Vita Nova - anno II - n. 10 - ottobre 1926

ORAZIONI CONTRO LA FOLLA JS oggetti, senza essere, nè l'uno nè l'altra, una persona. Il fatto è che -la -persona intende, ossia agisce la sua esperienza e fa il suo mondo, e anche quella dhe per abito del ,}inguag·gio noi chiamiamo la scienza, e anche ,la scienza purissima, la logica, sono prodotto di una nostra operazione autentica e produzione origi,nale. Non ~ssia·mo ·dunque appagar,ci ,delle cose nel pr,i 1 mo loro aspetto, nè di noi stessi nella nostra persona individua. N·è possiamo limita•rci a dire : io non farò ciò che non ,pot,ebbe esser fatto da tutti senza rovina dell'umanità. Anche questo non vale ,e non basta. Chi può giudicare con certezza dell'interesse dell'umanità? Eppoi, ogni singola azione ·possi,bile si presenta in una tale determinazione di circostanze, con ,una sua •fìsonomia talmente ,u·nica, da non potersi p,.aragonare ad alcun' altra. Nella sto·ria •non esistono precedenti, ed ogni atto è irripetibile. È inutile e assurdo eh' io mi chied.a se la 1 mia azione di questo momento potrebbe venir presa a norma u,niversale, ,perchè essa è storica, particolare, omnimode determinata. L '·u,nica legge ali' agire d,eve partire ·dall'interno dell'azione stessa, ,prima ancora che io possa rifl,ettere che l'agente sono io. La ,legge d,ell 'azio,ne non è una legge mia, ;in definitiva, perchè anche 1 la mia persona individua è un risultato e quasi una ipòstasi dell 'azion,e. In fatti l'agire determina e varia il modo di essere di q·uesto io ohe i ,filoso'1ìchiamano il sog•getto, e si ostinano a considerare centro del mondo, perchè è i·l centro della conoscenza del · mondo. Ma se non sia ormai esa,usta la vostra attenzione, vi dimostrerò che anche quest' ul•tima fi1 losofica credenza è un errore. Il sogg,etto conoscente è iii ,centro del mondo quando vi sia un ·mon,doche è .tutto da conoscere. Ma quel mondo in concreto non e' è, perchè •noi s~ppia,mo che i moti e le situ.azio.ni varie della nostra v~ta alter,ano di continuo i termini e i modi d'essere di quella che suole chiamarsi la realtà. Voi direte : dunq·ue, la conoscenza, il sapere, la scienza, sono vuote parole; il conoscere non ha valore, ,nè soggettivo, nè oggettivo; poichè tutto muta, e solo l'azione persiste ; ma come f.aite voi ad asserire 1 'esistenza di questa entità, se non è perchè appunto voi la conoscete ? E vi rispondo : esiste inv-ero la conoscenza, che è conte1 mplazione, contemplazion,e attiva, conBiblioteca templazione ·dell'azione. Dell'azione nostra, ma,. non dimentichiamo, creativa anche di noi 5tessi : quindi .anche in,tima a noi, ma più intima .a noi. di noi stessi. Contemplazione mistica che si fa anche coscienza mora'le; o, per dire le du,e cose co,n un sol termine, religione. - Dio è al ,pr-incipio e a1 l fondo della .mia C•oscienza attiva : ,quindi è al principio ·e ,al fon,do d1ella realtà. ·Comincia coli' apparirci tutto es·beriore, e si fa poi tutto intimo; e qu,anto più fondo noi guardiamo in •n,oist,essi, più fonda e più vasta vediamo, alla radice de1 l nostro. vivere, la esistenza di .Lui ; nè per vederla in noi cessiamo di sentirla anche come cos~ esteriore, chè anzi la più profonda radice dà n.utrimento e colore .all,e foglie estreme del I ',albero. E l'aver comp 1reso che 1' azione è cosa di Dio darà valore divino anche a quelle glorio~e ipòstasi ,della nostra azio~e, che sono le scienze della natur.a e della società. Saremo scossi dail bisogno inestingui,bile di adeguare .I' azione nostra storica e conti 1ng•ente alla vita del puro atto, che è Dio. E l'umiltà ossia la coscienza della nostra ,. insufficienza storica e 1 personale a questa missione etern.a, sarà il ·principio della Chiesa, ossia deilla nostra solidarietà ·d'anima con tutti gli altri f.edelit presenti e passati e venturi, e con una tradizione e con l'autorità .di questa tradizione, e con la necessità dei .miracoli, che non consistono solo nel mutar I' aoqua in vino o simili cose, ma con'Sistono massimamente nel !l'ealizzarsi di ·questa virtù, per cui noi possiamo esser come ,divini senz,a esser Dio,· ossia nella Grazia. E poichè noi ·non avrem'mo grazia senza una coscienza della grazia, e questa coscienza non può che esser di di1 vina origin.e e per divina operazione, così noi crederemo ,necessaria•mente nella Rivelazione, e saremo du·bbiosi di ogni rivelazione~ ali' inf.uor.i di quella, di cui siamo oerti, per cui mezzo il Figlio dell'Uomo ci ·ha consentito la contemplazione di queste v1erità. E osservato, che sa- . pienti grandi'Ssimi vi .furono prima di quel giomot _ma ancor oggi non sapremmo compr,en,dere nulla di noi stessi e 1d,el 1 la vita, senza irifarci per mille vie al punto della Sua così volg,are e semplice predicazione .... Tutt,o questo non varrà a ,persuadervi, e forse non ci comprenderete. 1Ma non si può andare coi piedi in chiesa, e col cervello dietro allo scettici'Smo e al l 'eresie. La pietà è persuasione, e la persuasione non può trascinare la catenia dello scet ... I •

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