Vita Nova - anno II - n. 12 - dicembre 1926

26 ROBERTO PAVESE · · T ru troverai s·enza dubbio artificioso ed arbitrar.io questo aiccostamento di leggi 'meramente fi,sicihea leggi politico-so,ciali; e affermerai che i fatti de,llo sp~rito e l'esperienza stOiI'ica sono -ben altra cosa eh.e i f at,ti fisici ,e le ,e.sp·erienze di laboratorio: sicchè è pretesa semplicemente grotte.sca quella di voler indagare g 1li uni e gl,i altri ailJa luce d,ei ·medeS1i.mpirincipi. Specialmente se qruesti, lrungi daH 'essere formulazioni di leggi dello spirito, sono espressioni puramente meccaniche d·i Jegg,i naturali. Oh,i:bò ! le attività -spirituali non si si lasciano con tanta di,sinvoltura inquadrare nel sem~ plicismo di certe enunciazioni meccaniche : quindi agli argomenti da .me svolti - tu affermerai - si può dare, al più, il valore di .metafore .sì e no appropriate ; non già quello di consid,erazioni logiche ten,denti a provare la necessità che i fenomeni sociali abb1iano lo stes.so det,ermini~mo dei fatti fi,sici e che pertanto la politica si ri,solva in meccanica e la ·storia, la v:ita, del,lo spirito possano ,costringersi nei rigidi schemi de 1lla fisica ! Ebbene, mio, caro, ,io non ho nessuna intenzione <li sciorinarti qui le elucubrazioni di un intero sistema filosofico, atlJo scopo di dimostrarti la possi 1bilità e la necessità cihe « ciò » che si palesa sotto i molteplici .aspetti fenom,enici (dalla fi,sioa alla sociologia) segua, nelila ,SJUaunità e.ssenziaJe - che è l'atto deJlo s,piIito - una 1 legge univ,ersale; dal vario comporsi della quale, o, meglio, dal vario interferire deii suoi fO'Ildamentali aspetti (soggettivo e oggettivo) na,scono 1 le infinit,amente varie, e spesso ·scOIIlcertanti, manifestazioni della vitta. Troppo 1 lunga .ed ar-dua sarebbe tale dimostrazione. Ti d,irò soltanto che sono perfettam,ente d'accordo con te sulla opporruni1tà di •una netta distin- :zione dei fatti deHo spirito da que,lli, cosidetti, della natura: pur,chè non si dimentichi che anche qruest•ull' « ampiezza deìl' atto (o del campo influenzato) dovuto ad un centro radiante decresce a partire dal momento iniziale ». Affinchè tale ampiezza (nell'applicazione pratica del principio), col decrescere, non finisca a spegnersi, occorre mantenere quell'intensità iniziale del centro, che, altrimenti, si esaurirebbe nelle successive azioni sull'ambiente : occorre quindi sostituire via via l' energia irradiata, cioè « alimentare » la sorgente energetica con un flusso costante (di energia, la quale o viene fornita per mezzo di una corrente appositamente generata, oppure nasce dalla progressiva disintegrazione, come nella fiamma, del materiale, del combustibile, alimentante). Gra ie alla successiva attività radiante, e quindi al ripetersi delle cicliche radjazioni, r azione « in profondità », del primo momento, può tradursi grado grado nell' azione « in superficie », del secondo tempo (paragonabile a quella attuale del fascismo, la cui fiamma sta per propagarsi a tutta quanta la Nazione) : inviluppando, « a regime costante raggiunto >>, il campo definitivo, come assieme di spire ripetenti ciascuna, in misura decrescente - dalla periferia alla zona centrale - e con ritmo simultaneo, l' atto iniziale, relativo ai due poli ~tremi del campo. Dalle suddette considerazioni risulta che essendo immediatamente attuata - grazie alla « masiima intensità radiante iniziale » del -campo, la massima penetrazione, quest' ultima non potrà, per effetto dell'azione lineare successiva, che restringersi verso la zona centrale; e potrà mantenersi invariata l' estensione del campo e costante il movime,~to