Vita Nova - anno III - n. 3 - marzo 1927

e• UNIVERSIT~ FASCISTA che riafferrare la meta, raggiunta per la via dell'aria dopo che era stata raggiunta per la via di terra e di mare sui ghiacci per opera di un a~tro americano. Il volo col misterioso strumento del forte genio italiano, il volo guidato dall'audace ideatore scan~ dinavo, se la meta fosse stato il polo, non avrebbe fatto altro ormai che ripetere il tentativo di raggiungere una meta ·che altri avevano già toccata : . ripeterlo con uno strumento nuovo che ha capacità nuove di superare le difficoltà del tempo e dello spazio, ma in cerca d'una meta già stata raggiunta da altri. Questo non era invece che lo scopo secondario p.ei nostri scopritori ; lo scopo principale era quell9 di sorpassare il polo, di oltre passare da un continente all'altro, dall'Europa all'America attraverso agli spa!i polari. Non che l'impresa del \>alzo da un continente all'altro per la via aerea che pareva proibita agli uomini, fosse per· noi cosa nuova : una consimile applicazione l'avevamo già vista grazie ai dirigibili che hanno attraversato gli oceani. Nella lunga ·serie dei Zeppelin, dei mostri dell'aria che hanno tante. volte dovuto soccombere contro difficoltà gravissime di atmosfera, vi è pur quell'uno che ha varcato or· fan pochi anni, preda di guerra, dalla Germania agli Stati Uniti. Ma qui non si trattava ·che di seguire le consuete vie qell' a!ia con stromenti• più ,perfezionati : e varcare gli oceani è ·ormai diventata cosa di tutti _i giorni giacchè molti problemi dell'aviazione che un tempo parevano invincibili si superano oggi senza difficoltà eccessive. Quello invece che era eroico, quello che era sublime era oltrepassare la calotta polare che rap- " presenta il piò terribile ostacolo,: non superare distanze di poche centinaia di Km. ma la distanza dallo Spitzberg alla punta Barrow, 3500 Km., come chi volasse da Brindisi al capo Nord della Scandinavia in un solo volo oltrepassando le d_ifhcoltà di climi terribilmente diversi. Già dall'Italia Nobile aveva voluto sorpassare l'Europa tutta fino all'estrema Russia o alla Scandinavia, e questa dif.ficolt~climatica si era appositamente ricercata . . • 1no anca per superare in un primo esperimento le difficoltà che si incontrano in un viaggio continuo per climi rapidamente div~rsi spostandosi dalla zona calda . alla fredda. Quindi i problemi si affollavano, le difficoltà erano crescenti,· nuove ogni giorno, ad ogni passo dell'aeronave attraverso il fluido atmosferico, moltiplicate una volta entrati in quella zone dove le difficoltà climatiche si presentano mostruosamente difficili. E queste difficoltà sono state superate ris~lvendo quel problema fondamentale che era il più gran mistero che si offrisse all'indagine umana sulla superficie terrestre, quello di sapere che cosa esistesse in questa plaga, tra l'America e gli stati nostri sèttentrionali, quello che vi fosse tra l'Europa e l'America artica. E poi per quello che si sapeva ' da chi era già arrivatq .al polo si conoscevano le condizioni estremamente difficili del mare agghi,cciato Le aveva provate pochi mesi avanti Amundsen stesso quelle difficili condizioni, poggiando sopra un suolo terrjbilmente solido eppure terribilmente mobile col suo leggiero areoplano. Ma che cosa c'era poi di là dal Polo~ C'era un'estensione grande come mezza Europa, ma non se ne sapeva assolutamente niente, .nessun· essere umano ne aveva intravvisto il confine, nè indovinato il mistero. Era una presunzione quella che si formulava intorno ai caratteri di tutta questa · plaga. Lungo l'orlo di essa dove erano arrivati gli esploratori s'erano calati degli scandagli trovandovi delle profondità marine considerevoli, perfino tre mila metri !· Questo faceva supporre che molta terra non vi fosse .di fronte a tanta profondità di abissi d'acque, ma non si sapeva se in così immenso spazio non potesse contenersi anche una terra ragguardevole. Ora dal Norge la terra non fu trovata, per quanto la .visione fosse limitata dal,la nebbia ma non tanto però da non essere in condizione di poter affermare che terra non v'era. E allora, dovr~o dire che come scopo di esplorazione dell'immensa area il viaggio si è conclnso con risultato negativo? che ha servito soltanto a dimostrare che non c'era altro che qutllo che ci si poteva aspet-

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