Vita Nova - anno III - n. 3 - marzo 1927

91,,-t!! • ,r!!,.•-1( •• , ... ""'=' o «i":.r il · r • . ·e - ·: a BòLòéNA . , - I ( \ 1 I come fuori del concreto, del positivo, non poteva non condurre che all'immobilità e conseguentemente al livellamento, a ·cui, per altre vie perviene la democrazia. Di qui i corollari perfettamenti logici a cui pervenne Platone e che consistono nella distruzione della famiglia e della proprietà. Se· gli individui non sono che materia dello Stato, essi debbono subordinare se stessi all'Universale, che è lo Stato, e che spiega la loro stessa vita. Ed in tal caso le nozze sono sante, anzi sono santissime se riescono veramente proficue ~Ila vita dello Stato. Donde il suo concetto della comunità delle donne, che voleva significare la soppressione degli alfetti particolari e non già sbrigliamento delle passioni, in cui consiste il libero amore propugnato dai socialisti moderni. N è solo la famiglia, posto il concetto universalistico dello Statò; non ha ragione di essere ma nè pure la proprietà, la quale per Platone è fonte di litigi e fonda nella vita dello Stato tanti Stati. Eppure Platone cercava a suo modo di far -- ■ a I an ' • , , - vedere come .lo Stato sia, in fondo, armonia, ma questa è possibile sacrificando ogni molteplicità. Così non possiamo più meravigliarci dell'entusiasmo di Platone per la costituzione Spartana, perchè proprio a Sparta l'individuo era nulla. Ma distrutta l'individualità e posta una concezione fredda, olimpica dello Stato non c•erà più luogo per l' espressione artistica. Questo intuisce Platone quando vuole che i poeti siano banditi dalla sua Repubblicà. Il principio dell'Uno permanente, fisso doveva condurre, come s• è detto, al principio del1'uguaglianza, perchè esso è per sua natura quantitativo, matematico. Giacchè non basta dire che l'uomo è per la legge, cioè per lo Stato, se la · legge anzichè spiegare o creare la molteplicità, la sopprime. Nè l'uomo è per la legge, nè la legge ' , è per l'uomo,· ma l'uomo è la stessa legge. E questo il principio più vivido e· più luminoso della politica · moderna, a c~i. tutta la grecità, la romanità e lo stesso cristianesimo nell'età nei Padri e dei Dottori non seppero mai sollevarsi. \ .. ,. •

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