Vita Nova - anno II - n. 12 - dicembre 1926

RELIGIONE E FILOSOFIA )7 stesse del nostro _spirito, coscienza e a un tempo esigenza :profonda di universalità e di unità. Dio è il vincolo di questa unità : egli è presente dove tutti gli uomini o dove esseri umani sòno insieme sentendosi uno e amando ciascuno sè e l'altro dello stesso. atto di amore. ·Da queste radici procede il I .pensiero, universalità che vuol sapersi, e procede l'azione buona, universalità che vuol farsi ; e si mescolano in innumerevoli -modi nelle attività e nelle esperienze umane. E vano è anche chiedersi se fede e ragione non sieno così in conflitto ; pauroso conflitto che ·ha fatto spargere tanti rivi di inchiostr9. . . e di sangue. La fede che noi diciamo è nelle radici stesse della scienza. « Anteriormente a ogni critica della conoscenza - scrive A. Loisy nel suo recenti~simo volume: Religion et humanité, p. 220 - l'uomo crede al lavoro del suo pensiero, e la critica della conoscenza lo condurrebbe facilmente allo scetticismo totale se la sua fede in se stesso, identica al ·bisogno di vivere, non ·perrneasse il lavoro del suo spirito »·. La r~gione che si è trovatà in conflitto con la fede era una ragione pretenziosa e superba, che si vantava di aver scoperto verità definitive e dato fondo all'universo, e dommatizzava intollerantemente; come la fede sospettosa della scienza ed ostile e persecutrice era, in sostanza, la ragione teologizzante, intesa a difendere i suoi . fragili castelli di formule e dj sillogismi. Non dunque, in tutti questi conflitti, fede contro ragione, ma credenze contro credenze e, in più, la malesuada illusione di aver raggiunto una verità definitiva, dinanzi ai cui interpreti ufficiali lo spirito debba piegarsi, accettando la loro legge. · Sappiamo che cosa B. Croce può opporre a \ questa rivendicazione di un ufficio ·proprio della fede nella vita dello spirito. Ogni forma di misticismo gli è in sospetta, come conoscenza che pre.:. tenda sottrarsi al dovere di render conto di sè e della sua propria validità alla rag1one : di prendere cioè il suo posto nella chiara armonia e sin... tesi di quello che è realmente pensato e saputo, nella quale invece non può portare che ombra. Dal razionalismo non si esce, eglj _pensa, se non. per aderire all'irrazionalismo ; ad· un fideismo~ ad una esperienza interiore, ad una rivelazione, sia pure immanente, che ,filosofi perva3i dal criticismo. kantiano -hanno in questi ultimi tempi cercato, con varii nomi, di · mettere a disposizione della reli~ giosità umana. Contro questo pseudo conoscere, teo-- logia ufficiale e idealismo consentono. Ma noi diciamo qualche cosa di altro : diciamo, che e' è nello spirito, nei la vita dello spirito, qualche cosa di più che non sia in alcuna delle manifestazioni concrete di esso : che l'attualità consa-- pevo_leimplica una direttiva, una anticipazione, una norma morale della ·esperienza ventura, alle quali · la filosofia deve far posto, non solo come a postulati pratici della azione, ma come a indizii di quella maggiore ricchezza per la quale l'atto spirituale, ricco di tutto il suo passato vivo, precon-· tiene anche il suo avvenire e lo esprime in formule, simboli e miti, sempre provvisorii e soggetti a revisione critica, ma che valgono per il fe:<voredi vita morale che possono suscitare ed alimentare e, nella loro successione, costituiscono quasi la traiettoria dello spirito verso la concreta pienezza delle sue universalità ; pienezza che non potrebbe avve- · nire se già non fosse, nel più intimo delle co3cienze · e nelle più alte espressioni della santità. RO!vlOLO MURRI ZANARINI• PaSticcerie j« • Biblioteca • 1no • 1anco •

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