,.. 8 CONCETTOVALENTE sali~ fa.ntasie ~~dioevali di ricami marmorei, paesaggi r~d~ ?I ~o.nt1, ampiissimi orizzonti limitati dal Jonio, n1d1 1nt1~1 e odorosi di mare, amene gore montane coperte d1 selve. Non è questo il paese su cui si rift:!tte e. risuona, la divina bellezza della natura e del pen-- · siero dell Ellade? Da questo ambiente squisito spirituale non si eleva forse calma e serena la filosofia. Visioni e paesaggi. Un paesaggio pensoso, solenne e vasto come la campagna romana ed il lito ravennate sembra conscio di ciò che avvenne in lui. L'arco' deil 'Appennino forma la gradinata gigante dell'anfiteatro che circonda la pianura palustre limitata dal regno azzurro del mare di Omero. Affiorano in basso, profondamente erose e scal-- zate dall' impeto delle acque in piena, brulle e nude formazioni argillose; più a nord smottano, contorte e ~orrugate co~e. ond_e di mare in burrasca, più antiche f ormaz1on1 calcaree; fitte stratificazioni di schisti siliciferi,. prive del manto dei secolari faggi, erose e .frastagliate, .for~ano la corona più elevata del bacino. Le foci dei fiumi Bradano Basento Salandrella, Acri, come braccia azzurre si inoltran~ i1; terra qua~i l 'acq~a volesse trarre a sè la spiaggia silente, che 11classico mare, per millennii . arricchì e fe~ondò ;_e. la terra fatalmente si allung~ per opera dei fiumi, che portano al mare enormi strati di fango che stesi sul terreno. argilloso potrebbero fecondar~ immense distese di campagne palustri. Davanti alla pianura, nel cerchio immenso di montagne, spicca ad oc·cidente il gruppo dentato del Pallino. L'occhio·spazia sopra un orizzonte vastis-- simo, c½e abbraccia le montagne calabre, i nodi montuosi della Basilicata, i colli -gibbosi del Materano ed il lunato arco del golfo di Taranto. Oltre la spiaggia le isole Cheradi del Jonio - T a-- ranto, antica poss~nte nave d'Italia, sembra salpare verso una nuova via. Da un lato sfilano i tormentati picchi calcarei del basso Lagonegrese del Pallino dell'Alpe di Chiaromonte candida e 'granitica fr~ · nere giogaie boscose, il gigantesco Raparo che nel1'azzurro fa pompa della sua maestà. Ad ~riente le aride gr?ppe. del torrente Gravina, le squallide e incavat~ doline d1Matera, di Montescaglioso, di Palagiano e d1 Bernalda e tutta la pianura della penisola Salenti!"1a, e_gli .ultimi declivii di Taranto, fino a perdita d occhio, s1 confondono lontano, nell'orizzonte come una fuga di città e di campagne sommerse . .L'arco dei monti, dalle Murge di Matera alle den-- tate vette del Pollino, vigila la spiaggia e sta come altar~ 1i un cul!o. ~ ric?rdi delle antiche civiltà balzano più v1v1fra cosi m1rab1le pompa di montagne e di lidi. I colonnati. di Metapont(). Ora è giusto un anno che, a compimento di un'opera, alla quale avevo dato " tutta la fede e l'energia che richiede l'ingrato lavoro di chi cimenta Biblioteca Gino Bianco ' le proprie forze e logora la sua passione nella esaltazione della propria terra '', potetti additare agli italiani i monumenti e le visioni panoramiche del piede d'Italia. Quel libro - " le città morte del Jonio ": editore Nicola Zanichelli, Bologna - è· l'affermazione orgogliosa della bellezza della nostra classica terra. Chi ·conosce ed apprezza questo paese, che èdavanti alla scienza e alla storia e nelle braccia sel-- vaggie della natura un amante adorato e serba gli. arcani delle primavere mediterranee? Lungo il classico lito i popoli premicenei ed elle-· nici elevarono i simulacri del lucido sogno dell 'este-- tismo consapevole che doveva giungere sino al Par-· tenone. Più che altrove l'orgoglio qui si appaga. vedendo come il tenace lavoro dell'uomo possa giungere a creare un impero. Perchè nell'arte della Grecia. e di Roma '' con altre forme, con le forme figurate,. continua la volontà' di dominio che v'era già nel progenitore lontano, che visse nelle grotte neolitiche " · del torrente Gravina o nei villaggi palizzati della. terramare di Taranto e di Matera, " intento pazientemente à pteparare la sua arma di selce ". Ma pure qui trionfa un'arte, l'architettura periptera; '' che, per quanto ·affidata· a elleniche mani,.. sembra sia espressa dal suolo in cui sorge come se le sue fondamenta f assero aride e succose radici e· che, quando tutto è distrutto ali' intorno, sovrasta con i_suoi ruderi il deserto come se questi fossero tenaci tronchi superstiti di un 'arsa foresta ". " Taleè il tempio greco ". " Eretto nella solitudine marina - osserva Alessandro Della Seta ne " l'Italia an- . '' t1ca -. con una sola colonna superstite sul promontor10 tempestoso come a Crotone " " incastrato nella· c-hiusa navata " di un sacrari~ medioeval~ co~e il t~mpio dorico di Taranto, " spezzato !'!ellampiezza ariosa di due ali come a Metaponto ",. _vastamen~e coricato e infranto " di fronte al lagodi S. P?lagina come il metapontino tempio d'Apollo (~a~a d1 Sanson~), " sono questi gli avanzi di una d1v1na foresta d1 templi dorici ". La spiaggia della Magna Grecia ha un vero fascino sulle i~magin~zioni, pe_rchè ha i monumenti, ha le memo~1e, ha ,1 arte, ha 11 segreto delle speranze immortali, ha 1austera bellezza della natura, ha tutto quello che esalta e rapisce l'anima umana. Le terrazze delle case, di Pisti~ci sembrano palchi eretti dalla mano dell u~mo, riconoscente, per ammirare lo spettacolo grandioso che lddio offrì alle sue creature . . l' Che sia la pianura di Metaponto e di Eraclea nel~ or~ del. traf!lon_to_quando la gigantesca scia azzurra dell Jon.10 s1 d1p1n?e di rosa non c'è lingua che possa dne. ~ u~ u!-~aiito, un'estasi, un sogno; è u!l confus? v1ava1.d 1mm~nsi pensieri, un tumulto d1 memori~ grandiose e d1 speranze arcane, in cui la _mente s1 per1e come nel mare lontano senza confìm. La_breve p1an~ra fr!lmmentaria, che lo sguardo abbraccia senza fatica e 11punto più storico di tutto
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