Vita Nova - anno II - n. 8 - agosto 1926

LUCREZIA BORGIA INNAMORATA 2S . che ha le luci e l'ombre della gioventù pronta e sincera, è un idillio ed il Bembo, appunto per il riserbo della sua signora, ci appare qual' è veramente: un poeta, un sognatore, un entusiasta rapito dalla grazia di colei che il secolo vituperava ed esaltava con gli , aggettivi più neri o più iridescenti. , Se si pensi che Lucrezia, a Ferrara, fin dai primi giorni, ridusse perfino in tenerezza arrendevole, l'avara natura dello suocero, impuntatosi a far qualche taglio sull'appannaggio convenuto per la nuora, qual meraviglia che proprio " il giovane allievo delle Muse" così devoto all'eterno femminino, così facile ad accendersi, restasse preso e vinto tanto da caderne malato. La storia bene informata assicura· che il Bembo am~alò di male fisico, ma per essere creduta appieno ha dimenticato di tramandarci il certificato medico.· Sul letto di dolore, quanti sospiri, e che lacrime gli asciugò l'amico Strozzi, cui si aggiunse, pure di certo, una gentildonna di corte, intenerita anch'essa nel vedere cotanto patimento ideale in sì nobile garzone. E partì, la prima lettera. Il breve epistolario d'amore comincia così proprio davvero? Tutto lo lascia credere, e dal momento che le lettere mancano di data, è lecito congetturarlo. Nè quelle 'che si conservano all'Ambrosiana saranno state le sole scambiate fra i due amanti senza peccato. Ma le lettere sono una tortura, non un refrigerio. Entrambi desideravano di vedersi. E si videro. Il tenero colloquio fu lava ardente nel cuore del Bembo; ineffabile turbamento per Lucrezia. Nella remota stanza, poche frasi, forse, la mano nella mano, guardandosi negli occhi, senza testimoni, gli innamorati fusero insieme, per un attimo l'anima loro, poi si lasciarono ; e dal distacco in poi non si trovarono così soli mai più. Restò ancora qualche tempo a Ferrara il poeta,. e forse non sarebbe partito mai più se la malattia di un congiunto non l'avesse richiamato a Venezia. Portò via con se, come viatico, i versi scritti per lui, in ispagnuolo, da Lucrezia? Se i miei di mi spegne morte, E il desir co' miei dolor, Se si spegne amor si /orte Muto e il mondo d'ogni amor. Il concetto chiuso in questa prima quartina non è peregrino, ma la Borgia se lo tolse dal cuore innamorato; e più tardi, al poeta lontano che le mandava versi suoi, scusandosi che fossero poca cosa, in confronto del molto che voleva dirle rispose: Così acuto e il mio dolore, Cosi morto e il mio sperar Che ne l'un so far minore, Ne vo' l'altro mai lasciar. Pure dov"ette arrendersi alla inevitabile soluzione~ e vivere dei ricordi dolcissimi, alimentati nel suo cuore dalle lettere che il Bembo anche lontano continuò a scriverle di. tanto in tanto. SEBASTIANO SANI ' Che cosa e mai una rivoluzione in un popolo;> Tu vedrai mille teste, delle quali ciascuna ha pensieri, interessi, disegni diversi dalle altre. Se a costoro si presenta un capo, che le voglia riunire, la riunione non seguira giammai. Ma se avviene che tutti abbiano un interesse comune, allora seguira la rivoluzione, ed andra avanti solo per quell'oggetto che e comune a tutti. Gli altri oggetti rimarranno /orse trascurati;> No; mà ciascuno adattera il suo interesse privato al pubblico, la volonta particolare seguirà la generale, le riforme degli accessori si Jaranno insensibilmente dal tempo, e tutto camminerà in ordine. VINCENZO CUOCO - "Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799 ,, . . . - f Biblioteca Gin Bia e •

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