Vita Nova - anno II - n. 11 - novembre 1926

• IM#SFII M'i IS&IMWFMME ARTISTI CHE SI CERCANO: ORAZIO TOSCHI 17 sione alle figure pensate, eliminare anche una parte del vòlto, spezzare bruscamente un gesto del corpo, ecc. E ciò perchè molte volte tutta l 'espressione di un volto o di un gesto si concreta, si racchiude in alcuni pochi elementi costruttivi lirici. Così mi giustifico e comprendo bene il valore di certi /rammenti volutamente creati dall'artista ". Fin qui gli può essere concesso: la sua Fanciulla malata mi sembra la dimostrazione dj questo concetto. Ma egli dice anche: " È l'espressione (il sentimento) che deve creare I' immagine, non l' immagine l'espressione; in caso, è sempre l'immagine, la figura che ci deve scapitare, magari anche rinunciando alla sua perfezione e bellezza estetica per un maggior valore espressivo. Così avveniva nei pittori primitivi, la cui inesperienza tecnica costruttiva era come una porta aperta al sentimento che dominava sovrano. Gesti e volti erano solamente quelli sentiti nell'anima e non copiati dalla realtà: anche il colore entrava nelle loro opere come elemento di espressione e non come contributo alla evidenza plastica delle cose rappresentate ". Qui . ' pare tutto giusto, ma non e. È innegabile che non è necessario copiare dalla realtà; è innegabile che tutti i veri artisti (e non soltanto i primitivi) vi daranno forme e colori quali essi li hanno sentiti nell'anima, forzando anche la realtà per tradurre meglio in forme visibili il loro sentimento; ma è pur necessario che le forme e i colori siano tali da essere sentiti nell'anima anche da chi li contempla. L'espressione artistica delle cose può ZINGARESCA Bibliotec Gino Bianco PALPEBRE ABBASSATE essere personalissima, fino ali 'arbitrarietà; ma non può essere convenzionale : altrimenti non è espressione, non è arte. lo non domanderò a un pittore la stessa evidenza plastica che sono abituato a vedere nelle cose; ma gli domanderò pur tuttavia una qualsiasi evidenza plastica. Ora, quando il Toschi mi parla di " misteriose risonanze pittoriche ", di " vaghi accordi lirico-cromatici dove il pittore trova per un arcano procedimento la linea tematica del suo canto pittorico ", e mi espone una teoria sul valore sentimentale dei colori, (" con la mia anima io vedo azzurre le margheritine, perchè mi dànno un senso di tenera malinconia che si traduce, pittoricamente, in pallido azzurro "; oppure: " la tonalità del silenzio è verde ''); io ho ragione di diffidare; in quest'arte tutta lirica c'è troppo simbolo, ossia troppo ragionamento. Proprio il ragionamento che i lirici puri vorrebbero cacciare dall'arte. *** Eppure consiglio di leggere la Pittura lirica. C'è la confessione di un animo tormentato dal desiderio di più esprimere. Poco importa, per l'interesse umano del libro, se i principi logici vi siano discutibili. Certo la lettura del libro è necessaria per entrare nell' intimo dell'arte del Toschi. / o penso col colore, dice egli a un certo punto. Forse, sarebbe stato più preciso se avesse detto: lo esprimo con la luce. Perchè

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