152 CONCETTOVALENTE • verita dalla lunga rovinora guerra del Peloponneso. Si costituisce in tal modo una ceramica attica trapiantata in Italia, che non sempre è facile discernere da quella dovuta al primitivo luogo di origine e che muove in principale misura da Ruvo e dalle città greche di Taranto, d'Eraclea, di Turi i. >> A questa ceramica appartengono le anfore, i crateri a campana, le hidrie a figure rosse, le mirabili lekythoi attiche provenienti dalle necropoli di Ruvo, ·di Canosa, di Oria, di Celia, di Carbo·nara -· rac ... colte nella quarta sala -, di Metaponto, di Montescaglioso, di Roccanova, e di Pisticci (sala Sa). - In queste due sale (IV e V) - accanto ai crateri di Oroa Monte Popolace, adorne in bianco e rosso, di ·file di perline, di tralci, di festoni, di grappoli e di una vasca sulla quale posano due colombe separate da tenie. sospese - già descritte fra le opere illustrate da G. Bandinelli - si delineano due thymiateria figurati con colori aggiunti di bianco, giallo e rosso cupo, e adorne di scene funebri e immagini di Nereidi; vasi i messapici di Brindisi; · !-'anfora metapontica decorata delle lettere alfabetiche Achee; i crateri Lucani di Roccanova, adorni di scene improntate di una purezza veramente suggestiva ed evocanti la ricca ornamentazione delle ceramiche di Armento - che dista non molti chilometri da Roccanova -; le armi, le .armille e le cicale ornamentali ricordate da Aristofane (sec. V av. C.) e trovate nella contrada S. Leonardo di Pisticci; il tripode bronzeo di Basilicata (forse di Missanello) le cui parti ·ornamentali sono costituite da placche fuse, con felini che richiaman·o il tripope scolpito di Metaponto, raccolto nel Museo di Berlino; e la ricca collezione di . anfore di Pisticci, la ridente cittadina basilicatese, che conserva ancora i costumi ed i canti ellenici . .Richiamo una mirabile kelebe attica (presa in 1 esame da Furtwanglez) della necropoli di Pisticci le cui tombe sono scavate a fossa e senza protezione : su di essa è disegnata una scena dionisiaca con figure , violentemente atteggiate, che fanno pènsare alle baccanti della tragedia di Euripide. « Dionysos, barbato, con lunghi capelli cadenti - scrive Q. Quagliati - annodati dietro le spalle e cinti intorno al capo da una benda trapunta sopra una girlanda di edera, vestito di lungo e ricco chitone ionico, siede 'sopra un mulo e tiene nella sinistra un ramo di ~igna stilizzato e nella destra iJ kantheros. Il Sileno nudo fa atto di fermare il mulo, mentre, con la :mano destra alzata mesce il vino da una oinochoe nel kantharos del dio. >> Una Menade, vestita di chitone ionico ricco di pieghe e d' himation, che le delinea il flessuoso corpo, segue Dionysos e solleva con la destra il tirso appoggiato al1a spalla e con la .. I I Bib ioteca Gino Bianco • · · I fiaccola fiammeggiante (metà del mano s1n1stra a V sec. av. C.). I segni della corruzion~ e della ricchezza di Tarantò Al tempo dell'archeologo Luigi Viol~, in una sala di qU:esto Museo, era es~osta una ricca coli~~ zione di terracotte nelle quali regn_a un ~ono piu libero, uno spirito alessandrino non 1mpacc1ato, una. grande predilezione per le fig~re_nude, p~r le scene d'amore, per veriste riproduz1on1 anatom1c~e ~d un volgare realismo. Additavano la corru_tela e _I a~lettamento pel piacere, che ?ccupava _lanimo dei cittadini ai tempi del magnanimo Archita, che, suo malgrado, chiudeva gli occhi su tale intemp_eranze ~er non indispettire il popolo,. che ~~l ~u??lico convit~ gridava: « Evviva! ·i nostri ord1n1 c1vil1 sono ~uon1 perchè si mangia! )> La ricchezza e potenza d1 T aranto, che accoglieva ai tempi di Pirro, circa 300.000 anime, è additata dallo splendore delle sue monete d'argento e di oro e dai dischi monetari della Magna Greèia. L' aquila di Roma La forza dell'arte ellenistica si incontrò con l'antico ingegno italico nella creazione di opere che, nel Museo, sono piene di vivezza ~ di carattere. La maniglia lunata bronzea proveniente da una tomba in pietra « carparo >), che faceva parte della necropoli romana di Brindisi (1 sec. dop. C.); il pavimento musivo con iscrizione latina e la vasca di una sala da bagno che P. Orsi scoprì fra i ruderi delle case dei sacerdoti dell' Heraion di Crotor1e; l'urna ceneraria di Canosa dedicata a Lucio Abuccio Salvo del sec. III ed evocante « l'attaccamento del1' arte latina alla decorazione ellenistica orientale nei motivi scolpiti insieme agli arredi per l' offerta della libazione, cioè di crateri, fiori e frutta, richiama - osserva Mario Salmi - il sarcofago frammentario incastonato sotto la tomba dell'Arcivescovo Elia in San Nicola di Bari ed i mosaici del tempio di Casaranello pei ch~ari rapporti con l'arte orientale >>; un grande mosaico di Canosa e, adorno di scena di caccia e di due mezze fìgure femminili contornate di rami entro tondi >>; il busto di Eros raccolto fra le rovine delle terme Pentaseinensi; le urne le inscrizioni e le pittur~ tombali romane di T aran;o presentano una ascens1o_n~ graduale_ che, per un'influenza vigorosa dello spirito gr co rinnovatosi ancora una volta con- .du_ce ad una piena armonia della scoltura e d~ll 'architettura .. I caratteri di quest'arte sono eternati nei ~onu1!1enti eh~ lungo le vie Appia e T raiana portano 1 segm bronzei dell'aquila e della lupa . CONCETTO VALENTE
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