' UN TROVATORE BOLOGNESE: RAMBERTINO BUVALELLI 35 tempo in cui poeta voleva d1 ire uomo di cuore, d'ingegno e di dottrina. C'è una questione anzitutto non ancora risolta: nel suo Canzoniere a canto al nome di Beatrice compare il ,< segnale » « di mon restaur » (mio ristoro). ·Era in uso a.lJora di nominare un'altra donna assieme all'amata, sia che si facesse per un certo senso di delicatezza, non volendo così crudamente espor-re l'oggetto della propria venerazione agli sguardi d'ognuno, senza che questo fosse in certo •modo sorretto da un viva presenza, .sia che si volesse a dirittura celare un amore, che non fosse conveniente rendere pubblico, con la parvenza di un altro ; (il qual u·so vedemmo seguito dal1 'Alighieri in certo momento della Vita Nova, (1 ) con la sua « Donna della Difesa »). L'interpretazione del cc mon restaur » d,el Buvalel,li è quanto ·ma,i d1ifficile. È parso ad alcuni di indentificare, di distinguere ad altri, nei due nomi, diverse persone. Qua e là ci sono ,espressioni che non lasciano dubbio trattarsi della stessa Beatrice : . Pois Mon Restaur non puosc vezer Lo duos ris ni 'l plazen esgar, De mos huoills non sai mais que far, C' aillors no 'm poirion valer. (poichè non posso ve,dere il dolce viso ed il piacente sguardo del mio ri,storo, non so più che farne dei miei occhi; ,chè essi a·ltriment1i non ,mi servono). L'espressiooe, gentile ma convenzionale (la troviamo ben •più efficace i-n Sordello: Ailas, e que 'm fau miey huelh, • Quar no vezon so qu' ieu ouelh ;> Ahimè!I e che me ne faccio dei miei occhi, quand'essi non vedono chi vorrei ?) non ~ascerebbe adito a dubbi, se non la infirmasse quest'altra, neUo stesso componimento: De mon restaur no me desesper A nz voill en sa merce estar E servir e merce clamar Que bos servirs mi deu oaler. Si fai fant que per lieis mais oaill E 'n sui de plus avinen taill, Ves midounz e enves amor, Pel fin pretz e per la ricor Qu' es en lieis rics e cabalos, E creis ades totas sazos. (non dispero del mio ristoro, anz,i voglio stare in suo potere, ed esserle ligio e chieder-le mercè, chè debhon profittarmi i leali omaggi. E invero essi fan sì che per Lei io valgo di più, e appaio persino di miglior aspetto e di .miglior modi verso madonna e verso amore, grazie al fine pregio ed alla nohi1ltà che in lei è grande e perfetta, e cresce sempre ad ogni ora). Ma altri sciogl,ierà la questione, poichè fin ora al- . . ' cuno non v1 s1 e raccapezzato. 1 ) D. ALIGHIERI: la Vita Nova, Cap. V e segg . B bliot ca Gi o • 1anc0 Noi veniamo ora alla vera parte immortale che del Buvalelli-ci è avanzata: alla Poesia. Qui sarebher fuori luogo commenti ed analisi, come si dice oggi « estetiche ». I-a poesia, quando ,lo è davvero non ne ha bisogno: lasciamo però parlare il poeta. Così canta Ramhertino co•m,egli ami la sua beilila Donna: Al cor m' esiai l' amoros desiriers Que m 'aleuia la gran dolor q' ieu sen, Et estai si dedinz fant doussamen Que mais n' i poi intrar aufre penssiers; Per que m' es douz lo mals e plazentiers, Que per so lais tot autre pensamen, E non pens d' als mas d'amar finamen, E de /aire gais sonefz e leugiers. (nel cuor mi sta l'amoroso desiderio, e m'alleggerisce la gran pena che sento, e così dolcemente vi stà, che mai altro vi può entrare ; per cui dolce e piacevole è per me questo male, sì che per lui tralascio ognaltro pensiero, e nulla ho in mente, se non d'amar gentilmente e comporre suoni piacev~li e dolci). E così come s'innamorasse di Lei : • • Prions sospirs e loncs corsirs d' esmai M' a'mes al cor la bella en cui m' enten, Mas s'il saubes cum m' auci malamen .Lo mais d'amor e la pena q' ieu trai, Tant es valens e de fin pretz Verai E tani si fai lauzar a tota gen, Q'ieu ere n' agra merce, mon escien, Qu' il es la -/1.orms eillors qu' ieu sai. (profondi sospiri, lunghi e •paurosi pensieri -m'han messo neJ cuore la bella ch'io amo. Ma se Essa sapesse quanto dolorosamente mi tormenti il male d'amore, e la pena che ne traggo, Essa è sì valente e di fin 1pregio e verace, e tanto da tutti si fa lodare, ch'io credo n'avrebbe pietà, credo, .poich'Essa è il fiore delle migliori che conosco). E questo, più che verace poesia, è ancora un poco convenzionalismo in dolci suo,ni. Altrove sì che scatta il poeta in isplendide espressioni d 'a.more, luminose di . sentimento : • A Dieu coman la ferra on il estai E 'l douz pay on nasquet eissamen..... (a Dio raccomando Ja terra dov' ella stà, e i.Ido,lce paese ove nacque, Lei .... ). Quali dolci ricordi doveva custodire la terra lombarda •pel poeta bolognese ! Così .ne espri,me la tristezza del distacco : Qu' eu degrà estar totz temps de genouillos A Vostrespes tro que f os franchamen, S' eser pogues, per vostre mandamen, Bon amistatz mesclada entre nos dos. (ch'io avrei dovuto star sempre in ginocchio ai vootri piedi, sino a che, se si potesse dalle, per vostro volere, fosse sorta una buona amicizia tra noi). • ....
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