Vita Nova - anno II - n. 12 - dicembre 1926

.. 1• andatura superficiale che ormai è propria di molte scritture .sull'arte moderna, essendo pericolosa una analisi affrettata di esse, in virtù di certi aspetti segreti e diffioili a sv~- larsi. Non è da credere, pertanto, ·che si tratti di apparenze complicate in oscuri simbolismi o di trappole d'arabeschi diabolici; s'intenda, invece, difficile l'esame per l'aria semplice e veritiera che gli oggetti pittorici di Fioresi presentano decisamente a chi li osserva. Per questo aspetto di modesta obiettiv,ità sarebbe facile cadere nell'equivoco di definire con la comoda parola « verista » la pittura <li cui si tratta ; mortificandola nei troppo angusti limiti di una maniera che in ltal,ia ebbe voga per più di mezzo secolo e che generò. e sepolse, innumerevoli fame. Si verrebbe in tal modo a tras_curarequel che ·nell'arte di Garzìa Fioresi c'è <li più nobile ed essenziale ; sacrifi- - cando alla., facile comprensione di alcuni suoi aspetti - -necessari, magari, ma transitori - la ricerca ed il rilievo da dare ali' intimo .spirito di quest'opera· artistica, che è profondamente poetica, ,nel migliore significato del termine. Essa nasce, oltre che da una spiccatissima inclinazione ali' esercizio pittorico, da pensieri che brillano di quèlla luce adamantina onde si i,llumina l'opera di quant,i intesero l'arte come una degna significazione della vita, per ordinata posizione di elementi ed armoniosa complessità d.i vicende : e s'esprime talvolta in maniera pacata e serena, ta- · l'altra nei mod,i irruenti e turbati che sono adatti a rappresentare i mutevoli stati dell'animo di chi si pone di fronte alle cose create con l'intento di svelarne il mistero. Il « naturalismo » di Fioresi nÒn va confuso, quind,i, con l'obiettiva antia,tistica ricerca del «preciso» • meccan1co, e, tanto meno, con I' « imitazione press' a poco » de- .gli aspetti esteriori delle cose. Quest' arte è nutr,ita ,di poesia ed è la espressione di una umanissima vita spirituale. Se insisto un po' a lungo sul contenuto poetico dell'arte fioresiana, io che per solito indugio nella ■ ■ ,, RASSEGNE ricerca dei valori pittor.ici « puri », è .perchè mi sembra che solamente uno negato al più elementare intendimento delle arti plastiche potrebbe dubitare delle autentiche e non comuni virtù riscontrabili nella tecnica di Fioresi. Essa non è compiutamente priva di scorie, e la raffinatezza che il pittore raggiunge in taluni impasti, e il gusto squisito di certe superfici materiali, non son presenti in tutte le opere esposte: ma queste ultime son tante, che bastano le molte eccellenti ad accreditare ·tutta l' opera dell' artista. È per certo nell 'èmpito della realizzazione cromatica, che sfug- _ gono al Fioresi certe trascuratezze : ma chi sappia cosa vuol dire la febbrile ricerca fra i colori della tavolozza di quel che urge a fermare certe iridescenze o sm~glianze o certi cupori saturi di mistero, può ben trascurare la rudezza di un segno o la eccessiva ev1 idenza di una pennellata. Quel che conta è l 'insie.me dell'opera : è il patetico accento di una passione vissuta fino aill' amarezza deH' irraggiungibile : quella passione che molti pittori contemporanei beatamente ignorano o fingono di patire per dar preg•io di poesia alle più fredde speculazioni cerebrali. Non vorrei che taluno, a questo punto, fosse indotto a immaginare una pittura sospirosa e melliflua ; con l' « espressione degli occhi » ~osì cara agli acuti manualiisti della storia dell'arte, e il « dolore » ottenuto per via di 1 smorfie più o meno patetiche : non c'è niente di più pericoloso del tasto lirico in tema di arti plastiche. Gli elementi della poesi.a fioresiana sono ordinati in maniera semplice ~ non sen1plicistica, piana e non pedestre, al lume di una spiritualità che li riscalda ma non li dissolve nei fuochi del- .}a' strazione maniaca. Questa disposiz,ione ali' equilibrio ed alla misura, può talvolta esser scambiata per freddezza di temperamento e mancanza d'affiato; mentre essa è il dono più prezioso che un artista possa sortire dalla natura. Purtroppo I' opera nata da questa inclinazione dello spirito alla pacatezza e ali' ordine, non è ·mai compiutamente apBibli ca 1n 1anco 5S prezzata in tempi, come i nostri, febbr,i,li ed affrettati ; ma se davvero si intende operare in modo efficace ad un risvegl_io della potenza artistica italiana, bisogna usa- . re ogni mezzo per imporre ali' a_ttenzione della folla le figure degli uomini che, come Garzìa F,ioresi, giustificano un meditato ottimi,smo in chi abbia a cuore le .sorti dell'arte contemporanea. NINO BERTOCCHI ~FOLKLORE~ NELI MAL TESE, siciliano e·precisamente di Vittoria, scen,de nel1' arengo della musa d,ialettale dopo una lunga attività enologica (ha tra . libri ed opuscoli circa quindici pubblicazioni di vinicoltura) con una copiosa messe di poesie alle quali, non sappiamo il perchè, ha preposto come titolo Minestra maritata. Chè l'autore tenta in un sonetto iniziale di darcene una spiegazione, che però non trova r.iscontro nel li•bro. La minestra maritata ,è ~n.af tti un miscuglio di lasagne, di fag.iuoli, di sedano, di cavolo, di patate e cli cacio, il tutto mescolato ad olio abbondante e la raccolta del nostro poeta al quale, per sua stessa confessione la Musa ha negato la sua . gra2.1a, •A Musa mi nijau li so' favuri seppure aibbia accenti disordinati di amore e di odio, di tormento e· di riso, di g,ioia e di pais&Ìoni, ha un'ispirazione troppo monodica e sfòrzata perchè questi rivivano in noi. A meno ch,e tra il titolo gastronomico e la pietanza non sii stabilisca ,il rapporto di un uguale cattivo _gusto. 11 che non era certamente nelle intenzioni del Maltese, che, a nostro avviso, ha avuto precipuamente il torto di non vivere le molte cose, che nell'esistenza del popolo ha osservato e notato, costruendo così un libro che nel vernac~lo sembra soltanto tradotto perchè, anche quando si compiace di elencare, come in J cani e i jatti, osia i patruna e i servi, una bella ·serie • • '

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