Vita Nova - anno II - n. 10 - ottobre 1926

teristii_co modo d'investigare i problemi, con indagine sperimentaJe alacre e desta, senza partire da alcuna teor.ia, tutt'al più accogliendo quaiìche teoria per ipotesi, quale pro,vvisoria spiegazione d'una serie di fatti. Pe·rciò ,il Duce, ancor oggi, vanta il Fascismo che « non possiede un armamentario d~ dottrine teoriche, perchè ogni sistema ' . . . e_un errore, e ogni teoria una pr1.. g1one ». « lo ·sono ,un canlln:inatOIIe n dice di sè, e negli anni dal J 91O al 1914, non per nulla firmava i suoti articoil:i ,co1 l tipico• pseudo!Ilimo : H l ''homme qui cherche >> • E que1sta ricerca ;ncontentabile è propria allo st,ile di Mu·ssolini, alla sua vita, alla sua arte politica. *** Verso .il I 909, a T rento1, quale c.o1llabo!latore di Cesare Battisti, egl:i stampa un giorno ,le memorabili paTole: << Il confine d'Italia non fmisce ad A•la ». Viene, dall'Austria, espulso. . Batti,sti così· comm-enta I' espu,lsione nel Popolo : « La sentenza se a noi fa profonda,mente dolore, a lui fa onore ; se per noi è una grande perd,ita, per .lui è una gloria ». L'unità della .Patria e l'amore per l 'ero!ismo erano già i capisaldi del pensiero di Mussoilinì. · Uno dei suoi scritti giovanili fondamentali, è ,indubbiamente lo stud,io sulla « filoso,fia della forza », pubblicato nel Pensiero romagnoJo. L'idea de Mo Stato è già in lui potente, tanto che sin d'allora egli lanciava il grido per un « prossimo » r•ito-r,noali' ideale. D'un ideale che per co,mprenderlo, « verrà una nuova ,specie di « libe:i sp,iriti » fortificati nella guerra, nella solitudine, nel grand-e pericolo, spiriti che conosceranno il vento, i ghiacc•i, le nev~ delle alte ·montagne e sapranno- misurare co,n occhio sereno tutta la profondità degli aibissi - spiri ti dotati di un genere di sublime ,perversità - spiriti che ci liber.eranno dall'amore del prossimo, dalla volontà del nulla, ridonando al'la terra .il suo ,scopo e agi i 'uomini· le loro s:peranze >>• • • RECENSIONI L' influenza delle dotroine di . Nietzsc!he è fortissi•ma in questo passo. Pareto, Nietzsche, Machiavelli e Sorel sono infatti, com' è noto, j maestri da cui Muissolinii ha particolarmente attinto onde plasmare le sue concezioni politiohe. Assumendo :la d,irezione del1' A vanti I, icomincia col dichiarare: « G1i articoli politici, ne,l giornale che dirigo io, me li faccio da me ». Si ern alla ,fine del 19I2. Un anno dopo era ancora il dom,inatore del socia,lismo italiano e, ad Ancona, faceva dichiarare incompati,biJe per i socialisti l 'appartenere alla ,masisonetiia. Di fronte ai conflitti sangu,inosi d.i quegli anni, ,Mussolini noo insorge mai in nome delle cc Libertà » conculcate, nè di altre ideologie, ma insorge in no-me di co,se con.. crete: <<Fogne, medici, acqua, luce » : ,ecco ciò che ch·iede : « condizioni più umane di vita ~>, « non sovverti(mentJi di regime ». L'Avanti I non essendo più sufficiente a contenere tutto il suo pensiero, Mu,ssolini fonda J' Utopia, onde « sentirsi ,maggior.mente sè stesso n. ln lui comincia d'altronde il proce,sso d' inorinatura dell' ortodossia . marxi1,sta. « A un dato momento - egli scrive - i socialisti sono stati vittime di un gravissimo errore. Hanno creduto che il capitalismo ave:;se compiuto il ·suo ciclo. Invece iJ capitalismo ,è ancoira capace di ul·ter1iorisvolgim,enti. Non è esau~ita la serie delle sue trasformazio,ni. Ma la classe si fraziona nella plurali•tà delle categorie e - elemento trascurato fino ad oggi - delle psicologie ». Dimessos,i dal.I' A vanti I ed espulso dal Partito, fonda jl g,lorioiso Popolo d' ltalia nel C:_upir,imo nu:mero, usoito il I 4 nove·mbre I 914, scrive: « Ripll'endendo la marcia - dopo la sosta che fu breve - a voi, giovani d'ltaltia: giovani delJe officine · e degli atenei ; giovani d' anni e giovani di spirito; giovani che appartenete al-la generazione che il destino ha comn1esso di « fa,re » la storia, a voi lancio il mio grido augurale. Il grido è una parola che Bibliotec Gino 1anco 53 . . . . . 10 non avrei mru pronuno1ato 1n tempi normali e oh,e innaJzo invece forte, a voce spiegata, senza infìngimenti, con sicura fede, oggi: una parola ,paurosa e fascinatrice : Guer,ra ! ». *** Ed ecco le memorabili lotte contro i,I «parecchio»; ecco le rad1iose giornate del fatidico maggio: « O guerra o Re 1 pubblica ! ». Ecco la guerra. Mussolini ridi- · venta bersagliere. AIJa guerra partecipa :in ,pieno. A1 mato, temuto e odiato, come in temipo di pace.· . - Sei tu -Mu,ssol,i.ni ? - Sì. - Benone, ho una bella notizia da darti. Hanno ammazzato Corr,idoru. Gli sta bene, ci ho gusto. Crepino. tutti questi interventisti. iMusso,lini è in piedi, pal:lii,do, col fucile .imbracciato. Si ode uno scalpiccìo: passa un s~gente con il ,picchetto. - Che co5a fate lì, caporale ? Il fuoile torna a bandoliera, e lui riprende la via del monte. ,È morto il camerata fedele ; è morto I' arca,ngelo biondo. Il 23 febbra,io 1917, Mussolini, investito da una raffica di 6chegge, è proiettato parecchi m,etr1ilontano, grondante di sangue, semisvenuto. Lo ,raccolgono sulla ,bareHa ed è medicato a Doberdò. cc Ho veduto la tragedia » egli esC'lama, mentre un moilente a I,ui accanto grida : « Garofani, ga:rofani, datemi dei garofani ». *** E,ppoi la V,ittoria, il triste quarto d'ora del caporettismo, la campagna a favore ,d,el.l'.impresa di Fiume, la fondazione dei Fasci. In via Paolo, da Cainnobbio, alJa vigi1 lia della storica insurrezione : « Vivevamo allora al Popolo d' Italia - la' Sairfatti racconta - ,in un cameratismo di bohème fraterna, che allargava iJ cuol"e. Quattro stanzette, .una vera to,paia, in un,a fra le ,misere ,strade del peggior,e vecc:hio centro sopravissuto in Milano. Ma che aUegria e quanto fervore, e quante risate per rifarci di tanto lavoro e -preoccupazioni. Nei so- .,

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