Vita Nova - anno II - n. 10 - ottobre 1926

' _ ... ... - 10 A. MAIOLI • nel fondo 1 dell 'animo le credenze più care e più necessarie al cuore con le nuove verità evid,enti a1 lda sua mente. Egli pensava modernamente con l'animo d'un .antico. In quell'attenuazione, che della so,stanza della f ed,e tradizionale s'era forse fatta anche in lui sotto l'azione ,dissolvente d.ell 'analisi filosofi.ca, l'idea di Dio provvidente e legislatore supremo aveva serbato, tra le altre di quelil'ordine morale, eh' egli come uomo di Stato,, li1berale e coniservatore, voleva fondamento de'l.le cose umane, i,l luogo centrale. Sull'importanza e su,l valore di questa idea per lui non. p,oteva cader dubbio >>. Riconosceva iii vero carattere fondamentale nella società moderna d,el Cri1 stianesimo, carattere che lo distingue da tutte le altre religioni e specia1lmente dal paganesimo, « e che sta nella creazione del laicismo, cioè deH1 a maissa dei credenti, i quali, ,uniti nelle cose neces·sarie, de1 bbono ess,ere liberi e sciolti in tutto il resto, e che costituiscono il corpo della Chiesa, che non si confonde con lo Stato, ,e ,deHa quaJ,e il clero è ministro e custode, non padrone » (1). ,Egli pensava, che quel che comunemente glii uo,mini fanno oggetto di contrasto (1 la Religione), va tenuto molto ail di sopra de-Ma lotta e che va ,evitata e superata l'incompetenza religiosa, madre prima delF~.differenza; e che altro è 'lo stato laico ,ed a1 ltro quello ateo. Minghetti, peir i1 l suo retto sentire e pensar,e, in fatto di religione fu un esempio ammirevole, pereiò fu egual,mente, con, grande accanimento, da opposte parti avver•sato e combattuto. Se si dove1 sse asseg1nare il -Minghetti ad una scuola, bisognerelbbe in-eluderlo tra i pensatori cattolici, non ostante che il suo pensiero ri 1sulti formato da un complesso di scienz 1a che lo potrebbe far definire sempLicemente un ec,lettico, con adesione a-I cattolicismo. La dottriina aililaquale Egll:is'affida p,iù volentieri, forse pel ·suo stesso temperamento buono, per l'educazione ricevuta .in famiglia fin dall'infanzia, e per l 'amiloizia intrinseca di vailenti uomini studiosi liberali cattolici come i1 l Gioberti, ,i:lRosmini, i'l D'Azeglio, il Capponi, il Tommaseo, .i,lManzoni, il Conti, il Cavour stesso, il prof. Montanari e ·,don Ferranti (qùest 'ulrtimo esercitò .indubbiamente grande fascino e talora ispirazione sul .Minghetti); forse per i,l vero stesso, appa-rsogli tale attraverso turtti i sistemi : la .dot1 trina, alla qua1 le ·s'affida più volentieri, è l,a ,cattolica ortodos•sa. Egli crede in Dio e nei suoi attributi ; crede nel1'immortalità ,deH'anima; crede nell 'al di là, in _cui la virtù si compensi 1e il vizio si castighi. C.rede fermamente, ,e ne fece continue affermazioni nei suoi scritti e .in tutta l'opera sua ,pubblica e di governo, ohe la. Provvidenza governi e :regga il creato. Crede in una legge d'ordine e di armonia, posta dal Creatore e che .g-liuomini av.rebbero in dovere di 0 1 sservare. Crede alla bontà. ed alla perfettibilità umana. Ali' anima sua grand,e, che s' aflì1 ssava nell ',idea ed (i) GORI A. - Il Regno d' ltaUa, pag. 365. Biblioteca Gino ■ 1 neo abbracciava tutti ,g.ii ordini ,dello sci1 bile e del reaie, il 1materia1lismoe lo scetticismo .ributtavano, come a! Sanz,io iripugnava ,iiidipi°:gere il bru~o; ~ faceva voti che per amo,re delJa Patria e d-ella 11,berta se ne guard.a,ssero•agLi ltaiiani. Egli amava Ira libertà. !Ma voleva che si radicas 1se nel vero, si appuntasse nel bene, operasse neH'or1dine · e non stringeva i freni che ~Ila• · liicenza non vieiava che l'offesa a1 lle istituzioni èd ' . . al diritto dei cittadini. Amava la d•emocraz1a; ma p1uftosto che a1bba 1 ssare i grandi al l,ivello di essa, 'voleva che essa s'.innalZ!asse .~ino a !loro. A1 mava ,il popol·o, e votleva che partecipasse a tutti i beni della vit~ ; ma, secondo la ,dottrina di Gesù Cristo, era d'avviso che l'uomo non viva 1di .solo pane; epperò oltre il pane vo,leva che si lasciasse al popolo la fede e •la speranza e ,i,l,santo amore, la virtù e I' i,struzione ; invece d' accende11lodella febbre dei sensi, invece d, infiammarlo dei go,dimenti terreni (1). Ed augurava, nel discorso per la · distriibuzione dei preJlli ali' agricoltura ed all'industria, ~ nel 1856, che sotto la scorta ,ddla morale e dellla religione poteisse un giorno « 1la moltitudine ,divenire partecipe di quei .beni, che nei secoli trascorsi furono il retaggio di pochi privilegiati » (2 ). I'l ,Minghetti fu adunque un eclettico ottimista sui • generzs. A,l Rinnovamento del Gioberti attribuisce una parte di merito, perchè la sua età fosse preservata da grandi sconforti. Assieme ad altiri amici, fin da (giovinetto, leg,geva ,il Leopardi, « ma non per impararvi la vanità del tutto, bensì la grandezza ,del morire per la patria >>, cioè il conforto e 1 'entu1 siasmo. La generazione nella quaile Egli vis,se, « anahe in mezzo alle più desolaite condizioni di fatto, non abbandonò -mai la speranza del meglio, e con essa lo sforzo per conseguirlo ». Fu Egli sempre cattolico praticante e vo:lle morire nel seno d,ella Chiesa, confortato dai suoi carismi, senza però , piegarsi a rinnegare neppure una parte della sua opera di uomo di Stato. Egli credeva -profondamente ed induceva col suo es-empio e con la sua parola, altri a credere. Per lui non esisteva, non poteva esistere antagonismo tra religione e ,patria, tra scienza e fede. . « 1 Per lui io_ ~0 1 no,bbi essere appare;te l 'antagonismo tra la J"ehgione e la patria, e che l'amore d,i questa e di q~ella, lungi ,d,àllo avversarsi, sono un1iti. perfettamente ed a vicenda s'infuocano ed avvalorano ra?i,candosi. ed apipuntandosi in Dio ; epperò debbo a lui se potei accoppiare 1con ,sicura coscienza la devozio1ne alla C!hiesa colJ'amore d'Italia il culto della religione al culto de:lla patria. ' · Per _lu~ io enm:ai nelle :regioni liete e tranquille delrla. cnstiana sap1 1enza, dove il vero rampolla dal dubbio stesso e le ombre dànno risalto a,lla luce • dove ' . (i) Nel pri~o ~nni~ersario della morte di M. Minghetti. (Discorso di Don ~uciani M1lani, parroco di Settefonti). ( 2 ) Discorso detto da Marco Minghetti il dì 28 ottobre 1856 nella. Unjversi~à delle Scie~ze in Bologna per la distribuzione dei premi ali Agricoltura ed ali Industria.

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