Vita Nova - anno II - n. 10 - ottobre 1926

Lo scritto d.el GemeHi ha un interesse, in ogni modo, in quanto rispecchia un mov,imento di pensiero nazio,nale. ,Mia a gro,sso v01l 1 ume di E. TROILO, Lo Spirito della filosofia ( « Il So~·co n, C,ittà di Casteillo, 1925), non sii riesce •proprjo a vedere quale interesse possa susoitare. Basta leggere I' lntroduzrione, nella quale 'la nota fondamenta,le è data dalla opposizione in cui vien messa la fi1 losofìa umana con quella meramente tecnica: ossia, la filosofia che riguarda l'uo,mo e i prob·lemi deHa sua vita, con quella . ohe si contenta di' costruzioni astratte e meramente verbali. ,Ma è chia~ ro oh.e nessun filosofo, se è stato veramente un pensatore, si è divertito a costruire castelili in aria e giuochi di parolle ! IJ libro è una raccolta di scr.itti, e da quello che subito si vede, il T. par che intenda presentare agli italiani come modello di fi·losofia « tecnica » l'idealismo nostro, e particolarmente I' attuail,ismo del Gentile. Gira e rigira, quello è iJ ch,iodo• fitto ne·Ha sua testa; e non riesce a cavarselo, perc'hè delle imumerevoli ragioni che qui vengono addotte contro di esso non ce n'è una. che conchiuda. Prend,iamo la ragione capitale e più ripetuta : la filotSOrfìanon deve esser un sistema di concetti astratt,i e di f ormu'le vuote ; ma deve esser, invece, una scienza deHa rea1ltà e della vita. Ma non è questa la tesi prop11ia dell'idealismo, per ese1npio, crociano e di quello gentialiano ? Per lo storicismo cro•ciano, se no,i non vogliamo balo1ccarci con l"e formule astratte delle scienze, e vogliamo toccare il te11eno solido della reaJtà, dobbia,m,o muovere da ciò che ci vien dato nella sintesi cono,scitiva, eh' è sempre un atto di cono1 scenza storica, determinata. Verranno, poi, le scienze con i loro schemi e g-enera'lizzazioni ; ma la realtà 1pl'ima è quella data nel conoscere concreto. Invece il T. è anco~a con la mente a una realtà precedente a quelila data dalla co- . noscenza, e della quale il pensiero umano sarebbe una riproduzione, in co111cetti, quind;, astratti e in f ornrule vuote : eh' è, prop1io, c1 iò RASSEGNE che •lui vorreibbe combattere come tesi dell ',idea1 lismo. Prend 1 iamo l'attualismo del Genti,le. La filosofia, che il T. vagheggia, dovrebbe •sorgere dalla vita e coincidere con la stessa vita del1 'uomo. S01 ltanto così, es1 sa avrà un val01Ie concreto e un interesse pro- .. fondamente umano. E va bene. Ma non è questa la tesi precisa dell 'attualismo, che fa d,i quest'affermazione il suo principio .primo ? Il T. non Vll.lo,,lsaperne, 1 invece, dell 'attualismo. Perchè ? ,Perchè la vita per l,ui è qrueUa biologica, fisiologica, p1 sichica, ne'l senso naturalistico. M1 a in questo senso- è assurdo vagheggiare una filosofia che sorga dalla vita e co,incida con la stessa vita dell'uomo. P erchè dalla natura non .si passa a1 Ma spiritualità de,l- ,1 'autoco•scienza, e l 'uo•mo non è più uomo se la sua vita viien riguardata, non nel senso ,d'interiorità ond 'egli vive tutti i pro·blemi della realtà, del mondo e di Dio,, ma come risultato di processi meramente naturali. La tesi che il T. si propone, non può es.ser sodd.isfatta se non da una filosofia c'he faccia dell'uomo una realtà spirituale : eh' è ciò che fa l' ideali,smo gentil 1 iano~ per il quale la filo,so:fìaè l'atto stesso de1 lla vita spir.ituale. Intesa, invece, come lui l'intende, essa si trasfo•rma precisamente nella tesi op,posta, in cu:i la vita è una cosa, e la filosofia è tutt'altra, e tra le due non ha senso cercare un passaggio. Non giova occuparci del re&to, eh' è tutto un groviglio di fraintendiment,i. Piuttosto vogliamo notare che, per co/Jlservare agli scritti raccol,ti in ques~o volurn,e almeno un valore di documenti stor,ici (il T. viene da-I più dozzinale positivismo, e si è andato sempre più allontanando, almeno nell '.intenzio•ne, dalle g,rc1ss01lanitàpreced~nti all'idealismo: e' è, in fondo, un ten1 tativo, anche in lui, di accomodare il vecchio al nuovo, e viceve!"sa) bisognava non modificare il pensiero, no,n fare aggiunte e rielabo•raz,ioni sostanziali. Non a,bb.iamo, fatti :i confronti, per •la verità. Ma è strano che uno scritto, del 1906, ad esempio, parli press 'a poco come ■ 1n Bianc 47· uno di vent'anni dopo. L'Autore si limita ad avvertire il lettore che ha apportate << alcune •modificazioni », ma non ne dice l'entità. ARMANDO CARLINI. - ARTE Ancora della mostra retrospettiva di Silvestro Lega (1826-- 1895) a Modigliana. È di m01da l'indagine critica sul-- la -pittura italiiana dell'ottocento, e g1 li artisti che .si trovaro1 no ad operare nella secon,da metà dd secoloscorso ,sono ai-gomento di discorsi ' . un .po troppo numerosi per e1 sserrutti degni di attenzione e di plauso. Co.me tutte le mode nascono da . . . una sentita esigenza estemca e ca-· dono nel rid,icolo delle esagerazio-· ni, ,così questo ritorno alla consideraz:ione di valori pittorici fino a. ieri trascurati è frutto 1 di una necessità ,spiri,tua1 le, in pochi,ssimi, che. minaccia di essere ,co,nfusa con la scioieica ,inoli.nazio•ne al cicaleccio degli ultimi arrivati. Sarà qu,indi utile, uina volta o l'altra, ,procedere ad una .chial'lifìcazione, ,perchè il merito dei pr.imi e ,più 1Seristudiosi dell'arte itailiana. dell 'otto,cento non sia attri 1 buito a gente ,che fi1110 a poco tempo, fa ne ignorò 1 'esistenza, ed è tuttav,ia negata aill 'ri.ntendimento di og•ni sc1 hiet- · . . . ta espre 1 s'Sione art1st1ca. L'ordinatore de:l'la mostra leghia- · na, Mario T-inti, è di quei pochi che S•eppero conserva-re un equiliibr.io critico ed una fede n,ella continuità de1 1la tra,dizione pittorica italiana; quando mo1 lti eran pe:riduti nella cieca esaltazione d 'o,gni prodotto art,istico straniero: forse per questo, non tutti g,li scrittori d'arte. che han parlato del.la mostra modigliane-se h.albilo voluto ricotI10 1 scere francamente il merito di un col-- lega cihe ha offerto 1 lo,ro la poosiibi.lità di vedere, se non di intendere, le opere 1di uno dei p,iù impor-· tanti « macchiaio,li n to·scani, raccoJ-- te e disposte co,n acuta intelligenza. Sare,bbe ingenuo perdere la cal-- •

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