Vita Nova - anno II - n. 12 - dicembre 1926

ni in cui sorsero dovettero rappresentare un ambiente favorevole : ma che, in fondo, gl,i stabilimenti avrebbero potuto ugualimente prosperare anche in altre località non dissi,mi1 li. In sostanza sembrereibbe che il sorgere delle industrie nominate fosse dovuto in passato ali' arbitrio degli uomini, favorito da un ambiente adatto, lasciando però nettamente nelil 'ombra Je ragioni per cui l 'ambiente si poteva consi,derare adatto. Questo non è, in ultima analisi, che il fare ,intervenire nel fenomeno industriale ed economico, un fattore x, indeterminato, che 1 si suppone agire miracolosamente per presenza, senza riuscire in nessun modo a indicare i caratteri precisi ,di .questo presupposto fattore. È un metodo ch,e, senza parere, introduce il criterio mitologico, nella .trattazione del problema geografico ed economico. Che se poi questo x si dovesse identificare colla volontà umana, essa, perchè sostanzialmente razionale ed economica, avrebbe pur semp,re seguito, nell 'ol'ientar,s 1, dei criteri razionali ed economici, che i,l geografo e l'economista avrebbero il dovere di indicare, ·sotto .pena di essere squalificati, ossia di per- ·der•e il titolo di geografo e di economista. Perc 1 hè se fosse poi vero che la volontà umana cr,eatrice in molti casi non tiene nessun conto delle convenienze geografiche. politiche ed economiche, ciò infirmerebbe il diritto deHa g•eografìa e della economia politica di occuparsi di tali questioni. Se in molti casi non •si riesce a trovare le ragioni del sorgere e del prosperare di una industria in un luogo, piuttosto che 1in un altro, ciò significa ohe l 'indagine in materia è stara cond•tta maile. E questo indubbiamente si può affermare senza arrivare alle estreme conclusioni a cui perviene, chi .parte da una concezione materialistica della storia. C·hecchè ne ·pensino i dilettanti, i,l razionale ha nell'economia una importanza molto maggiore di quanto non sembri a prima vista. Sembrerebbe che anche il nostro autore volesse arrivare a questa conclusione, perchè dice : cc Ove non RASSEGNE si tenga presente che aloune volte i' azione dei fattori geografic 1 i viene modificata o parailizzata dal,le suddette cause storiche o economiche o politiche, è faoile trarre conclusioni che della realtà colgono e rappresentano ·soltanto la parvenza effimera » ·(pag. 36). E più oltre: « Questo rapido esame, donde risulta netta e precisa l'influenza eseroitata dai fattori geografici sulJa localizzazione delle industrie, ci conferma che non possono accettarsi senz'altro le conclusioni fissate al medesimo riguardo in base a principi o concetti o cr,iteri pU1Tam 1 ente •economici e che pertanto è più che giustificato l 'intervento della geografia umana per UIIl 'opera di necessaria II'•ev.itSione » (pag. 37). Dunque, guerra alle astrazioni pure d,ella economia e via aperta alle conclusioni riv,edute ·e corrette daMa g,eograifia, ch,e ci porta _i suoi lumi. « E ciò non ostante, l' esame, 1 benchè limitato a quest'ambito ristr,etto, ci prova quanto -sia erronea la tendenza a considerare il fatto economico .sempre e dovunque in una maniera astratta e a 1ricondurlo sotto il dominio di .schemi teorici, di formule sommarie, d,i generalizzazioni abusive, per giungere a conclusioni camp.ate in aria, tra cielo e terra, nelila regione dei ... rondoni e per contem-plarle jn un' ammirazione pigra e beata » (pag. 38). 1Ma ,il guaio ,è che, quando per uscire dalle nebbie d·eH'indetermi- - nato e dell'astratto, invochiamo il sole della g1eografia, restiamo al buio più ,di prima. Difatti la conclusione lascia sospeso il problema eh-e era stato impostato e c·he doveva esser•e Iìisolto. cc Allora diremo che il problema che ha tormentato fin qrui geografi e soc•iologi è sorto unicamente dal mod,o troppo semplicistico e superficiale con cui è stata con·siderata l'influenza de.Jle condizioni naturali sulla local,izzazione delle in1dustrie. Si è ,dimenticato che alcuni fattori g1eografici inizialmente iner,ti diven- . . ' nero poster1oirmente p1u o meno atti vi, che altri fattori iiniziail1nente attivi caddero in progresso di temBi ioteca Gino Bianco 45 . , . . . ' po i.n un 1nerz1a p1u o meno assoluta e ,che infine altri fattori ebbero un'attività intermit•tente, come, ad esempio, ,le cadute d'acque che originariamente vincolarono la produzjone industriale, ch,e, i,nventata la macchina a vapore, perdettero in gran parte Ja loro forza d'attrazione per acqui.sta:rla nuovamente co·n la applicaZJione de1ll'energ,ia elettrica. P.ertanto se i fattori geografiçi attrav,erso le varie fasi della civiltà sono alternati vam,ente atti vi e inerti .o utilizzati e neutralizzatii, una conalusion,e o una .s01luzioneche poteva valere nel passato, può non valere al pr,esente, o se può valere al presente potrà non valere nel futuro. Si tratta di un giruoco perpetuarnente mutevole di forze geografiche che sconvolge le sapienti elucubrazioni e ·sembra ,i~id,ere agli sforzi di coloro che sulla base di fenomeni transitori e di principi instaib.iii credono di potere impostare la soluzione ·d,i un problema o la dimostr.azione di un teoreman (p. 40-41). Se il giuoco peipetuamente mutevole delle forze geografiche (che cosa so1no le forze geogra,fiche ?) sconvolge le elucubrazioni ~apienti Vllldldir.e che una scienza geografica (quando si dia alla parola ~cienza il suo vero valore) non esiste. È quello di oui sono perfettamente conv,into .anc·h'io. I cultori di questa scienza ,sono costretti, nelle loro tirattaz,i~, o a ripetere i principi generali fondamentali di altre sci,enz•e (fisica, chimica, ·meocanica idraulica, astironomia, economia politica ecc.), oppure a elencare dei fatti che non ·hanno ha loro nessun nesso ra21ionale e qu,indi non autorizzano nè la sistemazione del sapere, nè la previsione d,ei fenomeni futmi. Ed una 1scienza che non imp,liahi 1sistemazione dell' espe,rienza paiSSata •e previsione de1 i fenomeni futuri, nel campo d,i sua spettanza, . ' non e vera screnza. :MARIA A. LoscHI tr'atta de La donna nei sindacati (Edizione de « La donna italiana », Roma 1926).· l1 1 lavoro fa larga parte alla statistica. Ma il punto di vista fondamentale purtropp'o è nebuloso. Non si oap1isce tro•ppo bene che cosa di specifico debbano fare )e donne • I I •

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