f I · La· cultura come conquista. - E' risaputo che la cu'ltura che ,non sia l'espressione deHa spon~aneità dello spirito è arida, sterile e• viuota. E quindi non si può non sorridere quando si pretende che lo Stato ·aMÌdhè fare della politica, si ~ssuma il grave. pondo di · far dell'arte o della filosofia o del- ~ la religione. Lo Stato artista o filosofo o teologo è stato giustamente oggetto dei sarcasmi .più fer~ci. Giacchè la cultura è una conqu1.;ta laboriosa della propria personalità che non si ,lascia menomare da n,essun decreto o legge. Lo Stato può, anzi deve, promuovere, sollecitare ttutte le energi~ dentro l'orbita nazionale, ma se esso volesse imporre un_credo qualsiasi nel campo della cultura si •snaturerebbe diventando la caricatura d,i sè stesso. Ma questo precisamente pretenderebbero ' pressionante e si r,itornerebbt=? a breve scadenza a quell' anticler.icalismo che abbiamo sempre combattuto. .i popolari di ieri che sbandierano ·il Joro fascismo con ,I' illusione che la scuola italiana, che è scuola fa- ,scista, serva ai fini loro, che sono tutt'altro che nazionali, con qualche... provvido decreto. , Difatti or non è molto si chiedeva che la filosofia scolastica diventasse la filosofia ufficiale delle scuole medie e delle università, perchè .se il Fascismo riconosce il valore della religione cattol,ica, che è ireligione della maggioranza, la scuola deve tornare ad essere confessionale, cioè dogmatica. Il che, in altri termini, vuol significare imposizione della cult~ra e .di q:u_elia tale cultura che è pri1vad1 cosc1en- ,Ma: chi ci conosce sa che non siamo nè maligni • nè sata~ici, perchè noi non oi preoccupiamo d' aJtro che dello sviluppo della vita nazionale in cui la religione è un elemento importantissimo, ma questa non può rappresentare la totalità della politica. Se la pol,itica fosse senz'altro religione, i.I Fascismo non sarebbe più una rivoluzione immanente, ma un xitorno a tempi bui ,che gli stessi cattolici illuminati sono i primi a non volere. Perchè è inutile giocare sull 'equivoco ohe il popolo italiano è cattolico. Questo è vero, ma è anche vero che esso, dai Comuni fino ai nostri giorni, non ha fatto altro che lottare contro il curialismo, oioè contro il cattolicismo politico che è una realtà molto, •ma molto diversa, da quella dell '1immensamaggioranza dei cattolici. La cui.tura per decreto. D 'al.tra parte, non si capisce_ la pretesa di certi cattolioi filofascisti d'impossessarsi d-ella cultura per decreto. Prima essi chiedevano la libertà assoluta per lo sviluppo de1 lla religione, e questa è stata concessa dal Fascismo ; ora invece chiedono che la libertà diventi unicam,ente un loro privilegio. E la ragione ne è semplicissima. Si vuol sopprimere la cultura che non si lascia conquistare ·malgrado il fragore delle frasi e delle invettive mescolate talora con insinuazioni e ingiurie che, via! non sono degne di coloro che dicono di ptoI . sopprimere i cervel~i, che è quanto dire la cultura nazionale, la quale . ha finalità sue inconfondibili con quelle di altr.i istituti, .anche se degni di tutto il rispetto. La lotta per la cultura. t .Sicchè cercare di ·premere sul Governo Nazionale perchè esso si decida a •imporre una determinàta cultura (sii venia Verbo !) è cosa pazzesca. Di ciò occorre ~ convincano u,na buona volta quei cattolici che arrivano a conclusioni errate perchè · partono da premesse che noi fasoisti non possia- ·mo accettare. Ma se essi si sentono veramente fort,i nel campo della cultura ·sono ,liberissimi di impadronirsene e di dominarla : la libera concorrenza voluta dalla legge Genti 1 le li favorisce in modo eccezionale. Avanti, adunque, battiamoci, ma nel campo sereno delle idee, senza puntigli iirosi e personalismi, ma servendoci solamente delle armi .della critica, senza cui il sapere è ana so,lenne impostura e un risibile fantoccio. Da questa lotta onesta, aperta ·e libera, fatta cioè a viso aperto e senza secondii fì,ni, cioè per amore disinteressato della verità, il pensiero come celebrazione di tutta l'umanità, che ;per noi s'incarna nella Patria nella Nazione nello Stato. ' . . . non potra, non uscir-e v1nc1tore. Questa è la nostra fede, la nostra · vita, la nostra ragione di essere. . za critica, perchè ormai solidificatasi alcuni secoli fa. Se fossimo dei maligni e .satanici noi potrem:.. mo caldeggiare che un tale desiderio diventasse realtà, perchè siamo sicuri che i miscredenti si # . moltiplicherebbero in maniera imf essare la religione dell'amore. Ora ,il Fascismo che si potenzia nel nostro Duce non pensa _affatto di ' Per essa noi siamo pronti a rinunziare a tutto. Siamo degli ingenui ? E sia pure, ma noi ·sbatteremo in f acoia ai profittatori e ricattatori del Fascismo, che standosene in qualche angolo d'Italia con un•aria gladiatoria vomitano, da perf.etti beceri, volgarità senza senso, la nostra onesta povertà. SAGITTARIUS ,,,, i bi i eca iho • 1anc
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