Vita Nova - anno II - n. 10 - ottobre 1926

IL "GIORNO DI COLOMBO., 21 i progetti del Genovese; e la quale divide veramente tra due italian_i la gloria della scoperta dell' Ame- • r1ca. Meta l'Asia, adunque: l'India favolosa dalle ricche stoffe, dalle perle, dalle rare spezie, dagli avorii, dai legni preziosi, dalle misteriose sfavillanti dovizie. E la si crede, allora, assai vicina dì là dell'Atlantico, così che anche - vent'anni dopo la scoperta dell'America - Giovanni da Verrazzano, giunto alla laguna di Pamplico nel golfo del Messico, crederà l'Asia visibile o quasi, all'orizzonte, a ogni modo vicinissime " le èstremità della India, Cina e Catayo " e cercherà (inutilmente) un passaggio '' per poter penetrare a quelli felici liti del C ,, atayo ... Isabella la Cattolica concede adunque al Li - gure le tre storiche caravelle - la Capitana, la Pinta, la Nina - con novanta uomini d' equipaggio - tutti spagnuoli, meno un inglese e un irlandese. La partenza ha luogo da Palos - piccolo porto vicino a Gibilterra - il 13 luglio; ma la vera avventura comincia dopo le Canarie - con tutte le trepidazioni e la famosa sosta nel " mare d.ei sargassi ". La .terra avvistata dal gabbiere della Capitana ali 'alba del 12 ottobre 1492 è quella di San Salvador, un' isola del gruppo delle Bahama, nel mare delle Antille. Ma i primi indigeni che si fanno incontro al Capitano sbarcato non hanno oro o pietre preziose da offrirgli, ed egli allora continua il suo viaggio; scopre Cuba e anche Haiti, ove lascia una piccola colonia. Poi spiega di nuovo le vele per tornare in Spagna (15 marzo 1493). E lungo il viaggio .di ritorno, che egli scrive la sua Relazione a Ferdjnando e Isabella. Essa comincia: Immagino il piacere che vi dara la notizia della grande vittoria che nostro Signore ha voluto concedermi nel mio viaggio. lo vi scrivo questa lettera dalla quale voi apprenderete come in ventitre giorni io sono arrivato alle Indie con la flotta che gli illustrissimi Re· e Regina nostri Sovrani mi dettero. Io ho trovato moltissime isole popolate di innumerevoli abitanti e di tutte ho preso possesso in nome delle Vostre Maesta, · proclamandolepadrone di queste terre e spiegandovi la . bandiera reale senza incontrare opposizioni. Ho dato il nome alla prima isola che· ho trovato di Salvador; gli Indiani la chiamano Guanahani. Ho chiamato la seconda Santa Matia de Concepcion, la terza Fernandina, la quarta Isabella, la quinta Juana,. di modo che ho dato a ciascuna un nome nuovo; quando arrivai alla '' J uana '' io seguii la costa occidentale e la trovai così estesa che la presi per terra /erma, per la provincia del Cathay. Anche Colombo credeva vicino il leggendario Catayo di Marco Polo, dalle favolose ricchezze anzi, lui per il primo! B1bliote a Gi o ■ 1 neo E termina: Per finire il mio racconto, posso annunziare alle Vostre Altezze che io potrò fornire l'oro del quale potranno aver bisogno, e anche delle spezie e del cotone. Potrò anche fornire dell'aloe e tanti schiavi idolatri quanti mi comanderanno di spedirne. lo credo aver trovato anche rabarbaro e cannella, e la gente che ho lasciato laggiu trovera mille altri prodotti, non essendomi io potuto /ermare in nessun posto ed avendo sempre dovuto navigare. In verita credo di aver ben compiuto il mio dovere e di piu avrei /atto se le navi mi avessero secondato come dovevano. Questo basta, e benedetto sia l'eterno Dio nostro Signore che da a quelli che camminano sulla via il mezzo di conquistare cose che parevano impossibili. Così il nostro Redentore ha accordato ai nostri illustrissimi Re e Regina ed ai loro gloriosi regni una vittoria così grande che l' intiera cristianita deve celebrarla con delle grandi feste e preghiere. *** Altri tre grandi viaggi _del Ligure si susseguirono nello spazio di dieci anni. 1 Nell'ultimo dei quali il Navigatore giunse alfine a porre piede (1502) sul vero continente americano: Columbia e Venezuela. L'avventura si era spiegata a pieno: le ambizioni e la sete dell'oro avevano ormai scatenato tutte le passioni; e p1 ime quelle dell' invidia e della cupidigia. Nei paesi aperti dall'asceta della scoperta alla follia della avidità non vi sarà ormai più posto per lui, il governatore umano - e perciò accusato e calunniato - ma solo per i conquistadores, tipo Cortez e Pizarro. Si appresta, in tutti i suoi feroci riti, ·il culto sanguinoso dell'auri sacra fames. Colombo muore due anni dopo il suo ultimo ritorno in Spagna. (1506). E il ·mondo sarà subito pieno della sua grandezza e del suo dolore. La Musa italiana canterà col Tasso, nelle note ottave, l'uomo grande generoso e sventurato - e la sua gesta di poema degnissima e di storia; la canterà Giuseppe Parini, colle strofe evocatrici del Ligure ardito. E " sul tuo sepolcro, (concluderà Francesco Lomonaco il suo nobile saggio colombiano, oggi a torto obliato) l'Italia si conforta che, malgrado la perdita dell'universale dominazione, escono dal suo grembo eroi eguali o superiori agli antichi ". Anche dal segno della sventura, riconosciamo àdunque la genuina italianità del genio di Colombo. ·Ricordiamola ai nostri emigrati, che di italianità sono i designati custodi. Per ciò sottoscriviamo a queste parole del Manfroni : , · " Per i nostri emigranti nell'America latina, sui quali la propaganda nazionale ispano-americana può produrre sinistri effetti, sarebbe preziosa la parola calma, serena della scienza italiana che definitivamente rintuzzasse tutte le ' fantasie ' straniere >>. ARNALDO CERVESATO \ •

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