Vita Nova - anno II - n. 12 - dicembre 1926

IL VOLTO ·DELLA PATRIA Le coste del mare J onio Pisticci. Perchè sono oggi venuto nella gaia e luminosa cittadina ancora pervasa di vita greca a violarne con la mia indiscrezione sfacciatamente il mistero millenario della sua necropoli? Alle volte, percorrendo le strade rettilinee dei quartieri popolari, tra le file di piccole e bianche case cuspidate, o traversando gli oliveti ombrosi e le vaste vigne sotto I' incannucciata delle pergole e il tetto vegeta' e dei giganti carrubi, . provo una sensazione di disagio. Quale demone • • • insonne mi spinge fra. spiriti e forme della mia terra ? tivo un corruccio,· un senso di nostalgia per la terra dei vasti orizzonti. Pisticci: visione di sogno. Sei al di fuori del ipondo: candido rosaio su brulla balza dinanzi al regno azzurro del mare di Omero. Memorie. Navigare coi primi miti seguendo la scia luminosa della nave di Ulisse. L'ombra dei colonnati giganti di Metaponto, di T a- .. ranto, di Crotone è ·La rivedo s< mpre come quando la salutai l'ultima volta - ritornando in Cala"'ria per com- METAPONTO - COLO.\.NE PALATlNE sacra pel cuore degli uomini. La bellezza di questo mare offre una violenta sensazione; che fa impallidire e tremare. Il paese si profila con I' anfiteatro gigante del1' Appennino sul lontano orizzonte, confuso fra le terre mediterranee, da .pletare le mie ricerche d'arte - e la contemplai, al tramonto, dalla valle del Basento, languidamente distesa su i colli mentre un \telo di rosa avvolgeva il suo candore immacolato e, dìetro la badia del Cosale, il sole già lambiva l'onda ionica e ancora fiammeggiava la cuspide luccicante e verdognola della cupola. . Era l'ora sacra della preghiera crepuscolare. Ricercai la badia ed il tremulo... cipresso... Ma il treno era ormai fra le brulle calanche di San Teodoro, a pochi chilometri di distanza dai colonnati peripteri immortali di Metaponto ellenica. Il mare lontano, coronava di scie luminose la clas- • sica costa come una sconfinata prateria di azzurro, di rosso, di bianco, di oro, scoparsa di malachite, di zaffiri, di topazii, di lapislazzuli frementi. dove mosse la prima civiltà del mondo occidentale. I primi eroi italici conducono la loro gente ad affacciarsi sui monti della costa per guardare il miracolo del mare e per sagomare il ceppo della razza ionica. Il mare di. Taranto, di Eraclea, di Sibari, di Crotone, di Locri si anima delle prime vele elleniche . Passano pochi secoli appena e la gente del nostro immediato orizzonte, a nord, si agita paurosa. Roma si affaccia alla storia: Venosa dà .a Roma li divin canto di Orazio riscintillante fra le brunite strofe per mille vivacissimi raggi di luce greca. Ma la costa ionica non è soltanto materiata di miti; non è solamente intessuta di tradizioni : è un divin lembo del paesaggio italico ed è degna davvero dell' aspettazione che le pagine -omeriche sanno suscitare. Mi ero allontanato di pochi chilometri e già sen- TERRACOTTE DI MEfAPONTO Rovine severe e colosibliote a Gino Bianco

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