I -PARTITI POLITICI DEL RISORGIMENTO Le origini del Partito Federale • Un grande buio resta ancora intorno allo svolgersi della 'idea federale, e · durante il dominio napoleonico e specialmente dopo il Congresso di Vienna; tanto meno po,i si 5a, o è stato scritto, di un partito federale, con fonda,menti ch,iari e stabiliti e con una determinazione di linee, di pensieri, di azione e di reali ,scopi da raggiungere. Gli scritt,i ,di 1Giuseppe F errari, che rappresentò nel perio,do che va ,dal I 843 in poi 1a teoria federale repubblicana ,diversa ,da quella del ,Cattaneo, e più ancora da.Il '.idea neo-guelfa, ossia dalla federazione ,presieduta dal po'Iltefice, soino tutti tardivi e riguardano un periodo nel quale, o il senso municipale o lo spiir.ito ne<>-'guelfo avevano già cominciato a .svolgere l'azione loro. Il suo. f ederali,smo non è altro c!he una contrappo,sizione al.I' idea tenacemente ·unitaria co1me sostanza, e repu~blicana come forma, di Giuseppe 1 M1 azzini, e prende una certa concretezza, nel F errari, dopo parecchi ann.i da che la Giovine 1talia svolgeva ila sua azione. Negli storici recenti del federalismo italiano {non sono pochi quelli ohe per incidenza o per progetto ne discorrono), il partito federale o l'idea federale concretamente disegnata ed affermata, non prende oggetto di considerazione e di esame storico, se non intorno ,al 1846. Lo, stesso Antonio l\tlonti nel buon sagg,io sopra 1' « ldea ,federalistica nel risorgimento italiano >) si trova sul terreno sicuro e atto a esser trattato con qualche determinatezza ,di modi e di ,spiriti, soltanto dopo .il F errari, dopo il Balbo, d0tpo, in sos~anza, 1' avvento al soglio pontificio d,i Pio IX. PJii•ma \del 1846 vede una va.ga altalena, rispond.ente alle diverse forme politiche o ai diversi moti del '20 e '21, ,del '3 I e seguenti, e pensa che l'idea federale si debba soprattutto agli ,esuli « che nella ·maggioranza vivendo al contatto ,d,i nazioni unitarie molto d,iverse dall'Italia, si convincevano non potersi un tal regime applicare al loro ·paese e quindi accarezzavano idee federa li. » ldea questa che non può, a mio avviso, accettarsi nè come der,ivaz.ione lo,gica, nè come con~ sta~ione ,di ,fatto,, g,ia.cchft dagli esuli v-ennero, tra il '21 e il '40, idee o demo,cratiche o repubblicane o soprattutto unitarie, ,miranti tutte éllll'indipendenza dall'Austria, ·ma non idee federa lii. li partito federale o federalista italiano trova, dopo il CongretSso d.i Vienna, la sua prima espressione in un potente scritto uscito tra il lugl,io e l'agosto del 1831, col tito,lo « Indirizzo del Colonnello Domenico Bentvi oglio a,i popoli e ai principi d'Italia >>, titolo Biblioteca Gino s·anc che aveva evidentemente lo scopo d' .invogliare alla lettura anche ,i fedeli sudditi del papa, perchè il colonnelllo Bentivog.lio era ben noto come ca)po della milizia po•ntificia, raccoltasi in seguito al primo allontanamento delle truppe austriache avvenuto nel lugl,io. L'opuscolo, di poche pagine, ma dense di profondo pensiero', di pratica e d'esperienza P<?Ìiitica, di vivo sentimento nazionale, di netta vitSione della gravità dei pro,blemi che ~i presentano ali' Italia, preannunzia e anticipa idee, modi e fenomeni che troveranno più tardi un ulteriore sviluppo·, ma che fin d'ora s' i•mpostano con mira:bile chiarezza. Co,me farà molto ·,più tardi il Gioberti, l'autore dell' lndirizzo comincia a notare che I' Italia fu la prima nazione del -mondo, 1mentre ora è ridotta alla. più triste delle condizioni : è necessario, che essa riac- .quisti, dalla sua tradizione e 1 per opera propria, la forza per rivivere ancora con dignità e indipendenza tra le altre nazioni d'Europa. Egli •però non crede che si de·bba •ritentare la r,ivoluzione stroncata nel marzo, tanto peggio poi se essa rivoluzione si limita ad una re•gione sola, ·mentre tutta l'Italia si trova ·nelle stesse c.ond,izioni e tutti i popoli ,d'Italia .sento~o gli stessi bisogni di costituzione e di libertà. Egli pensa che un go,verno assolutamente d.emocratic.o non sia realizzabile più di quello che non sia la repubblica di Platone. « La ,bontà di tale ,go1verno è come 1 la verità di un teorema geometrjico, la quale si dimo1 stra esattissimamente al tavolino, ma no,n può -essere in pratica realizzata. La verità del teorema suppone linee senza .latitudine, punti s.enza estensione, e ,tante altre cose che hanno sola1nente un'lesistenza metafisica. La bontà del governo, assolutamente democratico suppone uo.... mini senza altra passione, fuori di quella del1l'amor di patria, e per dir tutto in una paro1la, gli uomini come e< dovrebbero essere ». -Ma gli uoimini << ,sono come sono » ,e co1 me sono stati ,se,mpre. Non è dunque .sperabile lo stabilimento,, e molto meno la durata permanente di un governo ,sì fatto, il quale si è veduto sempre degenerare in tirannide. n Ma la .tirannide a ,sua volta ha. ii suoi eno•rmi d,ifetti, in quanto che la volontà dei popoli è soppressa e tutto dipende dal potere dispotico di uno, molte volte male inf oiimato da poc1 hi fiduciari : .il governo della Santa Sede, •specialmente dopo il Congresso di Vienna, insegni. Del resto, continua l'Indirizzo, non •molto diversa è la cond,izione dei diletti,ssimi sud,diti della Corte Ro1 mana, dagli altr,i sudditi italiani. « I V enez.iani, i Genoives,i già padroni di sè ~
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