fare .i,l .soldato o ottenere il can1bio versando mille ·_ lire, perchè un altro giovane, non di leva, prende,sse il po1 sto di quello chiamato. Ad Alta·1nura repugnava questa compera di un uomo che è poi costretto a far,si magari uccid,ere se durante la ferma capita una · guerra, perchè '1 'altro ~o ha ricompensato con un big.l,ietto ·da mille. Ma la legge d'allora permetteva ciò. Fortunata 1 mente la legge accordava anche l' esenzione dal servinio ,militare a dii avesse vinto un certo concorso 1di pittura. Ecco trova,ta la via d'uscita. Altamu·ra concorre, vince e si rispar,mia danaro e rimorsi d:i coscienz~. M.a oi volle una ,bella audacia a ci- ..

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==