Vita Nova - anno II - n. 9 - settembre 1926

• 52 • ed ora il Governo nazionale fascista, attraverso Enti, Comitati e Comune, ne rivendicano la gloria ed il valo•re di fronte alla storia della pittura italiana. SiJvestro Lega appartiene ,ad un'epoca· in cui era ben diflìoile appartarsi d·al mondo e ,rinchiudersi tutti soli neH'atmosfera del proprio .ideale e delila propria fede. D'altra parte, dal:la Francia, pittori e scultori poderosi imponevano una ,supre,mazia di tecniche e d,i ·ricerche di fronte alle quali molti restarono ammaliati e sedotti. Ma il nostro grande modig,lianese, .insieme coi suoi compagni Giovanni Fattori e T1 elemaco S,ignorini, non seguì alcuna di quelle scuole, non subì, non voUe e non potè diveni,re ,seguace ,di nessuna tendenza nè ,di alcun' altra anima o natura, ali 'infuori d,ella Sua, del Suo sentimento, delle Sue vibrazioni. Un soffio vitale di personalità propr,ia e spiccata aleggia nei suoi quadri. Il ve,ro è ritratto senza preoccupazioni accademiche e senza ·lega.mi sofistici. Ciò che è vissuto interiormente dev'essere tradotto con spontaneità e semplicità, con soioltezza e con amore. Null 'a,ltro ! A questo ,~pirito dobbiamo ogg,i il ritrovare sul suo cammino le impronte immortali de1 l genio pittori 1 co. ***· SiJvestro Lega visse povero, abbandonato e sconosciuto. « Sempre così : ila ·gloria che riscalda una fo•ssa non è più· g.loria... » scrisse, in un momento di cosciente dispera!"' zione un altro g•rand-e romagnolo colpito dal dolore e dalla trascuratezza, Alfredo Oriani. Tuttavia dobbiamo al nome di Si,lvestro -Lega una deHe produzioni più notevoli di quad.ri che si abbia neUa 2a metà del secolo scorso. Sono circa 180 opere che il critico d'arte Mario Tinti, ha radun~to ~ sud,diviso in tre periodi prin- ~::.1paha, bbastanza diversi ·J 'uno dal- ]' altro, attraverso ·i quali ,si vede netto e chiaro lo svolgimento di una personalità artistica de·Ile più originali -e profonde. , Bib ioteca ,Gino Bianco RASSEGNE Altla prima 1 maniera ap:partengono quadri un po' accademioi e compassati, come «,Besti.lenza». «Guerra )) « Carestia )> mentre nei ,bozzet!"' ti e nei ritratti seguenti il fare 1el Lega si fa vieippiù spigliato -e sincero ,per entrare nel periodo del « :Macchiaiolismo ». , . A questo tempo doblbiamo ,le 01 pere più complete e più perfette. Sono una serie di studi riuscitissimi, di quad,lii luminosi e brillanti, dove la linea si confonde ne1 ll 'armonia cromatica ,dei toni e la luce splende come elemento primo e più importante. Basta osservare « Via soleggiata » « Pas1a il Viatico '> « Ciociara n « Lettura )> « La visita >> « Pagliai al sole » ecc. per averne un' id,ea e per •restare piena- . . mente conv1ntI. Patriota ardente e 'romagnolo entusiasta non seppe dimenticare il suo posto di italiano e fu ammiratore ,ed amico ,carissimo di D. G,iovanni Verità - il prete ,e.roico sailvatore di Garibaldi - e •seguace acceso delle dottrine di Giuseppe Mazz·ini. · Tanto 1'luno coime l'altro egli r,itrasse con scrupolo-so amore e con sapiente maestria ed oggii i lo-rovolti figurano in questa Mostra Retrospettiva aocanto a molti altri r,itratt,i nei quali 1 'abi:lità del pittore sale ' spesso ad una graz1 ia e ad un sentimento dei più alti e significativi. Alcuni visi femminili hanno soffusa quell'aria di delicatezza e ,di espres- &ione che dal Rinascimento in poi era stata abbélllldonata. Eppure, ,con tutto questo _Silvestro Lega non 'lliuscì ai •suoi te,mpi a vivere col frutto delle sue superbe e magnifich•e creazioni. ,Passò non visto, non os•servato. Dovette langui,re, dovette spegnersi, cO'H'amarezza de1 i grandi che sanno di avere per loro iinutilmente sofferto, inutilmente lavorato, inutilmente Jasciato alla 1 loro lta:lia un patrimonio di sommo vailor,e. Bisognava che un Governo più amorevole, più attivo, più amante e tenace, rimettesse al 1loro giu•sto posto i rprop-rii figli vivi ed... i morti! • Accanto alla 1 Mo,stra Retrospettiva del Lega vi sono le altre di T omaso Dal .Pozzo, Domenico Baccarini, Leo G·uerr,ini, Mise,rocchi, Barbieri. Esse rispecchiano un altro lato ed un'altra attività degJIÌ artisti romagnoli della fin-edel secolo scor•so e del principio di questo. Su alcuni nom,i bisognerebbe soffermarsi molto, specie ,su Baccarini e Barbieri, rapiti troppo gio,vani al loro ideale e ai loro immancabili trionfi, ma ·lo spaz,io non ci consente una rassegna così particola- . regg1ata. Diremo solo che i loro nomi e .. le loro opere servono a colJ.egare tutto un passato, con quel,la produzione che ammirere·mo ·nelle sale deUa prima Biennale Romagnola, e oh•e così risplendono ancora di un~ luce ben più abbagliante e più pura. I vivi sono attardat,i troppo sulla loro via perchè nessuno - o per meglio dire - troppo pochi pa&- sano sperare ,di superarJi. *** Intanto ,diremo che la prima Biennale - sorta con tanto entusiasmo e con tanto fervore - è situata in un locale piuttosto ristretto ed anche non del tutto favorevole come luce e come spazio. D,i più non sappiamo •s.piegarci la mancanza qui di artisti romagnoli come Nonni, Guerriini, Ugo,nia, T om,ba, Ravaioli ecc. i quali ihanno pure un ,indiscutibile valore ed un nome oramai celebre perchè si dovessero non incontrarli in queste saile. I vivi che •restano presenti sono quindi una schiera più e~igua e non ·sempre ben agguerrita che altrove abbiamo meglio apprezzata e . conosciuta. Ma nessuno potrà non rimanere colpito dalle tele di Norberto Pazzini i1 l vecchio pittore romagnolo che per il candore de,i suoi tom ocratici fa pensare a Ugo Bernasconi. « La 1Stessaintimità pervade qu,esti piccoli savorosi ed elegiaohi quadretti >>. Si d,irebbe che dipinge con -I' entusiasmo del fanciullo e la fede dell'apostolo. •

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