UN' OPERA DEGNA DELLA NUOVA ITALIA , La ferro via Transbalcanica Patto d'amicizia con la Jugoslavia, patto d'a1nicizia con la Romania, rapporti am,idhevoJi e intese con f 'Albania, simpatie con la Bulgaria: la nuova a,}ba della politica italiana nella Penisola Balcanica non 1potrebbe ·essere ,più ·,promettente dopo i tempi delle rinunce gratuite. Specialmente il patto romeno v1ien salutato con gioia da chi, come lo scrivente, ha combattuto una sua modesta, ma forse non inutile battaglia per l'intesa deHe due nazioni latine, f·ra. le quali intercorrevano prima d'ora diffidenze non giustificate da altro che una reciproca incomprensione, se non si vuoil dire la parola più esatta che sarebbe reciproca ignoranza. 1Mia tutte queste intese non sono se non elementi basilari, materia prima sulla quale e icon Ja quale si deve costruire perchè non restiino sterili documenti di inani buone intenzioni. Le necessità che ci si riveleranno subito nel tentativo di intensifi-care 1i rapporti nostri con l'ultima firmataria dei patti d'amicizia, cio1 è con la Romania, sono quelle che ci indicheranno nel modo più significativo i mezzi, che •sidovranno usare per affrontare tutto i,l complesso pro•blema dello sviluppo della nostra azione politica ·ed economica in Ba'lcania. La Romania può rappresentare per noi un mercato della maggiore i,m- .portanza : essa ,possiede in esuberanza grano e petrolio e nel contempo abbisogna di prodotti manufatti e meccanici, che la nostra industria potrebbe in certa quantità fornire. A irnpedi,re che questi scambi avessero sinora una qualsiasi importanza sulla ·bilanc,ia commerciale di ambedue i ,paesi sta essenzialmente la defioienza e i1 mpl'at,icità dei mezzi 1di comunicazione. Da,lla piana valacca, che accentra ,i ,prodotti d'esportazione romena ► all'ltal,ia la via più breve è anco,ra quella per mare, via Costanza, Stretti, Canale di Corinto. Neppure merci di valore possono ,utilizzare ·la ferrovia con qualch,e vantaggio, nemmeno dalla T1 ransiilvania, lunghe, incofmode e tagl,iate da troppi confini essendo tanto la via BucarestBelgrado-Zagabria-Fiume quanto quella da Arad, Timisoara o Cluj per l'Ungheria-Lubiana-Trieste. Queste possono ,essere sufficienti ·per il traffico passeggeri, ma aerto neppure per questo esercitano attrattiva vera e . propria. Non si scopre qui l'uovo di Co,lom,bo. È ancora .I' annoso pro•blema delle ferrovie adr,iatiche, insoluto per volontà della fu Austria, a danno delle province centra.Ji della penisola~ a danno deilla Dalmazia, come dell'Albania, a danno infine dei rap.porti fra -la 1naggior parte del.la Ba1 lcania e l'Occidente meditelìraneo. PoliBibliot ca Gin s·a CO tica che non è riuscita nel suo fine di riserva,re alla seminagione della Kultur germanica e relativo raccolto deille industrie centroeuropee quei paesi, ma ha semplicemente rita'1'dato di cinquant'anni ,l'accostam,ento di essi ali 'Occidente e in una parola i1 l loro incivilimento. T rieste, Fiume, Sa'lonicco, Costantinopoli, Varna, Costanza ~ono stati sinora i porti della regione balcanica ; -ma tutti troppo eccentrici e quelli orientali affacciati a un mare troppo chiuso e lontano, perchè potessero poten- ,temente attra,rre e svegliare .una vita econo 1mica rigog•liosa nella maggior parte della P1 enisola. Oggi, nostra m,ercè (a pa~te la modestia, chè n'abbiarn aruta sin troppa fino a ,ieri), l'Austria iè scomparsa e tutti sono d'accordo, a parole, nel'la volontà di risol-' vere il 1 problema deHe ferrovie adriatiche in modo più consono alle necessità dei paesi interessati •e de1 lla civi•ltà. A parole, perchè non la Jugoslavia e tanto meno d 'Ailbania sono in condizioni •finanz,iarie, economiche e po!litiiche, di risolv,ere da sè ~I problema secondo i propri ,esclusivi punti di vista in un lasso di tempo, che non eSia,troppo lungo. Ciò serve dunque a mantenere per oggi la situazione rel·at,ivamente privilegiata di Trieste, Fiu1me e Salonicco, quale era stata voluta dall'Austria. Ma i vantaggi, i1nsistiamo, sono assai relativi, specialmente ,per i nostri due porti, e un assetto ri•soll,utivode1l problema potrebbe riuscire di grandissimo vantaggio per ,l'economia generale d,ell 'Italia, mentre iii sacri,ficio di Tr,ieste e Fiume sarebbe senza du1bbio assai scarso se non nuUo. G1rave sarebbe per lo,ro il danno, indubbiamente, se invece avessero fortuna i tentativi jugoslavi ,di formare un grande porto per il regno tripartito sulla co1:>ta dalmatica, unendolo• .ali ',interno con una buona ferirovia. M.a questo non 1potrebbe avvenire, l 'a,bbiam detto, se non fra molto tempo. Fra tanto tempo, almeno, che non sarebbe impo1 ssibile a noi arrivare prima co,l farci .inìzi,atori della costruzione e deltl'esercizio di una linea ,internazio,nale, che collegasse i no,stri _poirti pugliesi con le ·plaghe balcaniche !Più C•entrailie meno percorse da linee di intenso traffico. Siamo precisi. Dal.l'Albania siamo andati via; il perch,è e il come non è luogo .di trattare. Jv1a dotare l 'Atbania ,di una linea ferrov1iaria, che .la co1 I.leghi col suo retroterra, è interesse comune italiano• e al,banese. Non solo ,per , 1 lo svilupp,o e lo ,sfruttamento dell'economia albanese (che per lungo tempo, per forza di imposìzioni geografiche, do,vrà gravitare ne'lla no1 ~tra orbita, •se non saremo sempre 1ci,echi e abulici, co,me fummo), ,ma anohe percihè attraverso questo paese sarà • ..
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