Vita Nova - anno II - n. 8 - agosto 1926

44 tempesta di Lazzaro, tale da schiantare e travolgere l'animo più tetragono ai co'lpi del desti.no, e a fissarla sotto i mesti occhi ,stupiti, dobbiamo a questo forte scrittore sici1 liano il riconoscimento d'una schiettezza d'arte non co·mune, e un vigore di plasmatore instancabi,le. La morte del Cristo è il ,sublime momento dell ,opera. Agar e Giaele. Quadro ultimo, quadro di commossa lirica, figurazione fittile .per la mancata sagomatura, ma orizzonte ed aria, immensità; combaciare di due mondi senza possibilità d'intesa: tramonto ed aurora. G. A. Borgese indubbiamente ama le vette perchè, ne ha il d,iritto: ne ha conquistata una, cui invano tendere'bbero i pigmei. Il Mondadori c'inv,ia pure un romanzo uscito dalle officine infaticabili : Jacopo Lauro di Giuseppe . F abris. Conoscevamo il lirico dell' « Amorosa solitudine » al quale altrove dicemmo tutta la nostra sim-patia ; o~gi dobbiamo giudicare il romanziere. Ma se non vogliamo assumere un clieh~ di rif.er,i,mento, d'altra parte dobbiamo· affermare che in un -ro4 • ' • manzo c1 e permesso ricercare non pura lirica, ma costruzione architettonica di vita, vita fantasticamente . intesa e presentata, co,munque, ma vita. Ora pur coi pregi innegabili e, numerosi questo romanzo ha un . grave ,difetto d'origine : la mancanza del romanzo, oioè l'assenza d'un azione sia pur,e semplice lineare I , ' ' assenza di persone. Son quattrocento pagine tessute attorno ad un duetto, anzi ad un quartetto: ebbene in tanta abbondanza di pagine l'autore non riesce a chiarire due anime. ·Così tu procedi con l'ansia della scoperta, e accompagni l'autore talora stanco, ta- ~ora condotto -per mano, spesso gioiosamente attraverso le meravigliose pagine di fattura impeccabile, ricche di calore, profumate di selvagge erbe e piante aromatiche, per paesaggj alpini nitidi e lucenti e dentati come i g1ioghi a,lpini, e per paesaggi pastosi veneziani, e ti cuiBi lioteca Gino Bianco RASSEGNE lerà anc·he un'armoniosa musica di voci, ma quando ti chiedi ove siano -le anime, ti accorgi d,i tutto I'inganno che ti ha teso attorno l'Autore per nasconderti 'la mancanza di per- . sone vive. C'è solitudine, anche, e più anzi, quando introspezioni abbondanti vorrebbero illuderti di profonde 11icerche psicologiche. · Sembra che di un dissapore co- . niugale un -parente esaltato abbia voluto fare un tragico caso, per un senso esagerato deJl 'armonia famigliare e della perfezione umana, e ciò abbia voluto narrare ad un' accolta di amioi per pro,vocare la loro approvazione alla tesi. Ne deriva che l'Autore è costretto a ripetere stati d'animo che, come abbiamo detto, si compiace di esa-sperare fino alla stanc1 hezza, e a provocarli con elemepti esterni di . suggerimento . 1 Ma qua1 li vi,brazionj. liriche in frammenti, e quante nelle pagine! Poi son tre o quattro scene di evidenza e di potenza drammatica eccezionali ; già che, e questo va pure detto, i;l Fa,bris, possiede oltre al temperamento una ricchezza di mezzi espressivi d,i primissima fon- - te linguistica che egli maneggia signorilmente. Vog,liamo dir questo in poohe parole :_che c'è della -ricchezza sprecata 1nquesto romanzo, ma se I' Autore voleva riconfermarci le sue belle e rare virtù st,i,listiche, e ribadire le conoscenze sue al nostro intelletto di gente c·he presto dimentica, può dirsi soddisfatto, chè la criitica non P?t!à che ridi~gli con una,nime giud1z10 che egli è un puro temperamento di lirico e di primitivo, e possibilità ha dimostrato oggi di na-r- ,ratore. r orse la fastosità dovrà essergli contestata : il fasto delle musiche e dei colori, ,deve essere vigilato da un senso di economia, perchè non sia scialacquato nella opera d'arte. Giuseppe F abris però è giovane, ·ed è questo un prezioso difetto bene au~urante per la sua p·roduzione avvenire. ~ G. MANZELLAFRONTINI FILOSOFIA Nella collezione di Cultura moderna del Bemporad, diretta da G. Marchi, è uscito un volumetto nitido, dall'elegante copertina, su L' opera di Vincenzo Cuoco e la formazione dello spirito nazionale in Italia. L'autore, F. BATTAGLIA,vi dà riassunto e ordinato quanto di meglio si è scritto sul Cuoco, rende noto delle opere di lui, tratteggia e colorisce gli eventi, dimostra la derivazione del C. dal Vico, accenna agli influssi eh' egli ebbe principalmente sul Mazzini, e in fine correda l'esposizione con una diligen_te nota bibliografica. Il Cuoco, .. qui, è cònsiderato soprattutto ,in rapporto ali' argo,mento, eh' è la formazione dello spirito nazionale in Italia : non si pretende più -che tanto. Egli, si dice nella conchiusione,_ re in senso rigido, non è filosofo vero >>; in qual.che punto è ancora più indietro del suo maestro, G. B. Vico: « ma il suo grande merito è 1 'aver posto in termini politici quel che in Vico era filosofia, e ,I' aver visto quale inesauri~ilità di situaz,ione poteva germinare dalla vecchia esperienza vichiana ». Intesa la filosofia in un significato più ampio, si può anche affermare c:he il Cuoco segni in essa un passo innanzi. L'Autore, infatti~ dice altrove (p. 17) che << Vico è il filosofo >>, ma Cuoco è cc lo storico e il politico, che, pur fiacco di metod'?logia storica, è il più perfetto storico, come colui, ,il quale,fiso ali~ r_ealtàdinamica della vita, i princ1p1 trae dalla realtà, con la realtà c?llauda, e ~on 1~ realtà coi princip~ >>• È una f1Josof1a, dunque, implic1ta, non esposta e ragionata in conc~tti: una mentalità nuova, non un s1ste1 ma ,dottrinario. Si pensa spontanea-mente a pen•satori come Machiavelli e Galilei. ,E non è poco I Per quanto riguarda l'influsso da lui esercitato sul suo secolo, l 'Autore accetta la conchiusione del Gentile : come ,il Vico in filosofia · così il Cuoco nel nuovo metodo ve~- ram~nte rivoluzionario, del pe~sare st~r1co ~ politico, rimane maestro. unico solitario: un veggente (p.287) ...

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