Vita Nova - anno III - n. 3 - marzo 1927

ASPETTI ECONOMICI DELLA CRISI DELLA CLASSE COLTA 143 zione delle più rigorose si effetiuava dunque tra i giovani ·destinati a far parte ,della classe colta, e appartenervi era, d·unque, una delle maggiori ambizioni~ Oggi tutto questo è quasi soltanto un ricordo : lo sarà senz'altro in un pirossimo avvenire se continueremo a tener 1 gli occhi chiusi. Oggi tra proletariato e classe colta non c'è quasi differenza di condizioni economiche : gli stipendi degli. impiegati di concetto sono pressochè uguali e,· anzi, almeno .nei :primi gradi, molte volte inferiori ai salari degli ope.rai. E il teno·re ,di vita del ,proletariato si è elevato in conseguenza ,fino ad eg,ua-gliare o quasi quello della ,piccola ,borghesia. ,L'impiegato non è •più il « signore » : la suà .posizione sociale è guardata con indifferenza o addirittura con com- _m_iserazione. La cultura da lui rappresentata ha .seguìto la stessa sorte nella estimazione generale. Le conseguenze di un tale radicale capovolgimento vanno già mostrandosi con sintomi più o meno gravi. I padri che in altri tempi avrebbero fatto ogni sacrificio per far proseguire gli studi ai loro .figliuoli cominciano a domandarsi se ne valga veramente la -,pena. ,Do·dici anni di scuola postelementare per giungere, sì e no, a una laurea che promette un palli.do avvenire; dodici anni, oggi che la vita ha un ritmo sempre più celere e mutevole, costituiscono una pros•pettiva tutt'altro che inco- _raggiante per un padre di famiglia. E intanto quelli che hanno ·già compiuto gli studi e che debbono avviarsi ad una professione rimangono esitanti innanzi alle ca:rriere offerte ·dallo Stato. I migliori cercano altre yie : agli uffici e alle scuole rimangono_ gli elementi ·.meno buoni e di più sca:<sa iniziativa. Negli ultimi concorsi per i Ministeri il nu- ·mero dei candidati è stato ridotti3Jimo; le ca·.:te- ,dre delle scuole medie ·debbono essere coperte da supplenti o da donne e da preti ; gli insegnanti per ·1e scuole elementa.ri -maschili non si trovano più. E domani ? Domani la· crisi_ dovrà ancora ac- ~centuarsi, con effetti sempre ,più rovinosi. Avremo ·una più profonda selezione a -rovescio, e q·uindi una burocrazia e una scuola sempre meno colte e fattive. T·utta' la vita del paese dovrà risentiirne le conseg.uenze. _Anche perchè tutto questo stato di cose ha portato. indirettamente a una svalutazione impressionante della cultura, che non desta ormai rispetto e Biblio e a stima, ma insofferenza° e anche dileggio. Il rapido benefico diffondersi di una certa cultura nel proletariato 1ha contribuito, in un certo senso, ad a·ggravare ii male. T·ra proletariato e classe colta si ·è eliminata anche ,per que~ta via l'antica differenza radicale. L'operaio non ha .pe:cla cultu·ra i_l rispetto che incute il mistero di .un •mondo assolutam,ente ignorato : anch' egli ne sa qualche cosa, molte altre presume saperne, e insomma si ·è accorto che è solo questione di più e di meno. 1 Da una _parte cultura che diminuisce, dall'altra cultura che si diffonde : e la democrazia o la demagogia del sapere che trionfa. Quali i rimedi ? Si tratta di crisi profonde che non ammettono rimedi taumaturgici da cambiare la situaziòne dall 'og1gi al domani. Sono crisi che si risolvono con la reazione prodot.:a dal loro· accentuarsi e dalla constatazione dei loro effetti. Ma intanto occorre affrettare q~esta -consapevolezza del pericolo e del danno, e far nascere nell'opinione pubblica ·il senso della ,gravità del problema. E questo soprattutto 1perchè una tale crisi è per forza di cose destinata ad avere un corso· sotterraneo e perciò poco visibile agli occhi dei più. La crisi più c1 he di quantità sarà di ,qualità e perciò relativamente poco appariscente. In un paese di super--- popolazione come l' ,Italia, difficilmente potranno mancare gli uomini necessari a coprire tutte le cariche affidate alla classe colta. Si troveranno sem... pre degli indivi1 d·ui che /a~te de mieux si aci::onceranno agli stirpendi statali· pu·r di tirare innanzi in qualche ·modo. Ma saranno i meno adatti, gli incapaci di fa:rsi largo nel mondo, i pavidi ado:<atori ·d-el27, i travets per forza di tradizione. La burocrazia, la magistratura, la scuola d.iventeranno smidollat•~ e ignoranti : la selezione dei buoni sem- . pre meno r1go:cosa. La coscienza ·del .pericolo è ancor vaga o assente : bisogna crearla ed alimentarla. Bisogna con- . vi~cerci che un popolo ,moderno è grande quanto Ja sua cultura; che_ la classe colta è· la sua classe dirigente ; eh' essa dunque deve costituire I' unica V•eraaristocrazia della società contemporanea. E la via allora si aprirà se~z' altro innanzi a noi, e sapremo rip·ristinare ed anzi accentuare in ogni senso - e naturalmente in quello economi.~o - il distacco che non può non essere tra 1 proletairiato -e classe colta. UGO SPIRITO • • •

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