Vita Nova - anno II - n. 8 - agosto 1926

' • BOLOGNA 7 patria è divenuto realtà nella·· sua stessa vita. Il canne·. dei . Sepolcri è dunque la 'trasfig!,lrazione . · poetica· non di un puro concetto, ma di una verità ~ ncarnatasi nella vita concreta. Nel che _sta poi, in ultima analisi, la ·differenza tra esso· e i frammenti delle Grazie, che descrivono il ·sorgere delle arti purificatrici .del mondo delle passioni, quàsi parai- . lelamente al ·sorgere·, cantato nei Sepolcri, della coscienza morale e religiosa. Ma ~l concetto delle Grazie è un concetto riflessb, non esprime immediatamente una realtà spirituale concreta, perciò si libra nella sfera della pura fantasia e gli sforzi del poeta pe~ trasfi8urarlo . poeticamente riescono sol.:. tanto in parte : il poeta· non ha mai potuto finire · quest'ultima grande opera sua. · Il Foscolo ha · vissuto l'idealità della patri~, ha poss~duto la realtà di quell'immenso patrimonio , di sentimenti, di ricordi e di glorie, che . l'idea della patria concentra in sè. Quando nel 1814 precipitò, dopo l'abdicazione di Napoleone, la fortuna del Regno d'Italia, egli stese un appello alle grandi Potenze, in .nome proprio e dei capi della Guardia civica di Milano, nel quale si chiedeva il rispetto all'indipendenza e all'integrità del ·Regno d'Italia e lo stabilimento, di una monarchia costituzionale. Fu un· appello ingènuo, ma che di- . mostra quali fossero ancora i sentimenti politici del poeta. Ma quando fu stabilita l'occupazione austriaca, e il Foscolo si trovò suddito dell'Austria, cominciò nel su~ animo il dramma penoso - che molti patriotti di mezza tacca allora risolsero con disinvoltura - tra le dure necessità dell'esistenza e l'impossibilità moral~ di servire i nuovi padroni~ i quali non gli lesinavano le offerte allettanti. « Mi trovo - scrisse in quei giorni· il Foscolo alla d'Albani - a fierissime strette: il fare è vile, e il non fare è pericoloso ; ma anteporrò sempre, e •lietamente, il pericolo alla viltà ». Mentre. i gover... nanti austriaci credevano d'averlo già conquistato con "la prospettiva di un sicuro impiego, improvvi- · .sam~nte, senza conged~rsi dagli amici, senza pas- ~aporto, senza denari, il poeta prese la fuga, passò il confine svizzero, e andò ramingo per l'Europa ». Così Ugo Foscolo - scrisse il, Cattaneo - diede alla nuova Italia ··una nuova istituzione : :l'esili.o »·. · I dodici anni che il poeta trascorse lontano . . . dalla patria,- ·e li trascorse quasi tutti in Inghilterra, furono gli, anni del tramonto. Faticosi lavori · letterari. senza gloria, malattie, paura della mi~eria apesso sfiorata e finalmente installatasi da padrona • I ,, Biblioteca • I e . ) presso di lui stanco e senza speranze, questo è il quadro che Foscolo dipinge di se e qella- sua esistenza in molte lettere di quel triste periodo. Scrive nel '20 : « ••• La fortuna, a forza di sfidarmi a comba.ttere, m'ha sfinito. E or vorrei che la morte diventasse· la mia ausiliaria, e mi desse rifugio... » E tre anni dopo, rievocando alla sorella le vicende della sua vita e lamentando le ristrettezze continue, constata con un doloroso sospiro : « Perisce intanto ~l mio ingegno e la mia fama... » .E in altra occasione aprendosi con un amico, ricorda di aver in altri tempi pubblicamente spre- , giata la le~teratura venale, e confessa di esser stato finalmente costretto « a trattare la letteratura come· cosa da negozio; Pure, ancora come negozio;. è stato affare fallito ; coloro che mi hanno impieg~to mi hanno fatto lavorare a morte, e mi hanno abbandonato alla fame ! » Un. anno dopo, il poeta moriva. Aveva quarantanove anni. Tutte le donne amate ·erano lungi. da lui, o scompàrse o ignare. Qualche buon amico inglese lo compianse, ma la profezia ehe chiude con un singhiozzo represso il sonetto a Zacinto si realizzava : Tu non altro che ·;1 canto· atJrài del figlio,. · · o materna mia terra : a. noi prescri$se il f alo il lacrimata sepoltura. Nel 1871 le ossa del Foscolo furono trasportate in Italia e tumulate in S. Croce qi Firenze> nel te~pio dei . Sepolcri, accanto a quelle di Machiavelli, di Michelangelo, di Galileo, di Alfieri. · Il Foscolo è assurto nel cielo della genialità patria, come uno degli eroi che segnano il cam-. mino della razza italiana· nella sto1~a. E non fu► essenzialmente, che un poeta. Ma in Italia p'Oesia e coscienza italiana non vanno, non possono · andare disgiunte. ·Tutti i nostri grandi ·poeti, allorchè la coscienza nazionale s'illumin~, ne accolgono· un ràggio nella loro fantasia, e anche quando noil sono poeti ·universali per il mondo, sono .- e ciò bas~a - poeti universali per noi ~taliani, perchè è l'Italia come idea trascendente ogni· particolarità etniea, · che riempie il loro cuore e trasfigura il loro, canto. La patria italiana era nel cuore e· nel canto di ~ oscolo e di Leopardi e di Manzoni, I .come fu ed è nel cuore e nel canto di Carducci e_di Pascoli e di D'Annunzio. E il·nome di uno .." dei maggiori, e del primo nel tempo, fra questi · nostri poeti, il nome di Foscolo era ben degno di risuonare in quest'aula, in questa Università fascista,. dove la cos~ienza dei yalori spirituali· della patria di-· viene lievito certo della nuova vita del popolo italiano~ . . ••• / t.

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