Vita Nova - anno II - n. 10 - ottobre 1926

,. che noi riconosciamo per tale, se~- pure lo esaminiamo a part~ per r1: scontrarvi anche quel germinare di elementi che r,iassumono nella creazione individuale dell'artista il tormento comune ed anonimo che egl,i ha \saputo cogl,iere nell'anima d~ popolo purificandolo ad calore d1 . una nuova espressione. *** Carlo Magnani (1), noto per uno strano e tor1 mentato romanzo e per l'armonia vivace ed inrSieme acco- . rata di alcune liriche, è sotto lo pseiudoni~o di Nino Orlandi l'autore di, Casa mia e di Nena, una raccolta d,i liriche ed un. poemetto in vernacolo pesciatino, confermanrli le sue belle doti d'artista, che nella solitudine ha creato un mondo tutto pan:icolare c,ui dànno vita il sorri,so e la melanconia. Casa mia ha una ispirazione monocorde ed ,è ,il poema, direi quasi, delle nostalgie indefinite e della accorata dolcezza dei ricordi che inchiodano i,l poeta al paese natale nonostante ,sin .dalla fancirulJezza lo abbia punto l'ansia .· . . . . . . . . di vede' che e' ene dietro que' monti, dietro quel gran mare più qua del male, un po' più là del bene. È il paese che, ape·rto al sole, popoJa per lu,i le strade larghe e sfociate di g·ente nova ed antica e s'anima alla Juce di un pae·saggio interiore quand'egli lo guarda, trascinato dall' onda d!i richiami lontani. Paese mio, paese di me stesso, Colle mi' strade, colle piazze 'ntente A' preti che acciabattano sommesso! Colle mi' donne e 'l dolce amor eh' è mio Colla mi' vita che s'esalta e stenta E vibra a lungo, 'n uno scampanio E si raccoglie 'n uno odor di menta I Il Magnani ,ha una sua personalità troppo distinta e troppo definita perchè ,possa in qualche maniera ria~sumere la vita del popolo ned dialetto de1 l qruale com·pone 1 le sue poesie ; il suo temperamento (1) NINO ORLANDI - Nena, Arturo Paoli ed., Pescia 19) 9. C'"a mia, E. Nucci ed., Pescia 1920. Biblioteca Gino Bianco RASSEGNE lirico lo spinge ali_'inc?ntr~. a r~nchiudel'si nel cerchio d,i un interiorità ohe talvolta sembrerebbe col- ' . . ma di indolenza e di -manierati rimpianti se tratto tratto non I~ i,Ilumina1sse il lampo di un sorridente amore e non la sostenesse l'ansia di v1ivere e di cono,scere. Questo a-spett<;p>articolarissimo del suo spirito, che ,del resto ha qualche punto di contatto coH'indo·le dolce, mel~nconica ed insieme operosa degli abitanti deMa ,sua regione, gl,i pennette di espr1 imere c°:1 ~~r~a _e con ,suggestione i contr~st1 1?1u intimi e più delicati -de,ll' an1·ma, le sconsolate aspirazioni dell' irraggiungibi,le ed il mescolarsi continuo del dolore con la gioia, de,lle lagrime col so,rriso. La ,scintilla sottile di questo umorismo dà vita a· rutta In sua arte talvolta un po; frammental'ia (llel sus•seguirsi di stati . p·sicoiogici tro·ppo partic~lari ~d ~n ~ po' viziati, sempre ·mat~r1ata d1_ p1~- cole cose e di delicate 1mpress1on1: una steilla, un canto di bimba, un fruUare di al,i. Al contrario di Nena, ch,e non ha mai vera forza di slancio lirico, La processione, il poemetto che conclude 1 la raccolta di Casa mia, è la cosa più riuscita del Magnani, fo~ ,peroh-è egli è libero di dar vita ad un ,paesaggio che so1 rge in I ui, fuori di ogni preoccupazione visiva, soltanto daHa velata rne1 lanconia del ricor-do e può snodare come i grani di un rosario invisibile il succedersi di impre·ssiooi, che ha provato fanciwllo e che or si· -risol.'levano dal fo1 ndo d-e1 l1 la sua anima con dolcezza nuo1va ed accorata. Bella mi' chiesa 'n core rifiorita; be' mi tempi quand'ero un bimbo novo che mi stupivo a senti' 'n me la vita · Lo sfilare della processione ha ' imagini r~evocate con la forza e con la naturalezza con cui ,si erano im- ' pre,sse neU 'anima fanciulla. ' La banda era già 'n cima, al tribunale : come sonava ! Andavano i bandisti lenti impettiti, come a un funerale, battendo a tempo sulle lastre i tacchi mentre che sul chipì, bianchi e cel~sti, ondeggiavano insieme alti i pennacchi .. ... ed ancora: e le donne d' intorno pissi-pissi a prega' colla testa fralle mane passando le Madonne e' Crocifissi. Quando le imagini susciitate nella ,lontananza ,del ricordo non si mescolano alle impressioni del presente e la loro armonia non suscita. la lacrima-sorriso : E tante bimbe senza batte' ciglio, senza move la testa, serie serie, porta vano a Maria un fior di giglio :. cocche di latte, bocci di magnolioappena aperti, tiepidi conf~tti . che messi in bocca sanno d1 rosolio~ Bimbe ora più I Ma già ragazze fatte· che se le badi un po' più nell'occhi l'abbassano e diventano scarlatte I Arte torm,entata e p,ersonale a: cui _i' e,spressione dia!~ttaile . n~ può aggnmgere ,nllllla_ ali_ infuori .~1 _un<!-· c,erta l,i,bertà e v1vacrtà magg1or1 d1 costrutto, ma sincera e delicata e· freschissima e,spressa peT sè e non per ottenere i fa cii.i applausi del mondo. *** Antone Bonifacio (1 ), nato,in ~ di Capocorso e professore al Liceo di Nizza, ha esordito da poco tempo cOine poeta diialettaile. Avemmo qualch,e allillo fa occa,sione di leggere per la pr,ima volta a,lcune sue li:Iiiche ne L' Annu Corsu, l'almanacco a cui dari 1923 egli dedica la sua competenza ed i,I suo amore. La pU'bblicazione da quell'anno _è· migliorata ed ha mantenu,to una 11-- nea di serietà che !a rende manifestazione quanto mai interessante di una delle correnti folkloristiche de1 H'irS0 1 la. I collliPi,latori credono di. potersi disinteressare dei motivi politi1ci che oggi ispirano in gran parte la mu·sa dialettale del,la Cors·ica e, se,bbene restringano in tale maniera il campo della loro espe.rienza e riescano a darci soltanto una manif estaziione mo,nca ed incompleta del,lo spit"iito isolano, assolvono al loro impegno con passione ~ con onore. Del Bonifa,cio, oggi, sonoedite una grammati-chetta dialettale ( 1 ) ANTONE BONIFACIO.- Frutti d'imbernu, Annu Corsu ed., Nizza 1926. - A' prima grammatichella corsa, lbid. 1926. ·

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