, , • I . J • 'L •' ., • PROF. ALESSANDRO GHIGI ) • MALARIA ' I III. LA i..OTTA ANTIMALARICA \ SERA DEL 26 APRILE 1926. La lotta contro la malaria può essere rivolta contro l'uomo malarico, .contro la zanzara trasmet-- titrice e contro ·r ambiente favorevole allo sviluppo dell'epidemia. Può recare meraviglia che io abbia usato l'espressione « contro l'uomo malarico » e non abbia detto contro i plasmodi che si trovano nel corpo dell'uomo; ma ho già detto nella prima· lezione che il plasmodio che ho considerato pura- · mente sotto l'aspetto zoologico entra, nei riguardi della cura, nel campo medico ed accennai che la . . L'uomo malarie~ è da considerarsi sotto un'altro aspetto ; ecco il valore morale ed economico • della questione. L'uomo malarico porta con sè una determin ita quantità c;li plasmodi, e per questo esso , è il punto di partenza dell'epidemia. Se in un paese immune da malaria si trovano anofeli ossia ' zanzare trasmettitrici, queste non possono dare malaria, ma se vi giunge un malarico recidivo, come .è avvenuto tante volte specialmente dopo la guerra, per opera di soldati che avevano preso la malattia . lotta contro il plasmodio viene fatta particolarmente . in altra località e che sembravano guariti, l ~epidemia per mezzo del chinino. La guarigione del malato, può scoppiare da un momento all'altro. che implica la lotta contro i' plasmodi è dunque opera esclusiva del medico. Altra cosa invece è considerare la malaria sotto 1•aspetto economico e sociale, vale a dire come una epidemia che indebolisce una intera .popolazione e ne riduce sensibilmente la capacitàr-lavorativa. Bibliot ca • 1no anc , Perciò dal giorno in cui fu conosciuto il modo con cui si comporta il parassita nell'organismo umano, sorse l'idea della lotta contro la malaria e della cura obbligatoria. Il Grassi, per esempio, che, come ho detto altra volta, fu uno dei più valorosi cultori della malariologia,uomodel quale non poa- '
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==