Vita Nova - anno II - n. 8 - agosto 1926

. . ( • BOLOGNA' 5 con_ le passioni.~,· « lo mi taccio - Foscolo seri~ · ve in u_na lettera al conte Giovio - quando veggo . che il dolore, o tale · azione che ha nome· di colpa sgorgano dalla natura e dalla forza delle u- ... mane passioni ; ma io griderò contro quei vizi, che provengono dalla triste e sciocca abitudine del misero calcolo, dalla servi\ù delle scuole e dalla ciarlataneria dei ·moralisti e dei dotti.... » Ora è . certo che di questi vizi, che s•assommano nell'ipocrisia, il Foscolo fu immune ; ma è pur certo che alle. passioni più violente ed anche più stravaganti egli s'abbandonò senza scampo. « Non fu· uomo forse sopra la .terra - scriveva egli stesso, parec~ chi anni più tardi, alla contessa d.Albàny - che abbia· quant'io secondata a vele piene la propria natura.... il che ho fatto perchè, secondo il modo mio di sentire, le passioni tu~te sono torrenti, e va loro aperta la strada. Così si possono poscia dirigere ; altrimenti straripano e ti sommergono e ti I travolgono seco.... ~- Ma poteva, seguitando, a~che scrivere : « Ed essendo io' d'anima tempestosa, unicò lume e stella ·polare e guida certa infallibile · pii fu sempre la inia coscienza.... » • Una sola volta la passione amorosa lo travolse in un'avventura nella quale dovè riconoscersi colpevole; nella triste e strana avventura con la signora Pestalozzi di Zurigo, di cui s'innamorò e_che parve ricambiargli l'amore, ma che poi gli rivelò di aver già un , altro amante. Il Foscolo, impazzito di gelosia, finì ·.con lo svelare a~ marito della signora l•esistenza di questo amante. Dovè amaramente partirsene e ne pianse, come confessò poi alla Quirina Magiotti, la « donna gentile » che da tre anni era per lui, più che un·amante, un'amica, affettuosa e indulgente e rassegnata, cui egli vC:lllebene lungamente, - ma più con tenerezza divenuta consuetudinaria che con accesa passione. Dalla Isabella T eotochi, il , primo e forse giammai dimenticato amore di Ugo, la · bellissima .e . intelligente greca che volle esser per lui quello . che madama di W erens fu per Rousseau,, alla signorina Russell, l'inglese .piena di . buon senso, per la .quale il Foscolo spasimò due anni e che rappresentò l'ultimo suo e non ricam- .hiato amore, quale teoria di donne belle ed amate ed amanti risplende lungo la vita del poeta I Ecco . l'Isabella Roncioni, la · casta giovinetta fiorentina, che lo ispira a rifare il romanzo dell'Ortis per ritrarre ~a lei il personaggio di Teresa ; ecco a Mi- . lano la contessa Antonietta Arese, che faceva collezione d'amanti e che tuttavia il poeta amò , • • IO I e . \ - " . tormentosamente per due anni; .ecco la sconosciuta sig~orina inglese amata in Francia, dalla quale il . . . Foscolo ebbe una figlia ; e.. poi ancora a Brescia la contessa Marzia· Martinengo, l'amore per la quale gli illuminò r anima mentre lavorava al carme dei Sepolcri; e poi l'episodio straordinario, e rivelatore della eccezionale psicologia amorosa del . Foscolo, della doppia passione - vera e propria passione che gli fu causa di lunghi tormenti - · per la M.addalena Bignami, dolce signora che forse tentò di uccidersi per lui, e contemporaneamente. per la giovane figlia del suo amico conte Giovio. la Francesca Giovio. Pensò il Foscolo al matrimonio con costei, che il padre aveva già promessa sposa a · un •~fficiale francese, ma che s'innamorò del poeta. E questi dopo lunghe esitazioni e rinnovati scoppi di passione e rimorsi finì per stac~ carsi dall'appassionata fanciulla, tentando di giu- · stificarsi con lei in una famosa lettera che è. un capolavoro di psicologia amorosa e di rievocazione spietata di_un sentimento fatto assai più d' amarezza che di gioia. Non era certq un volgare amante .. o uno spensierato libertino colui che descrive in . questa lettera il -dramma dell'uomo che non pub . non amar -quella donna che viceversa non potrà mai esser sua, e alla quale dovrebbe perciò chie- · dere d'essere dimenticato : l'ardore con cui questo dramma è descritto dal Foscolo in pagine che traboccano di pass~one e. di v.erità, fa della lettera ·a 1. Francesca Giovio un•autentica opera di altissima ma prQfondamente ·umana poesia. I rimorsi che il poeta. prova di fronte all'amore della Francesca Giovio sono gli stessi che ha provato e tornerà a provare per la passione che ha destato nella Bignami, alla quale scrive, in un altro capolavoro di lettera d. amore : « •••• Bisogna· pur ch'io ti perda. Resterà Qrribile la mia vita, ma senza il rimorso d'averti turbata nel tuo santuario domestico, ove· tu devi preparare a te stessa una tranquilla felicità .... Ti avevo anche promesso di violentare ~~ me la natura e l'amore per rispettare la tua yirtù, e d' av-. vèrtirtene_ quando io non potessi più reggere a tanta violenza. Mi sono ingannato sulle mie forze, e sarò almeno leale.· Ti confesso dunque che la mia passione è più forsennata ~he santa... » Ma è di quello stésso anno_ 1813 in cui riarse il suo a-· more per la Bignami, così violento e doloroso e , . · irragionevole che gli fece scrivere alla d'Albany: « Non sono più uo~o, non sono più figlio, non sono più cittadino, non ho più forza, nè costanza, • • J •

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