spiraliforme degli elementi _inerenti al u,edesimo, solo a patto che sia via via re!dlluila al centro radiante, mediante conveniente alimentazione, l'energia irradiata. Resta dunque confermata la mia affermazione che l'azione del centro sugli elementi centrali del campo è logicamente I' ultima. \ Biblioteca Gino Bianco . . . . tima, per esserre 11ncontinuo ----: e ne~essario - commercio collo t5JPirito,dev•e ,cons1derar~1 c~e una, p~o: duzione di que,st'rultimo e, pertanto, 1nser1r,e nell unita di quella legge fondamentale che deve essere al.la base dell'atto sp,iritua1 I.e. . Può concepil'si Jo cc spirito » com~ ~dea e a~? assolutam·ent,e urnificatore (d,eHa mo'.ltepil1c1tà emp1nca) se esso si arresta impotente - e ,diciamolo pure - << agnostico » [ di queN 'agnostici 1 s·mo sui generis e vera~nte ~brigativo, per quanto ingenuo,_ iii quale spera d1 nascondersi di,etro que1 l troppo v11sto,soparavento che è la « negazion,e deJJ 'Oggett?i » (irnconosc~bil~)]. dinanz~ al1'lapparente. conitrasto de,1 due aspetti_ d1 10 e _d1 noo--io,, di sp!irito e di natura ? .. - Ma 10 nO'Ilvoglio, mio malgrado, trascinarti nei rmeandri .di u•na disquisizione filosofica ch,e ci farebbe definit,ivamente perder-e di vista l'obiettivo d.i qruesta mia mi 1ssiva, alquanto gonfia di erudizione. . . (una v•era cc ,macedonia » ! - tu insinui ?. . - E sia sia pure ! Anche simili cc articoli » hanno la loro ragione di esser-e, postocchè soddisfano il palato del pubblico ... ). D'altra parte, è appunto pjerchè so che le mie considerazioni non sortiranno 'I' eff,etto di tSCuoterti d'un tratto dalle tue convinzioni, troppo profon1 damente radicate, -fino dal primo latte che h,ai succ1 hiato dal democratico seno del'la tua balia, è appunto pierciò che ti ho pregato di meditare su quanto ti ho esposto. E, p,e1 r ,finire con un accenno ·più concreto, nd suo aspetto d,i storia ancora pregna di attualità, voglio farti ri,levare come lo stesso •rnovim,ento fascista most,ri di ~rnquadrarsi nello schema da me illu·strato circa l'azione di un centro •suH'ambient,e, nei .riguardi dell'affermata legge della « massima 1 intensità iniziale di penetra- _zione ». L'azione iniziale cc in profondità » è quella che .investe su1 bito tutti gli •strati dell'ambiente,' o del campo: dai più prossi1mi ai più lontani dal centro rad~ante. È co~e una rap,ida pre,sa di possesso, è un atto d1 ·pre1 sentaz1one dei « singoli >> individui rappresentanti le va,rie ca,tegoriie. ,È lllil contatto, è una conosoenz~ immediata c•he il e.entro attua della molteplice materia sulla quale d·eve poi, con azione successiva e costa,ntemente ri~,etuta, operare nel senso di org~zz~la sempr~ _m~gl1?, e con più ampia estens,ion~, ai fini e-nergetI,01 od 1,deali che sono inerenti al centro . medesimo. ·Orben·e, puoi tu, 1n coscienza affermare che fin d.aH_'iniZJ~of,in dalJ,e .primissime ~i;rnate - veramente naz1oinaih - del Fascismo; fin da quella Marcia su ~orna che segna co~ lettere_ d'oro n,eHa ~toria l'aprirsi d1 u!1~ nu~va e~a d1 romanità, puoj tu affermare che la g1~1a, ·l entu,s~asmo, la frenesia per la insperata liberaz-1one dall 1ncub? del periodo postbelilico. non aves~ro doY1:1n 1 que dilagato, ne·lle mi,lle folle accia-- manti, del _m1racol<:>s~oolt~p_licarsi dei segni fascisti., nell~ ~magl1ante sv,entoJ10d1 innumeri bandiere, ridenti la_g101a del (~naJ~ente !) .• ~itrovato bacio del sole ? ! 1 F 1n 1da quel primo ,Istante I :id,eale fascista aveva suscit~to un'eco profonda i~ tutti gl]~ strati del popolo italiano. Nessruna categoria era r1,masta sorda di fronte

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