Vita Nova - anno II - n. 9 - settembre 1926

. . • . . . , 8 UNI\/ERSIT À FASCISTA , blica che la governi. E a questo proposito nota apice della sua altezza qualche · volta volgerà · gli che con Carlo Magno essa cacciò i Longobardi, · occhi in questi luoghi bassi, conoscerà quanto inschiacoiò i Veneziani con l'armi francesi e di degnamente io sopporti . una· grande malignità di poi espulse i Francesi . con T aiuto degli Sviz- fortuna ». Egli è che Machiavelli non ha r animo zeri. Se il mondo è corrotto e deserto il cielo, di Dante. Dante esule, rifiuta di• ritornare in·· Ficiò dipende dalla viltà di coloro ·che « hanno in- renze a _&onte bassa, chè da qllalun·que angolo terpretàto la nostra religione secondo l'ozio e non della terra potrà. miràre il sole e le stelle: è così . secondo la virtù ». Per Ma~hiavelli · dunque, cat- grande nello sdegno, nella pàssione, nella fierezza tolicesimo e libertà costituiscono due termini anta-, da sfidare non pure gli uomini ma il destino. Magonistici, f~talmente irriducibili. Il mondo mo~erno · chia~elli è umile e servile. Non sa rassegnarsi alinfat~i dovette annientare gli ultimi residui storici l'avversità, alla . perdita dell'impiego, ~egli onori, del temporalismo e, nell'ordine dello spirito, con- d~ll'agiatezza e si adopera con ogni arte presso i · trapporre al pensiero religioso il proprio pensiero potenti onde riacquistare questi beni perduti : non · etico sociale fondato. sull'uguaglianza, la libertà, sdegna nemm,eno sollecitare da Clemente VII qualla dignità dell'uomo; sui nuovi diritti, insomma, · che -ducato. ,E la stessa sorte che. fa esclamare al individuali e collettivi. . - Cellini: io· servo chi mi paga; gridare ali' Ariosto che .non ha di che· rappezzarsi il manto, abbassare Leonardo, improvvisare nell'Aretino i capolavori . . della destrezza imaginosa e cinica. Democratico cèrtamente egli era: il ~uo· temperamento licenzioso," Qui giùnti è le :ito chiedersi le ragioni ·di un tal trapasso dall'assolutismo alla repubblica: trapasso che ha non poco s~~ncertato i · critici e accumulato dubbi ·e sospetti sulla sincerità politica del segretario fiorentino. Qualcuno non esitò a vedere nel Principe una insidia in odio alla tirannide ; altri, fra cui Rossea 1J, · una satira contro la tirann.ide. Oue supposizioni inaccettabili. i suoi amici solazzevoli, la sua opera attiva e fedele·.· sotto la repubblica, la sua pover~à, il suo· odio contro I'_imperatore, il papa, i gentiluomini, la sua anima protesa verso l'avvenire, tutto ciò ·irrefuta- • bilmente ,}~ prova. Ma poichè è dominat~ dalle idee, il Principe rappresenta I'~scensione dello spi- _ Si ·ritrova in esso più determinato, più poeticamente vivo quello spirito implacabile e a volte . terroristico che l'autore manifestò nella· Vita di · Castruccio e, c~me vedemmo, nei 'Discorsi e sopra tutto quell'alto, luminoso sentimento ·della patria . . . che .s'irradia per mille raggi J}egli scritti di lui. « Allorchè trattasi della salute della patria non deve tene~si alcun conto di giustizia o di ingiustizia, di pietà o vendetta, di lode od obbrobrio: bensì .ponendo da canto ogni altra cura è d'uopo che la patria sia ·salva con lode. od ignominia ». E nel discorso sul~a lingua, chiama addirittura parri :ida chi in qualunque modo e per qualsiasi ~agione si fa nemico della· patria. Anzichè dunque giocare su tale sentimento .l•obliqua carta dell'insidia o far vibrare lo spirito - c~ustico della satira, l'una e l'altra ugualmente inu- . tili e pericolose, più logico, invece, è credere che vi abbia immolato· i suoi principi: democratici armando. la tirannide di. tutte le potenze per ~cagliarla contro il nemico invasore. Ciò, in lui, finisce ad una alta coerenza ideale e attingerebbe addirittura l'eroismo se qualche· personale vantaggio non ne avesse sperato. « E se vostra magnificenza dallo rito entro. la pura logica della .necessità, la idea-. lizz8:zione di quell'eroismo che egli .concepì ·fattore massimo della p_olitica, uno spasimo di amore, la s_uprema invocazione dell'ideale. Repubbliça e principato sono due capisaldi intorno -a cui può volta a volta gravitare la vita di un popolo. Egli non è settario; consente alla forza degli eventi, a quella che suppone la v<;>lontàdella storia, · rria se erra e l'ideale suo non si avvera, ritorna alla sua fede, alle idee lungamente amate e vissute. « lo ho insegnato ai principi la tirannide ma ho pure appreso ai popoli come disfarsene ». Ecco l'uomo nelle sue due sur reme antitesi. • E tutt~via nessuno potrà -contestargl~ i presentime.nti e · le geniali intuizioni che _egli ebbe della moder~ità, l'ordinamento delle l~ggi nelle società civili, le penetrazioni rivelatrici ·nella storia. universale, la ricchezza ·d~lla sua indomita spiri- . tualità, l'originale vigore di uno stile che crea la prosa moderna. Le sue illusioni fanno la sua no~ biltà di cittadino e la immortalità gli . è consacrata dall'avere alzato la sua patria· immaginaria, oggi libera e vivente, sopra f~nqamenti del tutto italiani e moderni. · · . i lioteca Gino Bian o

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