Vita Nova - anno II - n. 10 - ottobre 1926

..... RECENSIONI MARGHERITA G. S·ARFATII: Dux - ,Milano - ·Mondadooi, 1926. Parliamo ancora una volta 1 in quest1 no,stra Riv,ista di questo libro, ,perchè di tante biografie 1Mussoliniane, questa della Sairfatti è forse la ,migliore, degna d'esser presa in grande considerazione per lo sti1 le chiaro e vibrante, la ricca raccolta d 'aneddoti incisi, coloriti e commentati con pregievoli~sima maestria, lo· spirito che anima e alimenta e rende rovente di passione, til racconto della vita di lvlussolini e deHe vicen,de .italiche durante cuti si delineò la personalità del Duce, stretta in rapporto storico ai fatti e alle circostanZJe svoltesi. La figu-r,agigantesca ,di ,Mussolini è con ragione g,iudicata quale incarnazione deilla vita, deHe aispirazio-ni, ,deUe sorti del Pa,ese. La vita del Duce presuppone infatti quella dell'Ita'lia e la sua fortuna, la fortuna del .popolo che risor5e, appunto perchè seguì l ',i,mpulso di quest' uomo ; del popolo che fa miracoli e ridiventa grande perchè, gua-rdan,do negli occhi profondi e ,lungimiranti del Capo, 11itrova sè stesso. Così, incarnandosi nel Duce, questo « popolo storico >>, M!llsoolini aissrnrge,ali' altezza di leg,ittimo rappresentante d,ella Stirpe. E in questo « D.ux » della Sarfatti, libro del tutto arlieno daJ1 la retto:ri1 ca, c'è proprio tutto Lu,i, e, quindi, tutta la ,storia i1taliana di questi ultimi anni. C'è una serie ànterminabiJe di :racconti staccati, una successione oontinua d'episodi e d'eventi, che si fondono pe-rò ,insieme onde formare un tutto armonico e armonioso che d.à alla narrazione, non si carpisce .bene se l'andatura perfetta d'un romanzo o se non piuttosto il iritmo appa,ssionante d'una melodiosa marcia. Biblioteca Gi o ■ 1anco In M•ussolini fanciullo, ciò dhe subito si r,ileva, ,è una prodigi<>5a, possent,e memoria. Domandato al1 'imiprovviso, egli vi 1 dioe I ',anno, i'l me•se e :il giorno in cui morì Beatrice d,i Dante ; ,I' anno,, iJ mese, ~l giorno - J 4 luglio 1902- in cui entrò 1per la prima volta in carce11e, a Losanna, giorno in cui 1riv01ltoai ,suoi carcer.ieri, così si espr-es-se: « Sapete, io sono ,ignorante, molto ignorante; sapete, ,io non ricordo mai nulla, il passato non .m'interessa, non esiste per me, esiste solo i'l futuro ». Lavo!lando, da piccòlo, nella bottega di fabbro del padre, veniva ,spesso r,ichiamato da potenti scapaccioni. Egli guatava, torvo, di sotto in su, più per i' offesa, che per- iii ·male. Guai, poi, se si fosse cQperti gli oochi o se li avesse solo socohiusi quan-do l'acciaio gli sJerrava le ,scintille di fuoco. ·La cinghia d,ei panta,loni patemi interveniva a ,sferzare 1 'aria e il suo CO!I'pO, ,inesorabil,mente. Il leoocello fug-· giva, allora, rug~hiando, appiattandosi quatto, soltanto a notte alta, nel letto. Eppure, adorava il ferro che mai gli resisteva. Nel forgiare la materia anJcandescente, egli era instancaibi,Ie, abiilisisimo. *** La ,miseria, battendo alle porte della sua casa, decide d'emigrare in Sv,izzera. Con cinquanta lire fornitegli dalla mamma mmasta sola ·coi due figli minori per 1 'avvenuto arresto d,el mar.ito, v,ien presto pre:so tra ,la terribile morsa della vita solitaria. • ,, . Giornate oscu-re, piene di drammaticità in ogni suo gesto, e di tragicità dentro l'anima. Nel ~obborgo di Losanna deve persino chiedere un pane onde sfamarsi : « Avete del pane ? Datemene >>. « Egl,i era della razza che doma • e comanda~ non chiede. - la Sarfatti -scr.ive- Bb·be voglia di gettare il pane in faccia a que·IJa gente che glielo !porgeva scura, intimc-rita, senza ,sguardo o sorriso di gene•roso consenso. ·Ma il ventre è un malo cane ringhioso >>. Esattamente vent 'ami dopo•, nel J 922, Mu,ssolini era tornato negli Stati della Confederazione Elvetica, dove l'attend.evano proprio a Losanna, Lord Curzon e ,Monsieur Poinca1ré, rappresentanti d~lnghi!- terra e di F r.ancia, da lui convocati per confenire sulle so,rti d'Europa. Da due o tre mesi appena, la Repubblica av,eva revocato il bando eme1 sso contro di lu.i, quale « rivoluziionario pericoloso ». Un alto funzionario andava a prendere ordini per il servizio di pol1iZJia: era, i,l Duce, soddisfatto ? « Très .satisfat, mon·sieur le Commissaire ». Additò, sorrid-endo, il ponte che si vedev·a daille finestre del sontuoso albergo. « V ous souvenez-vous, 1 monsieur le Commissaire? C' est là que votre police m' arreta, ,il Y. a V•i•n,g~ts)). Il Commissario · filosoficamente inchinavasi: « C' est la vie, monsieur le P:resid-ent ». Cosa non aveva insegnato la vita a Mussolini, durante 1il volontario esilio? Se a Predappio aveva fatto il fabbro, a Lugano· fa il muratore e il garzone d,i nase!hetter.ia. Ma, nello ,stesso tempo, a Losanna, d,iventa studen,te. Vilfredo Pareto, fra tutti gl 'i•- segnanti, ha su di lui un 1 p1ofondo e durevole ascendente. La Paretiana « teoria degli· imponderabili », .Mussolini la trasporta dal campo ·della economia a quello del- ~ la politica. Fu questa la sola teor,ia che gl,i rimase profondamente impressa, tanto eh' egli la estese a rutta la sua concezion•e della vita. · Il .f>areto gl' insegnò il suo carat-

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