Vita Nova - anno II - n. 9 - settembre 1926

• 46 tali .masse di risparmio. « Lasciò mano libera alle banche di cre,dito facendo eia esse aprire conti correnti a volontà agli industriali, garantendo ad esse un ,risconto ,dei loro portafogli pra•ticament-e illi,mitato da parte· degli Istituti di emissione, i qual.iipompavano dalla nazione emettendo ·bigliiettii », (p. 23). « Cosa ,ha significato dunque il castello di carta eretto durante ila guerra· e negli anni immediatamente successivi ad essa ? Una gigantesca imm0tbilizzaz.ione della ricchezza nazionale, la quale in parte è immoibilizzaZJione pura e sempl~ce - cioè spostamento del rapporto tecnicamente più uti1le fra capitale fis-soe capitale circolante - in parte perdita assoluta ra.ppresentata sia da oggetti utili distrutti in . guisa più rapida di quanto l'impianto in- • dustriale ed a.,-icolo non consenta, sia dall '·ele-fantiasi delle ,industrie di guerra, che non si .possono smobii,itare se non con grosse svaluta- . . ZIOnl. Ora qual' è l'unica via per ritornare alla salute economica ? Smobilitare e cancellare le perdite, depennando da'll 'attività dei bilanci i valori che. più non 1ispondono alla realtà attuale, e corrispondentemente riducendo al passivo di altrettanto i capitali, le riserv-e e le altre voci. Questo e non altro, è -l' intimo significato della svalutazione, e, subordinatamente ad essa,· del r,itorno alJ'o,ro. Coloro i quali vedono ne-Ila svalutazione un semp1 lice fatto di politica monetaria, scambiano dunque l'ombra per il corpo». (p. 34). La svalutazione sarebbe in sostanza una specie di mise à point di tutte le aziende, che dovllebbero ritornare ad un bilancio di severa sincerità e perfettamente adeguato alla ve-ra realtà economica. Questa sincerità e questa adeguatezza alla realtà economica non si possono avere, secondo I' A. in regime di carta ·moneta svalutata, ~d una sta,bilizzazione monetaria, senza rimedi rad,icali, non si può ottenere, neppure con l'intervento dello Stato a difesa deHa propria moneta. iblioteca Gino ■ 1anco RASSEGNE << Lo Stato che difende la propria moneta deve dunque t~nere presenti tre fatti : 1°) Che d1 solito l' intervento suo costa caro, perchè esige un impoverimento ali' estero ; 2°) Che quindi, se l 'intervento viene deciso, deve fermarsi al punto necessar.io, cioè a queUo che, tutto calcolato, corri1sponde ali' effettivo valore della moneta, e non spingersi oltre, perchè allora ci s'imbarca in un' operazione in pura perdita; 3°) Ohe una prolungata speculazione al r,ibasso sulla · valuta è sempre l'indice di una situazione .anormale del paese a cui essa appartiene e quindi è più radicale risalire alla fon~e del ma!è e inaridirla, che non limitarsi soltanto a fronteggiare temp~rarneamente l'effetto » (p. 65 ). , « In conclusione (pag. l 00) tutti gli sforzi per stabilizzare la potenza d' acquisto della moneta ries~ono • • .. t costosi e vani - a meno d assoggettare i prezzi a continue oscillazioni - perchè non hanno presa sul cambio, i:l quale a sua volta, con la propria azione sui prezzi interni, annu,lla gl,i sforzi stessi ». Quindi soltanto la convertibilità in oro della moneta può assicurare uno stabile equilibrio monetar.io e costirui.re una salda base al risanamento econo1mico. E a questa convert,ibilità,- secondo i-I Cabiati, non si può arrivare, come consigliano alcuni, colla deflazione lenta, la quale in Italia potrebbe cont,ribuire a protrarre per \!Il trentennio circa I' eqruiilb,irio monetario instabile, con tutti i .mali eh-e tale insta1 bilità porta con sè. È piuttosto consigliabi,le la svaluta2iione rapida delJa lira e la determinazione del 1 suo valore in oro. Parrebbe ·che noi dove-ssimo in materia •imparare da,ll' Inghilterra. Ivla, manco a farlo apposta, l'lnghi,lterra, a. suo tempo, quando la sterlina perdeva sul dollaro circa il 1O %, si oppose con tutte le sue forze alla svalutazione definitiva della sterl,ina e prese una serie di provvedimenti ed organizzò un savio ed oculato meccanismo, il quale, con ben ·meditati sistemi di com- • pensazione ga:an_l:isse la converti-• sibi!ità. de-Ila ·sterlina. Si capisce c·½eil meccanismo ing,lese che è fondato sopra una larga d·isponiibilità di oro metallo e di. • L' oro monetato non po .. ;c:L:>è per ovvie ragioni essere adottato ,inItalia.. E allora ? La svalutazione definitiva della lira si imporrebbe_ come unica soluzione. Ivla tale svalutazione dovrebbe essere fatta in base. ad una smobilitaz,ione economica, di cui il· valore della 1 lira oro dovrebbe essere l'esponente fedele e sincero. Ma in tal caso quello che si imporrebbe rea1 lmente sarebbe il rita;iamento economico, la smobili• tazione, la detern1inazione e,satta del patrimonio economico, reale, a cui corrispondere·bbe il valore fiduciario relativamente stabile delda lira, dal momento che la converti-· bilità reaile in oro non si può ottenere. Ora, data l 'im,possibili,tà di sottrarci ad una circolazione fiduciaria, che necessità vi è di imporre al paese convalescente una enorme sco,ssa ,improvvisa, invece di una. serie di •picco,le e graduali scosse· di sistemazione ? Dice ,il Cabiati ch·e la grande scossa non meraviglierebbe nessuno, poichè i detentori attua.li de,i valori. mo1 bi.liari, carte,He del debito pubblico, titoli di credito vari, 1},hianno acquistati coh carta moneta svalutata e dètti titoli sooo già ,passati per molte man1 i, rendendo difficile sta1 bilire su chi è venuta a cadere l'incidenza de,lla sva,lutazione. Sta bene ; ma su questo sistema si è venuta fondando un'economia. nuova, la qua,le, pur avendo i suoi difetti, ha tuttavia la sua ragion d'essere nella vita del paese e non. . ' . . s1 puo 1mpri1mere a tale econOima una ,scossa .subitanea e violenta che ' non si sa neppure quali conseguenze potrebbe avere. . 1 Poichè abbiamo veduto paesi che, dopo aver svalu,tato la loromoneta carta e averla ridotta all'indice delJ ~oro, ,si sono visti infliggere una ultenore notevole sva1lutaz:ione. L'esempio poi della svalutazione· fatta ai popdli vinti non è idimo.- strati vo: prima d·~ tutto, perdtè si •

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