me ste~o della compo$izione della ircolarione per conto del commerio che si ripartisce così: 6.186.6 ilioni d,i circolazione soggetta al imite normale di 7 mi!lia«li {secono il decreto-legge del 7 settemre ·scorso); 2.500 mi'lioni di circolazione non •sogietta a tale limite erchè derivante da una corllisponente diminuzione de.Ila circolazioe per conto delJo Stato in seguito versamento dii novanta milioni di dollari da parte de'l Tesoro - ed è questa la principale somma ohe contribuisce aH' aumento dt~t~rmi-- natos,i nella ma,ssa circolante per nto del commercio - 5.411 milioni di ,circolaZJione pur essa non soggetta al limite del decreito:-legge, perchè proveniente dai Banchi meridionali ed inerente alle operazioni del Consorzio per sovvenzioni sui valori industriali. << Infine è da rilevare il notevoJe mig'lioramento della riserva metallica ed equiparata della Banca d'Italia realizzato al 30 settembre ,in confronto al mese precedente. T aie riserva ammonta comple 1 ssivamente a 2.418.3 milioni(controI.947.2 milioni) così riparti 1 ti : oro in cas•sa J .137 milioni ( 1. 136.1 milioni ne'l1 'agosto): oro ali' estero 419.6 milioni: argento in cassa 103.8 milioni (contro I03.9 milioni) ; valute equiparate 757.9 milioni {contro 287.6 mi,lioni) ». Come si ved~ e, come, del resto, ne~uno può disconoscere, i risu'ltati deHa politica finanziaria fascista sono tali da lasciar sperare con fiducia nella r.iva·lutazione graduale della lira. Anche in que1 sta sua battagl,ia i•l Fascismo rivela la isua virtù essenziale ; che è quella di avere la volontà e la forza di r~sistere a tutti i costi a qual~iasi pressione che tenti di farlo deflettere dalJe deci,sioni adottate. Uco MARCHETTI ~ LETTERATURA ~ È quasi spenta l'eco de:lle accoglienze discrete fatte ali' ultima opera di GIOVANNI PAPINI: Pane e RASSEGNE Vino (Pane e Vino, con un soliiloqflllio sulla poesia, Firenze, Vallecchi, 1926) e chi ne vuol parlare rischia d,i passare per un ritardatario. A,bbiamo riletto il volume saltando, questa volta, il soliloquio perchè 11icordavamo la poca o nessuna originalità deHe idee sostenute dail Papini in questo vero antemurale che si para davanti al lettore, con aspetto min,accioso. In fondo, in quelle pagine, il Papini l'imane tale quale: uomo dalle belle intenzioni contraddett,e dalla pratica. C'è, è vero, nellile sue parole, una e-erba tni,stezza clhe le rende commosse e .poetiche, ma a lungo andare ,il Papini protesta perchè vuole ritogliere la poe·sia a tutte le piccole miserie della vita, vuole ridare le aili a!l verso, aprir,e l 'ani~a alle più alte aspirazioni, esprimere .il suo mondo nobilitato dalla fedt- .e dalla presenza di D1io. Ma gli elementi che compo1 ngono questo ·mondo sono quelli che conosciamo già. Papini 11imane iJ novecentesco letterato .italiano ricco ,d'ingegno e di mezzi e.spres1sivi che spesso concentra in questi il suo sfono creativo e scambia la violenZJa della parola con la originalità del sentimento. Gli esempi, per confermare questa asserz.iione, •sarebbero numero!Sissimi, mentre son rari i momenti di vera, palcata isp,irazione e quindi di vera ,poesia. Colpi 1 sce il lettore la prima ·lir.ica: . lo mi ricordo del riso sonante che punteggiava le· fresche parole, candido riso di vergine amante non ammortito da muri di scuole, P,roprio così dovrebbe esser an· ch,e ·la poesia del Papini : candido riso di vergine amante~ e invece è molto spesso am,mortita da muri d,i scuol,e o, quel ch•e è peggio, soffocata da:ll 'ira che ingorga la gola. Vuole, spesso, il Pa.pin,i e,sprimere ,la dolce iintima gioia delila conversione e della fiducia in Dio ; ma quel confidente conversare del figl,io traviato col Pa,dre è inyece amaro Sél!Casmo; più c~e per amore di Dio egli pa11ta.per odio degli uomini. Non così si stabilirà i:l regno di Dio su questa terra... Accenti apocalittic 1 i che vogliono riechPgBiblioteca Gino Bianco 47 giare .la grandiosa magnanima ira dantesca riescono banali : Che farai tu nella suprema sagra dove il ciel con I' inferno si con8agra ed ogni escusazione sarà magra ? La freddezza d,el rapporto, per non parlare della punta orig1 inalità dell ',immagine della sagra in cui il cielo e ,l'inferno si conflagrano, è quanto mai rettorico e sciiatto. E tutte così, queste liriche d,ettate da,l1 'orgoglio, quali : « A · lvl,i,che,lan-- gelo », « A Dante >>, « .li lupo di Gu,b1 bio», « Domande al Signoire » eoc. ,Ma lascia.mo stare questi m~ menrbi di cupa tristezza {ed è, in fondo, un groppo di tristezza che non liiesce a rasserenarsi quello che rende pesante_ la lirica papiniana) in cui 1 1 'anima vecchia che sperò sanabile ritorna ancora, spettro inseppeJlibile, come dal sassicaio la nera vipera esce dopo la pioggia al sole tiepido, per ricantare, sia pure sottovoce per non sciupa11la: Nella mia casa di pietra celeste aperta al cielo color paradiso, nel mio rifugio tra ripe e foreste ancora squilla il tuo limpido riso. • Ed è ,in quel riso, perduto neUa lontananza della giovinezza tramontata, ma v,ivificato con dolcissima nost~lgia e in altri beni r,eaJi e sentiti, che il Papini dovrebbe cercare la sua ispirazione per ,j,} canto sereno : ·l'orgog,lio sfrenato del neo.:. fìta o l'ira dell'apostolo incompreso non hanno mai creato poe1 sia. . Vorre 1 i, come antidoto alla posa sole~e e ·crucciata de1 l Papini parlar d11un poemetto dialettale di fr.ancescana pietà del poeta siciliano ALESSIO D1 GIOVANNI(Lu Puvireddu Amurusu, poema francescano con prefazione di Federico Mi,stral, Il ,ed., TTimarchi ed., Palermo 1926) se non sentiss,i sussur~ rarmi ali' orecchio l'avvertimento del l,ettore ·scettico che guarda con diffid1enza a tutti codesti conati di semplicità francescana. Ma io ,·ogl1iovincere codesto scetticismo avvicinando il ·lettore a quest'anima s~mpli~e e religiosa che ha saputo rifare 1n prosa siciliana dolcissima . ' e 1ncantevoI.e, I fioretti di S. Fran- .I \ •
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