Un trovatore bolognese: Rambertino Buvalelli · Quando l'antica, la ,primitiva « jonglerie n, o arte giullaresca, si fu esauI1ita in buffoneria cortigiana, nacque in Provenza l'aristocratica cc troveria n, che, cresciuta ne•l,le corti, rimase poi legata a nomi di principi,. · di cavali.eri, d,i nobili Donne, sia che costoro se ne facesser ;mu•nificimecenati aprendo le corti ai trovadori, o che essi med,esimi d,essero mano alle .novelle Muse. Fiorì il'arte trobàdo11ica verso I 'Xl ed il Xli secolo, a fianco del.la cavallèria, e fu con essa animat•riÌce di « cortesie n e del.le Corti d 'Amor,e. DeHe accoglienze, degli onori, della gloria che i trovadori si procacciarono, troppo sarebbe anche sdltanto cennare. Ghi non ricorda il provenzale Rambaldo di Vaq,ueiras, che, d,ivenuto da ospite .amico a Bonifacio I di ,Monfenrato, gl1 i donò poi co' suoi versi una nobile e grata rinomanza, e lo seguì nelle spedizioni d'Oriente? Di corte in corte molti d,i essi 1 peregrinarono t·raverso i regni d'Europa, ovunque suscitando imitatori, ovunque segnando una lor orma. E Spagna, e Gen:nania e Italia li '1:Ccol,sero,li applaudirono, e poeti e let,terati li imitarono, oltre dhe nello spirito dei loro canti, nella lingua stessa. Fra i trovadori ;provenzali scesi in Italia và ricordato Aimeric de Peguilhan che r,iparò in corte di Azzo VI da E•ste, e, pri,mo, -riconobbe tra la turba dei ,poetastri italici il gentile spirito d,i Sordello mantovano. Lamentando la servilità de1 lla cc jonglerie » ital,iana diceva infatti : Non o dic contra 'n Sorde[ Q' el non es d' aital semblan. A questa istessa corte Estense fu accolto, _giovanissimo, il trovador bolognese Rambertino Buvalelli (o, come provenzalescamente stà notato nei Codici: · Rarnbertins de Buvarel) e fu un dei primissimi e dei migliori cantori italiani in lingua provenzale. • Contraria.mente all'uso de' trovadori del tempo, i qual,i scrissero spesso canzoni politiche, egli fu alieno dal dir cose che non riguar,dassero .la sua vita amo,rosa. . 1 suoi canti infatti son quasi tutti •rivolti alla figlia di Azzo VI, a quella Beatrice cui lo stesso Aimer,ic avea indirizzato canti d'amore. Ma pare eh' ei fosse ben più fortunato del trovador provenzale, perchè in certa sua canzon ci coof essa : T ant ai de ioi e d' alegrer E tani son tuit miei consir gai .. Qe capdelar cuit tot l' emper Quant m' albir cum d'amor me vai. (Ho tanta gioia ed a,Ilegrezza, e tanto son piacevoli i miei pensieri, che mi ,par di guidar tutto l'impero, quando considero la mia ventura in amore). s·blio e a Gino Bianc ·· Non paja strano se dica solo _così: Bisogna cono-· ,scere le costumanze di quelle corti, ~1sogn~ conoscere: co,n quale e quanta. as~tuzia ~elassero 1 P?et1, sotto stereotipe forme di d1Ss1mulaz101I1eletteraria le _loro fortune amorose. Chi volesse sa,peime qualcosa, s1 legga la. cc Vie d,es Troubadours », di Claude F ra.nçois Millot, e troverà in essa com,e le alcove principesche e regali si aprissero ... e •s,irinchiudessero a celar gli amori di q·uesti privilegiati, nati ,sovente d_al popol~ o daJ cet~- dei ,mercatanti. .E se vorrà far dei co•nfront1, legga poi. 1 canzonieri dei più .... scapestrati trovadòri: li troverà traboccanti di lamenti, di lacrime, di tormentose veglie,. d,i eterni sospiri, di misconosciuta passione. Tant'è: i tempi e il ,decoro di corte così volevano;: ma quanto non ci ha ,perso 1'Arte ! Sul fini1 re del Xli secolo, brillava alla corte Estense la magnificenza di Azzo VI, di cui è stato detto che « fuè bello de forme quasi più de tuti I.'altri huomini ..•. sapiente et m,irabile parladore n e a canto a lui, la donnesca beltà e gentilezza della figlia Beatrice che lo stesso biografo ci descrive così: Passoe li anni de la sua adolescentia in pompe et fauori del Seculo et in de-litie de la ,sufi carne, in ornamenti et uanitate de diverse facte, come è usanza di nobile feinina.et seculare ». Azzo VI ,morì nel 1212, dopo esser stato ricono-- sciuto Signor di Verona: Beatrice, nel 1226, nel chiostro d.i Gémola, dove s'era ritratta, come tante nobi.li donne di allora, da ,le pompe et Li fauori del seculo. · Rambertino, col 1201 inizia la sua carriera pubblica come potestà di Brescia, dopo esser ritornato dalla corte di Este. Ma ancora indirizza canti alla tSUa amata. Nel 1208 lo troviam _potestà a Milano; console d,i giustizia a Bologna nel 1209(. 1 ) Nel 1212 fu a 1\tlodena in qualità d 'a·mbasciatore del Cardinal Sessa, allora legato di Innocenzo lii. (2 ) Nel maggio dello stesso anno è d1 nuovo a BoJogna, e nel 1213 ·potestà a Parma. Console a Bologn~ nel I? 14, giurò 1'osservanza a una lega col comune d1 Reggio. Nel 1215 fu potestà a Mantova, e. nel 1217 a Modena, isempre nella stessa qualità; nel .1218 a Genova, e vi rimase tre ann,i. Nel 1221 gli fu o~ert~ la p_otesteria di Bologna, ma la rifiutò per ing~unz1one d1 Pap~ 9norio lii. Venne no1 minato potestà d1 Verona, e qu1v1 trasferito,si, morì •nel mese di settembre deUo stesso anno. Abbiam?. così aridamente scorsa quella che fu la sua vita ,poht1ca, ma più che questa, ,interessa a noi il suo trasc<?•rsod_i trovadore e di co~tigiano, che questo fu ,ad aprirgli la strada ai sommi OQori delle città, tÌn un \, (i) f ANTUZZI: Not. degli Scritt. Bolognesi II 350. ( 2 ) GHIRARDACCI: Historia di Bologna.
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