Vita Nova - anno II - n. 10 - ottobre 1926

LA RELIGIOSITÀ DI MARCO MINGHETTI • ,Marco .Minghetti 1 ha ripetuto l'esempio di un uomo d'altri tempi, quando, indifferentemente, chi d1irigeva l~ vita pubblica, nei vari stati, era spesso anche banchiere, iletterato, ·filosofo; e, dopo le fatiche de1 l giorno e le preoccupazioni politiche e ,m,i,litari, la sera si ricreava colMa lettura dei classici greci e latini, e col lieto conversare cogli studiosi. ,Egli, per ila preparazione storica, fi1 losofica e pdl,itica con cui si affacciava .al~' az,ione di Governo, incarnava ,l'.ideale del secoilo XVI, e portavé:l, in più, l'airt~ di un uomo moderno, perfettamente intonato al suo secolo; e cioè, in più degli umanisti e dei politici del secolo XVI, il Minghetti ebbe : « 1'altezza dei fini, 1a morailità d·ei mezzi, l'aspirazione ad una patria fondata sulle rovine di tutte le anticaglie municipali ». Sotto questo aspetto eg·lii supera ,dii gran lunga l'ideale dell'umanesimo e deUa rinascenza e presenta le im1 pronte più caratteri,stiche di un uomo di taglio mo1 derno, a.Ila G1adstone, per esempio ; e, ,qu,indi, non ci sembra ozio,so vedere com' egli si formò nel tirocinio degli studi più difficili e più severi, ri,manendo sempre fede1 le ai principi filoso,ficoreligiosi per lui fondamentali. *** Pirimo suo maestro fu iii ohlJssico e puri,sta ,Paolo Costa, che si dava delle arie anche di fi1 lo1 sofo, e che lo avviò a,l sensismo d'importazione oltremontana. Mancato il Costa, egli ,sentì l'insufficienza di que1 l sistema filosoifico, che oltre a non corrispondere ai 1quesiti sempre nuovi che si maturavano nel suo spir,ito, non rispondeva ipiù neppure alle ne.oessità ed esigenze sociali, sopravvenendo al sensismo ed ail ,materialismo in genere, 1 l'ottimismo, l'idealismo romantico, ,in ltal,ia il trascendentalismo Giobertiano, l'intuizionismo Ro1 sminiano ed i1 l cattolièismo de'l Manzoni. Il :Minghetti fu da principio seguace ardente, po:liticamente e filosoficamente, del Gioberti e del Rosmini. Era grande ammiratore del primo e ,dei suoi lii,bri: il Bri,mato, i Prolegomeni, il Gesuita mod,erno e il Rinnovamento, che ebbero, vo,lta a vo'lta, fortune 5traordinarie, dati i varii ,momenti politici in cui uscirono, lo stile immaginoso, spesso ,1'inte1ipretazione esa.tta delle aspirazioni vaghe degli ,italiani e ,}'immensa dottrina de·H'Autore. l1 1 Minghetti, mentre :si sentiva trasportato e conquiso da1 llo spirito di confidenza, di speranza, di grandezza che emanavano e trasfondevano i libri del sacerdote e fiilosofo piemontese, pure ad esso non riconosce profondità e sodezza di pensiero (1). (f) Ricordi, voi. I. I Biblio eca • 1n • 1anco • Vera profond,ità, al contrario, gr-andezza ed originalità di pe·nsiero Egli riconosce al Rosmini. ~ sua ammirazione pel solitario di S·tresa fu immen,sa. Cercò e studiò i suo1ivolumi con amore e diligenza sing61ari. l1 1miracdlo di fargli radere di mano le armi de.Ha or,itica ,giovanile, impugnate contro j;} Rosmini, dal Minghetti come alunno del Costa, fu comp1 iuto da•l Rosmini stesso. Era Il'anno 1840. Narra il Nostro: << Mi posi a leggere ,sul serio tutte le op,er pubblicate sino al1 lora dal ·Rosmini, cominciando da queJla sull'origine delle idee. Memore de1,Ie ,lezioni del Costa, m'era messo a confutarlo passo passo parendomi· che dovesse essere agevole ,impresa, ma di m~no in mano ch•e io procedea, accorgevami che le armi della ,mia critica erano spuntate; mi iSentiva soprafatto e vinto dal mio avversario, tanto che dopo aver scarabocohiato molti quaderni, finii col ,gittarili, e oi scrissi sopra il ,motto: « quand'era in parte a1 ltr'uom da quel cihe or sono » ,(1). « Lo studio del Rosmini mi fece co,mprendere quanto in materie filosofiche e morali .io fossi ancora ignorante, e mi indusse ad abbandonare per sempre iii ,sistema del sensismo che mii era stato inoèulato dal Costa, e che aveva signoreggiato gli intelletti sino a quell'ora in Italia. D 'a11 lora in poi mi miisi a leggere non più ,i compendii, ma le opere originali di Ar.istotile, di Platone, -e fra i moderni Cartesio, Leibniz, Spinoza, e poi !a scuo,la scozzese, e gJi ed etti ci francesi. Non poteva ancora leggere i tedeschi, perc•h1 è non ne conoscevo 1 la lingua, ma la ,i,mparavacon molto buon volere per :mettermi in grado di farlo, e in par,te lo feci appresso » (2 ). Già dal 1835, il Nostro, nell'ambiente fervido in cui si .trovava giovinetto studente, seguiva con pa1 ssione e con ardore le d,ispute di indo1 le filosofica. In quel1'anno, in fatti, ,due giovani frati francescani erano venuti a Bdlogna, propagandisti ferventi delle idee del Nuovo Saggio del Rosmini. Essi, uditore il M,inghetti, tennero più volte animata discussione .col Costa. ColHegavano le adee de'l _Rosmini da una parte alla scuola scozzese, e dall'altra parte « al gran moto deHa specu,lazione germanica cominciata con Kant, e che era al suo apogeo con Schelling ed Hegel » (3 ). lii Costa qua1 lificava quei filosofi « fuori· del campo della soienza, confinandoli fra i trascen1denti o fantastici, presuntuosi ed arroganti » (1). (i) Ricordi, voi. I, pag. 81. ( 2 ) lvi. (3) lvi, pag. 52. ( 4 ) lvi. \

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==