Vita Nova - anno II - n. 9 - settembre 1926

I • • ORAZIO DELLA , Italo Torretta che è stato, ai tempi belJ,idella guerra, H l'eroico tenente Torretta dei bomba.rdieri del Re », uno de,i più audaci e-geniali ufficialetti creati.nella fucina di Susegana - due medaglie d'argento, due di bronzo, una ferita - e che adesso ha ripreso le sue mansioni di segretario presso un ente provinciale, •mi confida le sue amarezze. Percorriamo,, lente pede, il vialone che contorna la verde spianata dell 'Acquasola, soffermandoci di tratto in tratto, un po' per dar tempo ai numerosi velocipedastri di decidersi ~ non venirci adosso, un po' per contemp!lare la Genova del Bisagno, tutta fervore di nuove costruz•ioni, lontano, e, vi1 cino, tutta gaia di campi rossi per il tennis, su cui le emule di .Susanne Lenglen e gli emuli del nostro De Morpurgo sorvolano con prodigiosa agilità. La voce querula, a volte 1 balbuziente, di lgnazioT orretta non è la più adatta ali' ora e al ,panorama ; ma il suo legittimo proprietario non se n'avvede, e continua a sciorinarla, per nulla sconcertato dal mio si1lenziio: - ~a giubba della << diagonale » l'ho venduta a Guerrieri, ricordi ?, quel mattacchione che per quattro mesi parve ·su le •mossedi ritornare a Buenos Ayres, e poi, quando aveva già messo il cuore in pace, fu chia- •mato al presidio, munito di scontrino, e i•mbarcato come un somaro di Pantelleria in esportazione. « Gli stivaloni, quei meravigliosi « chantilly » che non avevano gli uguali in tutto il bomb~rdierume riunito, li :ho ·ceduti a Rastelli, dopo una disastrosa nottata di poker. « Il berretto, lo rammenti ?, ,dodici centiimetri, un « 1 Conte di T o,rino » abbondànte, l'ho imprestato a un 1 effettivo della pesante campale, per lo Statuto due anni ; or sono; poi mi sono assentato, lui ·è stato trasferito; : e il berretto non l'ho più visto. , « La scia·bola l'ho data aH'armaiuolo ,in cambio di ; un « gillette » quasi autentico ... « lnso,mma, di tutto il mio antico corredo militare '- non ho potuto co-nservare se non la bandoliera, la mia • famosa « giallona » ormai priva, aimè, nella iborsa, del- ~ la Mrure-r 4 1/6 x 6 che .ho venduta a Roma, in un 4 - momento d,i crisi. t « Una ·bando,liera !· È pochino, vero ? · ·Egli tace, final,mente, crucciata forse per ·a mio silenzio, e scrolla le spalle, co,me chi teme di aver par- , lato al vento. Usciamo dall'Acquasola, verso quel ponte monumentale che è una delle grandi caratteristiche di Genova la baJbe!lica. Il sole tramonta; •mille vetri, v1icino e lontano, ne riverberano il raggio morente. Dalla Ro-- Biblioteca Gin Bianco BANDOLIERA tonda, giunge l'ansimare ro!Ilb~~te che. fa la ~ir~n~ di un transatlantico in segno d1 g101aper rl pross1m1ss1mo approdo. *** No, Torretta, non hai parlato al v~nto. Ti _ho ascoltato · con fervore, perchè la tua storia è la mia, pure, co~e è, pure, la ,storia di cento, di .~iù ~he cent~ nostri vecchi compagn,i d 'arme: La smob1l1taz1one, po! la disoccup~zione ; le porte c_h1use,nel fer~ce s~olgers1~ della breve parentesi sovv~rs1va che ebbe 1 ~o! protag,ionisti più deleteri non già nella folla scarruc1ata ma ne.i pavidi che a quella folla si arrendevano; le ~e chiuse a quanti rito•rnavano dalla guerra; l'alternativa delle speranze e delle delusioni; per molti, la miseri~.... Tutto questo, o· 1bravo ·bombardiere Torretta, l'abbiamo vissuto tu, io, e cento, e mille altri, e d-urante quel periodo sono state vendute la tua e la mia « diagonale » ; i tuoi e i miei « chantilly », via via; fino a che, di tutto il nostro glorioso equipaggiamento milita,re, sono rimaste soltanto, a mè come a te, le bandol,iere, merce invendi,bile perchè il regolamento le ha sostituite col cinturone inglese, bello, a petto della bandoliera, quanto sono in :linea generale estetici gli oggetti di gusto anglo-sassone ,di fronte alla grazia leggiadrissima e tradiZiionale di que!lli che il nostro spirito latino produce. Ma anche se qualcuno avesse desiderato acquistarla, la mia vecchia bandoliera grigia, oh, non l'avrei venduta, poi che essa veramente, essa sola, assai più che l'elmetto di metallo scr~polosamente conservato, assai più che le « mollettières » anco,r macchiate del1 'u·ltimo fango di V albella, essa sola è il ricordo di guerra, il cimelio più caro. La mia, che serbo nella buona casetta in ,paese, cui ricorro quando la brusiante vita cittadina m,i consento una tregua, mi ha tenuto· compagnia dal primo giorno di guerra fino ali' ultimo; ha battuto sul mio petto il ritmo della mia corsa durante le ondate carsiche - 6-8 agosto 19I6 - e, poi, ,subito, 14-15 settembre - e poi, ancora, 10-12 ottobre - e, come non bastasse, 1 ° e 2 novembre; s'è logorata con me nella marcia de:lla disfatta, dal Kradvhr a Barbia.no sul Tagliamento, in mezzo ai residui est,remi della mia 216a batteria di bombarde; ha rivi,ssuto le ore della vittor,ia su l'Altopiano, ~a ~osta lu~ga e Y albella, taHonando il nemico su per 1l pianoro di Gallio e le erte di monte Fior · ha sentito il mio stesso anelito quando, dall'alto di un ~olle cento volte conteso, un megafono ha gridato a tutto il vallame brulicante di eroi sconosciuti le ,prime cifre immortalate dall 9 ultimo bollettino• di Diaz. Ho mutato arma e reparti, comandanti e attendenti ;

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