Vita Nova - anno III - n. 3 - marzo 1927

------------~-----~--------------------,---------- alla vita pubblica, di for,marsi una cultura fìllo,sofica e letteraria, quale la gioventù 1 degli ottocentofìli ha il dovere di raggiungere e pr•esto, se vogliamo, com'è sacro dovere, intraprendere con spirit,o saldo e ar-dore di sacrifizio la via imperiale del mondo. Gli stran,ieri ci atten- ·dono al traguardo dell'arte, poichè battJamo il recoq-d politico. Uomo• della provincia, isolato, e, per temperamento e per contingenze di vita, lontano dalle combriccole letterarie, rie-sce a forgiarsi una sua visione critica, discuti 1 bile, finchè volete, ma netta e organica, wlla quale hanno influito grandi mae,stri, con le doro pagine immor,tali, e per nulla le .svatiate e 1molteplic,i e labili correnti, che mutano di nome col mutare di lato. li suo volume (Vigilie d' A rie e di Vita. Di R.ubba, edito,ri, Roma), è un esempio, a!hi quanto raro· !, di probità e di serenità cri,t,ica. Ed anche di fona, poi ohe il Di Biasio si prova coi grand,i e con ,problemi d'importanza grave, co,sì da trascendere le linee della comune critica e della ~hiacchierata dilettantesca, cui ci hanno abituati gli o•recchianti. Carducci e Pascoli, S01focle e Cristo, e Dante. Rilev,iamo, chè non ci è consentito dilungarci partitamente su di ogni .saiggio, nè sui principali, per dire fino a clhe punto dissentiamo dalla part,icolare visione o interpretazione del-lo scrittore, una olassica chiarezza ed una serena. diremmo apollinea, posizione avanti ai singoli ~oggetti di ,studio. E ciò non è soltanto compiaci 1 mento di lettore, ma rallegra,mento di scrit- .tare, che assiste cotidianamente allo ,scempio della più pura virtù del pensiero italiano, -la diamantina politezza e cristallina trasparenza. E però siiamo tentati di perdonare al Di Biasio -qualche incrinatura di carattere, diremo o,rato•rio, che ta·lvolta interron1pe la ·bella e sostenuta prosa delle sue .pagine, ed ancor qualche apprezzamento démodé, che denuncia un avanzo di quel laicismo -impe-rante anche :in critica or è qualche ventennio. Il, Di Biasio pro,mette di aggiornare il suo pensiero. Niente altro, che non • RASSEGNE sia per partito preso o per pedanteria, c'è da dire su questo libro di saggi •critici, sussidiati da una veramente gustosa e vitale cultura, che l'ardore fervido di un uomo d,i autentico ingegno e valore sa risolvere in acutezza di osservazioni e ~ssai spesso •in originalità di sintesi_. Se pure correre appr,esso a Dante coi ferri fornitici ,dal De Sancti,s, per ncn dire d'altri, possa sembrare fatica per lo meno p,leonastica; o trascurare del Pascoai quanto è stato detto di recente 1sul suo significato co-smico•, po1 s-sa ap,parire superba indifferenza dell'altrui pensiero; o se I' attr,i,buire al mondo poetico -carducciano un valore di universalità e vitalità più romana e più sangµigna di quanto in ,effetti no,n •sia, possa significare _rivolta al1' o-rmai coimune e pacifico cliché del Po,eta maremmano; tuttavia a . . . noi p1 1ace questo atteggiamento te- . trago,no del critico,, eh' esso d-eriva da coscienz~ secura e da rispettabile isolamento. *** Giuseppe Spina ha pubblicato un -libro ,senza pr-etese 1e in umiltà di cuore (1:, er la nuova anima italiana. Libreria .Moderna, Caserta), dedicando.Io al ragazzi Balilla e ai giovani Avanguardisti. La ,stampa f asci 1 sta ne ha detto gran bene ,e cc Cultura fa-scista » ! 'ha, senz'altro, consigliato ai maestri d' ltaJia per 1' adozione n,elle scuole. È un libreitto ,dalla linea sem.plice e schietta come l'edizione, che fa onore alle maestranze ,meridionali per l'austerità, ed l~a un grandis- ·simo pregio: è ·scritto da un uomo che non è affatto un letterato, ed anzi .al contatto cotidiano coi numeri, per essere -un insegnante d,i matematica, ha rido,tto lo tSchema del suo pensiero alla pura -essenza d,elle verità fondamentali. Per tanto ;iì.la incisiva chiarezza accoppia una dialettica invulnerabile .ed una d,i--· ~ostrazione cor:redata di elementi positivi, da convincere ,e persuadere i meno pr~parati ,e ,i .meno proclivi. . N,c abbiamo letto di libri che p,retendono di parlare ai ragazzi e Biblioteca no 1an o J 79 ai gio,vani della rivoluzione fascista e dei nuovi dover,i ,e ,del,l'opera del Duce : questo dello Spina non ha ,precedenti per l'equilibrio e la salda struttura. Il fervore non nasce già dai pezzi di bravura rettorica nè ,da esaltazioni a freddo, ,ma scatur,isoe dalJa coscienza stessa del lettore alla narrazione dei fatti. Procede senza lenocini e ·senza calcoli di effetti: linearmente. L' lta1ia prima ,della guerra - durante la guerra - nel marasma del do,poguerra bolscevico - nell'inizio eroico del fascismo - nel1,opera grandio 1 sa del Duce - nei suoi d,iritti .di Nazione vitto!Tiosa - doveri dei Balilla e degli Avanguardisti - il nostro avvenire. Campeggia poi, ma in una sagoma adeguata aUa mente o alla fantasia della gio\tentù, la figura del Capo del f a1sc,i,smo. Date e fatti, -po 1 sitive e concrete deduzioni, constatazioni. Questa volta ;Wl matematico ci ha inseg·nato l'arte dello scrivere : si è fatto capire dimostrando, con l'eloquenza che non deriva dalle paro,le consumate e logore, ma daUa divina sostanza elen1entare dell 'anin1a, armo- . nia e luminosi,tà : convinzione e fervida fede controllata intimamente da ,un'intelligenza sp,ietata. Quante amare e sconfortanti ;riflessioni su que5to ep1 isodio letterario! lii critico ch•e si accorge di non aver dovuto rico♦rrer•e ai suoi attrezzi e ai suoi utelisiii per cercare di non es-sere giraocato, po1 ohe l'hanno ridotto a doversi guardare con circospezione e d1iffi.d,enza,vi assicuro che resta ,male. Tutte le classificazioni e tutti gl 'ismi, le formule e le distinzioni ti appariscono come pr•etesti di origine assai dubbia, sbaindieramenti senza passione, paura del nudo e dello sch,ietto. La nostra è diventata una •schiera di cavadenti e di baracconi della donna ragno attorno a,11'Ara votiva d'una dea che abbiamo ridotta a far ,da sgualdrina ai crocicchi fiequentati nell'ora d-ella libera uscita. ,..firate le som1ne ne riportiamo capogiri e repugnanze e forse il malfrancese. Or. ora poi è rinata la mania e la fe·bbre degl 'lsuri. Ce n'eravamo J

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