Vita Nova - anno II - n. 11 - novembre 1926

UN NAVIGATORE ITALIANO 23 giungere a cc quei felici ,lidi ». Sa,lvatosi da una furiosa tempesta (24 febbraio) g,iunse, dopo quaranta giorni di nav,igazione, al 34° parallelo. Percorse la costa da,i confini della Florida fino a Terranova al 50° parallelo; e per mancanza di vetto·vag,lie tornò a Dieppe in No,r~ mandia, ove approdò nel luglio deHo stesso anno. Egli giunse alla foce dell 'Hudson - ove sono oggi le altissime case e il vortice della vita d,i New York - e trovò una grande vergine prateria con boschi d' al - beri cente.nari. E scrive : « Baptiziamo questa terra « selva di lauri» e, poco più giù « per li belli cedri, imposto gli sia il nome : Ca,po di Cedri ». Poi, .la laguna di Pamplico fece credere al Verrazzano che d,i là della diga vi fosse un oceano: è un errore che prova però da solo la veracità del viagg,io. Dice il capitano della Delfina che chiamò j} luogo « A·nnunciata » e che la scoperta del presunto istmo lo addolorò grandemente, avendo sperato di trovare uno stretto (/reto) ,per giunge.re all'altro oceano di là delle nuove terre. « Apellavimus Annunciatam, a die adventus, ove « trovasi un istmo di larghezza de uno miglio, e longo H circa 200; nel quale da la nave se vedeva el mare « orientale mezzo tra occidente e settentrione quale è « quello senza dubbio che circuisce la estremità della « India, Cina e Catayo. Noi andammo longo el detto « istmo, con speranza continua de trovar qualche Jreto « o Vero promontorio al quale finisce la terra verso~ « septentrione per poter penetrare a quelli Jelici liti « del Catayo. A quello istmo si pose (nome) dallo « inventar V errazzanio; così come tutta la terra tro- -<< vaia si chiama Francesca per il nostro Francesco ». Ed ecco le zone intorno ali' attuale Newport, vicino .all'isola Manhaittan : « Questa terra è situata nel parallelo di Roma, « ma alquanto più fredda e accidentata per natura .. « Discorre d,el liido di tra terra da occidente a oriente. « La bocca del porto, che per la bellezza chi.amiamo cc refugio, guarda verso l'austro e si stende leghe do- << dici tra oriente e settentrione, dove allargandosi cau- « sa un ampio seno di circui.t9 di leghe venti circa, nel « quale ·sono oinque isolette di molta fertilità e va- « ghezza, piene d'alti e spatiosi alb~ri - e dove ogni « numerosa cilasse, senza timore di tempesta le altro im- « pedimento di fortuna, sicuramente può quiescere ». E il nav1 igatore ita:liéllllopassa a ,battezzare i l1uoghi. ·N:umerosi i nomi francesi, in omaggio a Francesco I ,e alla sua Corte. Di nomi italiani troviamo Selva di Lauri, Campo .di C-edri, la Nunziata (dal giorno in cui la << Delfina » approdò presso ,l'odierno Wi,l:mington). Ma ben altri compariscono nella carta del Maggiolo e di Gerolamo Biblioteca Gino ■ 1an da Verrazzano, fratello di Giovanni, carta d,el 1527. C'è tutta Firenze e il suo territorio: Capo S. Gallo, S. Miniato, l'/mpruneta, Careggi, l'Orto dei Rucellai. Una proposta. li grande navigatore italiano - che primo scese sul lido do,ve oggi è N~w York e urlano senza pose le mille sirene di navi e di opifici, salutò, baciate dalla brezza, nel,la pace ,della prateria le « seive di lau~i » e « li belli cedri » - attende sempre l'ora di una più vasta giustizia della storia ohe faccia popolare il suo nome, come celebre esso fu .i,ntutto i,l Cinquecento - ai giorni de.Ile ·sue alte avventure. . EJgli morì alcuni anni· dopo•, alla testa di una nuova sped,izione, cercando lungo le coste dell'America meridionale quel famoso passaggio ad oriente che doveva essere trovato ,poi da Magellano. La scoperta della plaga c-he egli stesso descrisse resta la sua gloria maggiore ; .e quella gloria è consacrata da1 l solenne monumento,, innalzatogli dai figli d'Italia a New York. Ora, poichè esiste la fortuita e propizia coincidenza di data che è segnalata, perc1 hè - sin che siamo in tempo -·- il Governo Nazio,nale non dà incarico al nostro Ambasciatore negli S. U. di apporre una co,rona alla statua del V errazzano e di commemorarlo con la maggiore solennità possibile ? ~E si potrebbe coniare anche una moneta o medaglia commemorativa, che entrerebbe in nobile gara con quella americano-ugonotta già decretata per l 'oc- . cas1one. È una manifestazione di nobile italianità e di giusta evocazione storica questa di cui la fuggevole ooca5ione ci addita la propizia opportunità. È proprio un eminente americano, il signor Giustino Windsor, storico e bi,bliograf o che ha scritto nel suo lavoro biogra.fico « Cristopher Columbus » : « Venezia diede Caboto all'Inghilterra; Genova « diede Colombo alla Spagna; Firenze diede Ver- « razzano alla Francia e Vespucci al P orfogallo. « Non si può seguire la storia dei popoli dell' Eu- « ropa occidentale nel piantare le loro bandiere sulle « spiagge americane, senza osservare lo strano destino « degli italiani, che fornirono i pionieri a tali Nazioni, « senza avere mai potuto procurarea sè stessi un posto « ·qualunque in alcun luogo del nuovo mondo ». Che questo ,singolare ,destino, di cui il no·stro prestigio nazionale e la nostra emigrazione han conosciuto tutta la ·tristezza infinita, sia almeno corretto dali 'alta rievocazione dei nomi grand,i ohe sono · nostri ed ai quali non vogliamo più abdicare. Giovanni da Verrazzano, nel quarto centenario della sua scoperta del lido che sarà New York, oggi attende! ARNALDO CERVESA TO ,

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