Vita Nova - anno II - n. 9 - settembre 1926

.... .. 6 GIOVANNI A. CESAREO uomo, no1 nchè poeta, che 1non abbia nella realtà pratica la sua umanità e un qualch•e sentimento più forte degli altri. È una necessità di vita, codesta. E lo stesso poeta, creando - poichè lo spirito che si potenzia in attività creatrice, è lo stesso spirito che , . . . . . . ' . . . s er,a prima potenziato 1:n att1vrta conoscrt1va e 1n attività pratica - lo stesso ,poeta, dicevo, cr,ean1 do, non ,può esser ,che sè, con la sua umanità, con le sue preferenze storiche , sentimental~ e id.eali. Soltanto egli non ,deve pensarci : d,eve tutto concentrarsi nella pura creazione, nella libera creazione, immemore di se stesso, ignaro d.eglì elementi varii e discosti che l'esperienza ha lasciati ,dentro di lui e che .la sua fantaisia annulla e rinnova in un.a realità superiore, armoniosa e totale, la realtà dell'arte. Per questo l'opera di poesia •nonpuò, ma ,deve, pur ess-endo un·a creatura nuova e per sè viv,et1te, reca.re le tracce d-ello spirito che l'ha gene-raia; come ciascun uomo, "pu1 r essen,do un nuovo individuo, reca i ,segni de' ge-- nitoll'i on,d' è nato. Ma la riceroa di quel,le tracce non è critica estetica ; e quelle tracce devono esi-- st,ere in ogni modo, anche se l'opera d'arte è man-- cata, per-ohè ,esisteva e non ·potea non •esiste~el_'uma-- nità, grande o piccola, nobile o vile, ,persist,ente o m•utabile, dell'uomo scrittore. Non è sempre .age- , . vole discoprire q,uel!l'umanità, e tanto meno è age .,. vole qu.anto meglio il poeta è riuscito a arnnullar,lo nel'la perf.etta -coerenza ,del1 la sua opera d' a,rte, come accadde a.Omero e allo Shake~peare; ma di quesèo evid,entemente .non si .può far col1paal poeta, -e imeno che mai se ne ipuò far fon,damenito i1 llegittimo a U'Il giudizio negativo su 1 1 'opera sua. Nè bisogna pretendere che l' 1 uma.nità dell' artista sia sempre ed in tutto - così nella vita come nell'arte - ,eguale a se stessa ; nè che sia uno lo stato d'animo fon,dament.ale. C'è dei poeti fedeli press' a poco, tut,ta la vita, a .un .solo staìo d'animo, come il Leop&rdi ; e ce n'è d,egli altri ne' quali !o Biblioteca ino Bianco stato d'animo muta più vOllte, e solo l'arbitri~ de' critici dichiara fondaroentaile quello che preferisce : così il Goethe è salutato da alcuni come il poeta della passione per le tragedie ed _iii W ert?er, della natura per le liriche, della seremtà clas·s1~aper _·le Elegie romane ,e l' A rminio e D_orotea, .dell ener~1aliber.atrice ,per il Faust. Ma ciò non importa : · importa solo che tutte codesite sono opere d'alta bellezza. Con questo, signor Professore, spero di averle chri.aritoperchè io guardi con molta tristezza a:llle condizioni della cri,tica nuova, e non possa f a,re gran conto nè meno della sua. Siochè mi son trovato, in una recente occasione, a doverla giu,dicare, non ostante le sue cortesi testimonianze di stima e 1• interpretazione affettuosa di qualche amico, alquanto sever~m-ente. Ora Ella capisce che il mio giu-dizio non eta mòsso -da alcun particolare interesse {sol-- tanto ,dopo Eilla annunziò la sua scarsa ammirazione .per, i miei versi) ma da una persuasione ragionata e f.armissima circa le deficienze del'la sua critica, storicamente assai limitata, esteticamente contradditoria e f.al1lace. E se quel gi-udizio le spiacque, almeeo si persuaderà eh' er:i coscienzioso oggettivo e sincero. G. A. CESAREO IVoi crediamo che qui si traili di un grosso equivoco : quando l' ~mico Russo parla dell'arte .come espressione dell'umanità pro/onda coerente -e sinc:ra dice qualche cosa di ,p'iù di ,qu~llo che dice l'insigne Maestro G. A. Cesareo. Giacchè anche il Russo ammette l'arte come intuizione pura che è espressione di universalità o oggettività, ma la formula dell' arte per l' arte, cui rimane attaccalo .il Cesareo, ci pare che meni proprio a quel soggettivismo puntuale, particolare che egli rimprovera al Russo. (N. d. D.) f ..

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==