Vita Nova - anno II - n. 12 - dicembre 1926

... del .Rensi, nel 1917). Questa nuova traduzione si avvantaggia molto su la precedente ,(la quale, tra altro, par che fosse condotta piuttosto ,su la traduzione latina che sul testo greco). Ed è chiara ed esatta, come ha voluto il T escari, il quale g,iustamente osserva che l'esattezza è . ' . . . . tanto p1u necessaria 1n scr1tt1 come quèsti, dove i proc,edimenti ,polemici, sottili e di sorpresa, paiono -spesso cavillosi e sofistici. Il .libro è alla ·portata, si •puòdire, di tutti, in quanto lo scetticismo qui codificato è del tutto empirico: ad . . . ' ogni ragionamento s1 puo opporre . , ' un ragionamento opposto ; non c e fatto del quale non esista un fatto contraI1io, nè opinione che non si possa contraddire : tutto ciò contro i dogmatici, ossia contro coloro che affermano di aver trovata la verità ; ma anche contro coloro che affermano essere ·incomprensibile la verità : perchè anche costoro a loro modo dogmatizzano. Il vero scettico, in- ·vece, continua a cercare, e se del suo discorso sembri talora che an- .ch11egli affermi in definit,iva qualcosa, viene avvertito il lettore « che nulla di quanto sarà detto intenderemo affermare che sia proprio così come noi diremo, ma con intento investigativo intorno a ciascuna cosa riferiremo quello che ·al presente ci pare ». La « sospensione del giudizio » produce così nello scettico quella « imperturbabilità dell' animo» che i dogmatici non riescono a ottenere affidandosi a ,dottrine mal- . sicure. La trattazione, sebbene non molto ampia di volume, è talora prolissa : par che .I' autore, nell'ardore e furore di distruzione che lo anima, non sia mai contento a pieno: una .sola argomentazione non gli ba-:- sta, ne ammucchia a decine, prendendo da tutte le parti e mettendo insieme obbiezioni degne di considerazione con altre che paiono soltanto motti di spirito. Talora si burla lui stesso de' suoi argomenti : la qual cosa, del resto, è del tutto conforme ali' intenzione di questa filosofia, di' è di servirsi di ragioni buone o cattive ugualmente. IJ libro, infatti, finisce col paragonare lo scettico a un medico, che, pur • RASSEGNE di ottenere la guar1g1one del malato (in questo caso il malato è il · dogmatico), non si fa scrupolo dei mezzi che adopera. Abbiam detto che questo scetticismo è alla porté!ta di tutti: aggiungiamo che ognuno, il quale sia un po' al corrente con la filosofia moderna, s'avvedrà subito che esso è « troppo facile », in quanto pone la verità in quel tipico concetto gre~o conosciuto col nome di intellettualismo. D'altra parte, è anche vero che molti, anche oggi, credono che contro la filosofia basti quello scetticismo lì. 1 Ma il fatto, del tutto positivo •e ,irrefutabile, che la storia del pensiero umano, intese le _ragioni dello scettico, le ha approvate per quel che avevano di giusto, ed è ,passata innanzi, basta a dimostrare che sarebbe molto incauto, ed anzi anacronistico, fermarsi a esso. Senza dire che l 'uman,ità ha bisogno di una .fede· per vivere, e lo scettico stesso ha dovuto in ogni tempo trasformare il suo <e de omnibus ,dubitandun » in un principio di fede, e però in un dogma, che lo guidi nel cammino della vita, e gli dia quella serenità che soltanto il possesso di una verità certa ,può concedere. *** Del Manuale di Storia della scienza di A. MIELI, di cui è uscito iJ voi. riguardante I' antichità (Casa edit. « Leonardo da V,inci », Roma, 1925), non spetta a noi dar giudizio in quanto si rivolge a un pubblico diverso da quello che si dà a studi di filosofia. Benchè ci sia da ridire su ciò : una storia della scienza pare che debba implicare ·una storia del pensiero, se la scien- ' . . . za e una espressione, anzi un espressione cospicua, del pènsiero umano. Ma la cosa sta così : che questi scienziati {al cui servigio iSembra preparato questo libro) prendono in considerazione, non tanto il processo mentale che ha portato a certe . . . concezioni, quanto queste concezioni stesse nella loro sc1 hematica formulazione. A loro interessa, quindi, più quel che d,isse e scrisse Ippocrate, Euclide, Archimede, Toloeca -Gi o Bi n 53 meo, e via dicendo, che quel che un Platone o un Aristotele con_iribuirono a imprime1e una direzione mentale diversa nel mondo della cultura. Per chi se ne contenta, il libro è molto utile : contiene r1 icche notizie biografiche e bibliografiche, una larga antologia di passi scelti, note e appendici (una 1el V AL-· LAURI su La scienza dell'lndia antica, e una del TuccI su La scienza nella Cina antica). Chi non se ne contenta, nota facilmente che· i giudizi riguardanti i filosofi vanno accolti con riserva. Per es., a p. 47: cc L'influenza che Platone ebbe su la ,scienza può dirsi quasi più deleteria che utile ». E tuttavia ognuno sa che una mente così ,~cientificamente formata {anche in un senso largamente empiristico) come quella di Aristotele uscì proprio dalla scuola di Platone dell'ultimo periodo. E che « la nebulosità di ragionamenti per i quali vengono scambiati e confusi fatti geometrici e f é!tti fisici », è tale soltanto per chi non è addentro al modo d-i pensare dei greci antichi. Lo Stenzel, ad es., ,ha ultimamente dimostrato che la matematica ha fatto con Platone un passo decisivo in avanti su la concezione puramente pitagorica e greca precedente. Il Mieli, invece, dice che cc Platone si trova in arretrato con i matematici del tempo ». Ma le rag1ioni che adduce non persuadono. Che, ad es., ,Platone << identifichi i corpi con le superfici -piane », non so donde l'abbia ricavato: da quel che ne riferisce Aristotele, no, di certo. E che Platone ignorasse ancora che « le linee non· sono formate di punt,i », è del tutto falso : anzi, Ari- . stot~le (testimone no•n sospetto) ci fa sapere che il suo ,maestro proprio per q~esto considerava il punto come una « linea indivisibile». E di altre inesattezze, -più o meno gravi, non val la pena oç:cuparsi, ,dopo qtia,nto s'è detto. *** Il voi. di C. A. SACHELI, F enomenismo (Li,br. edit. moderna, Genova, 1926), contiene una difesa

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